2 Ottobre 2018

Martedì XXVI Settimana T. O.

Oggi Gesù ci dice: “Ecco, io mando un angelo davanti a te per custodirti sul cammino.” (I Lettura).

Dal Vangelo secondo Matteo 18,1-5.10: Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?: Gesù risponde che il criterio sono i piccoli. I discepoli devono diventare bambini. Invece di crescere verso l’alto, devono crescere verso il basso, la vera grandezza del discepolo si costruisce sul trono dell’umiltà. Questi piccoli non devono essere disprezzati, in quanto i loro angeli in cielo difendono davanti a Dio la loro causa e chiedono che Egli intervenga a riparare le offese fatte loro.

Gli Angeli - Giovanni Paolo II (Udienza Generale, 6 Agosto 1982): Nelle recenti catechesi abbiamo visto come la Chiesa, illuminata dalla luce proveniente dalla Sacra Scrittura, ha professato lungo i secoli la verità sull’esistenza degli angeli come esseri puramente spirituali, creati da Dio. [...]. Assieme all’esistenza, la fede della Chiesa riconosce certi tratti distintivi della natura degli angeli. Il loro essere puramente spirituale implica prima di tutto la loro non materialità e la loro immortalità. Gli angeli non hanno “corpo” (anche se in determinate circostanze si manifestano sotto forme visibili in ragione della loro missione a favore degli uomini) e quindi non sono soggetti alla legge della corruttibilità che accomuna tutto il mondo materiale. Gesù stesso, riferendosi alla condizione angelica, dirà che nella vita futura i risorti “non possono più morire, perché sono uguali agli angeli” (Lc 20, 36).
In quanto creature di natura spirituale, gli angeli sono dotati di intelletto e di libera volontà, come l’uomo, ma in grado a lui superiore, anche se sempre finito, per il limite che è inerente a tutte le creature. Gli angeli sono quindi esseri personali e, in quanto tali, sono anch’essi a “immagine e somiglianza” di Dio. La Sacra Scrittura si riferisce agli angeli adoperando anche appellativi non solo personali (come i nomi propri di Raffaele, Gabriele, Michele), ma anche collettivi” (come le qualifiche di Serafini, Cherubini Troni, Potestà, Dominazioni, Principati), così come opera una distinzione tra angeli e arcangeli. Pur tenendo conto del linguaggio analogico e rappresentativo del testo sacro, possiamo dedurre che questi esseri-persone, quasi raggruppati in società, si suddividono in ordini e gradi, rispondenti alla misura della loro perfezione e ai compiti loro affidati. Gli autori antichi e la stessa liturgia parlano anche dei cori angelici (nove, secondo Dionigi l’Areopagita). La teologia, specialmente quella patristica e medievale, non ha rifiutato queste rappresentazioni cercando invece di darne una spiegazione dottrinale e mistica, ma senza attribuirvi un valore assoluto. San Tommaso ha preferito approfondire le ricerche sulla condizione ontologica, sull’attività conoscitiva e volitiva e sulla elevazione spirituale di queste creature puramente spirituali, sia per la loro dignità nella scala degli esseri, sia perché in loro poteva meglio approfondire le capacità e le attività proprie dello spirito allo stato puro, traendone non poca luce per illuminare i problemi di fondo che da sempre agitano e stimolano il pensiero umano: la conoscenza, l’amore, la libertà, la docilità a Dio, il raggiungimento del suo regno.

L’esistenza degli angeli, una verità di fede: Catechismo della Chiesa Cattolica 328.330.336: L’esistenza degli esseri spirituali, incorporei, che la Sacra Scrittura chiama abitualmente angeli, è una verità di fede. La testimonianza della Scrittura è tanto chiara quanto l’unanimità della Tradizione...  In quanto creature puramente spirituali, essi hanno intelligenza e volontà: sono creature personali e immortali. Superano in perfezione tutte le creature visibili. Lo testimonia il fulgore della loro gloria... Dal suo inizio fino all’ora della morte la vita umana è circondata dalla loro protezione e dalla loro intercessione. «Ogni fedele ha al proprio fianco un angelo come protettore e pastore, per condurlo alla vita». Fin da quaggiù, la vita cristiana partecipa, nella fede, alla beata comunità degli angeli e degli uomini, uniti in Dio.

H. Bietenhard (Angelo, messaggero in Dizionario dei concetti biblici del Nuovo Testamento): Nel Nuovo Testamento anghelos ricorre 175 volte (51 nei sinottici, 21 in At, 67 in Ap); in tre passi soltanto abbiamo degli uomini che sono chiamati angeli (ángheloi, Lc 7,24; 9,52; Gc 2,25); nella citazione dall’Antico Testamento in Mt 11,l0, il Battista è detto ánghelos di Dio o di Gesù. Sono riprese, in generale, le concezioni veterotestamentarie e giudaiche: gli angeli sono i rappresentanti del mondo celeste e messaggeri di Dio; là dove essi appaiono, è il mondo trascendente che fa irruzione nel nostro mondo.
Dal momento che in Gesù è presente Dio, il suo cammino sulla terra è accompagnato dagli angeli (Mt 1,20; 2,l3.19s; 28,2.5s; Mc 1,13; Lc 1,19; 2,9; 22,43; Gv 1,51; cf. At 1,10s). Anche al momento della parusia saranno al suo fianco (Mt 13,49; 16,27; 25,31; 2Ts 1,7s). In quanto figlio di Dio, Gesù è chiaramente collocato al di sopra di tutti gli angeli (Mc 13,27; Eb 1,4ss; Fil 2,9s).
L’idea dell’angelo custode ricorre in Mt 18,10 come espressione dell’amore di Dio per i piccoli e in At 12,15. Secondo 1Cor 11,10, gli angeli vegliano sulla modestia. Sono ancora angeli che mediano il giudizio di Dio (At 12,23), intervengono a favore degli apostoli (At 5, 19; 12,7ss) e riferiscono loro il volere di Dio (At 8,26; 10,3ss; 27,23).
In Paolo l’idea dell’esistenza degli angeli è completamente messa nell’ombra dal fatto di Cristo (Ef 1,20s; Fil 2,9s). Perfino l’apostolo, per l’incarico che gli è stato affidato dal Signore, val più della parola di un angelo (Gal 1,8); l’amore val più delle «lingue degli angeli» (1Cor 13,1).
Non c’è angelo, di quelli che presiedono ai fenomeni naturali o agli elementi, che possa separarci dall’amore di Dio (Rm 8,38; cf. Gal 4,3). Paolo polemizza contro il culto gnostico degli angeli (Col 1,15ss; 2,18; cf. Ap 19,10; 22,8s), perché oscura la conoscenza della posizione unica di Cristo mediatore; tuttavia conosce classi di angeli (Rm 8, 38s; lCor 15,24; Ef 1,21; Col 1,16). Al Sinai, quando venne consegnata la legge, c’erano anche degli angeli (Gal 3,19; cf. At 7,53; Eb 2,2). Essi prendono parte alla sorte degli uomini (Lc 15,10), degli apostoli (1Cor 4,9), portano l’anima in paradiso (Le 16,22). Degli angeli circondano il trono di Dio e riempiono il mondo celeste coi loro inni di lode (Ap 5,11; 7,11). Essi trasmettono la rivelazione e procurano visioni (Ap 1,11; 10,1.8s; 14,6ss; 17,1); applicano i giudizi di Dio (Ap 7,1; 8,2s; 9,1.13; 11,15; 12,7ss; l4,15.17ss; 15s; 18,1s; 19,17; 20,1s). D’altro canto, però, anche Satana dispone di angeli (Mt 25,41; 2Cor 12,7); in questo senso 1Pt 3,19s; 2Pt 2,4; Gd 6 parlano della caduta degli angeli.
L’espressione «gli angeli delle comunità» (Ap 1,20; 3s) si riferisce presumibilmente ad angeli veri e propri, non a vescovi.
La parola archánghelos (una specie particolarmente eminente tra tutti gli esseri celesti) ricorre nel Nuovo Testamento soltanto in 1Ts 4,16 e Gd 9. L’idea però è presente anche in Ap 8,2.7s.10.12; 9,1.13; 11,15. Vengono menzionati per nome soltanto Gabriele (Lc 1,19) e Michele (Gd 9; Ap 12,7).
isánghelos (uguale, simile agli angeli) ricorre soltanto in Lc 20,36 (cf. Mt 22,30; Mc 12,25). La parola serve a indicare la condizione di coloro che risorgeranno, che saranno sottratti ai condizionamenti della vita terrena e quindi anche del matrimonio.

Mando un angelo davanti a te: Cardinale Crescenzio Sepe (2 Ottobre 2008): Celebriamo oggi con tutta la nostra Chiesa la festa dei Santi Angeli Custodi. Questa festa ci richiama una presenza spesso trascurata e dimenticata nel mondo di oggi, abituato a considerare vere e reali solo le cose che si toccano con mano. La nostra società è dominata dal materialismo e dall’attaccamento a una realtà che ci accorgiamo di non riuscire a dominare del tutto, che ci sfugge, perché è più grande e più profonda di noi. Questa festa liturgica ci rimanda alla realtà del cielo, del luogo di Dio, della vita con Dio. La Parola di Dio e la liturgia della Chiesa ci riportano perciò alla verità di noi stessi: uomini deboli e piccoli, che hanno bisogno della presenza e della protezione di Dio, che ci parla e si avvicina a noi. Gli angeli sono già nell’Antico Testamento il segno di questa presenza: Dio si preoccupa di noi, si prende cura delle sue creature. Egli non persegue i suoi interessi, non difende la sua posizione di distanza e di diversità dagli uomini; al contrario si umilia fino ad abbassarsi a noi, tanto da divenire uomo nel Figlio suo, Gesù Cristo. Il brano del libro dell’Esodo che abbiamo ascoltato si colloca all’interno del grande avvenimento della rivelazione di Dio al suo popolo Israele sul monte Sinai, il luogo della legge e dell’alleanza. Dio appare lontano, tanto che solo Mosè può salire sul monte, ma non il popolo. Eppure egli non lascia solo Israele nel cammino difficile che lo attende: “Ecco io mando un angelo davanti a te per custodirti nel cammino e per farti entrare nel luogo che io ho preparato”. L’angelo parla, è un messaggero, custodisce l’uomo, lo protegge dal male. Il Signore sa che la nostra vita è difficile, cari amici, costellata di paure, di incertezze, di dubbi. Egli conosce la forza del male e la fatica del vivere, ma non si rassegna, non smette di parlare e di accompagnare ognuno di noi con pazienza amorevole. Per questo la Parola di Dio ci esorta: “Abbi rispetto della sua presenza, ascolta la sua voce e non ribellarti a lui…”.

Felipe F. Ramos (Il Vangelo secondo Matteo): Gesù comanda di farsi come bambini. Quando si esprime così, non pensa alla proverbiale innocenza dei bambini, ma pensa principalmente alla loro umiltà. Il bambino non ha pretese: sa di essere bambino e si accetta come è; accetta la sua incapacità di fronte alla vita e il bisogno che ha dei genitori per sopravvivere. I bambini vivono nell’umiltà, non stimandosi meno di quello che sono - non sarebbe umiltà - ma riconoscendo quello che sono. L’uomo ha forse bisogno di stimarsi di meno di quello che è per essere umile?
Se passiamo dalla famiglia umana a quella cristiana - la famiglia di Gesù o di Dio - l’argomentazione acquista molta maggior efficacia. Che cos’è l’uomo davanti a Dio? L’umiltà cristiana è causata appunto dalla gioia di essere figli di Dio (5,3ss; 11,25).
La filiazione divina richiede la conversione, come dice espressamente il versetto 3. Le parole che aprono il vangelo esigendo la conversione (3,2; 4,17) si applicano ora ai discepoli di Gesù. Se questi discepoli devono essere i dirigenti della comunità cristiana, devono comportarsi, di fronte a essa, con quell’umiltà di cui abbiamo parlato. E devono farlo per due ragioni: per quello che sono essi - aspetto che già abbiamo esposto - e per quello che sono. gli altri. Gli altri sono figli di Dio: «i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio».
Ma la frase non si occupa minimamente degli angeli e non ha il minimo interesse per essi. Secondo la letteratura giudaica, la funzione degli angeli è triplice: a) di adorazione e di lode a Dio; b) di agenti o messaggeri divini negli affari umani; c) di custodi degli uomini delle nazioni (At 12,15). Secondo una credenza che si era molto diffusa fra i giudei, erano pochi gli angeli che avevano accesso diretto a Dio. Tenendo conto di questi particolari, l’insegnamento fa pensare alla dignità dei piccoli che credono in Gesù: se i loro angeli hanno questa dignità, quanto maggiore sarà la dignità dei credenti che gli angeli stessi son destinati a servire!

Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
*** “Ecco, io mando un angelo davanti a te per custodirti sul cammino e per farti entrare nel luogo che ho preparato. Abbi rispetto della sua presenza, da’ ascolto alla sua voce e non ribellarti a lui; egli infatti non perdonerebbe la vostra trasgressione, perché il mio nome è in lui.” (Cf. I Lettura).
Nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.

Preghiamo con la Chiesa: O Dio, che nella tua misteriosa provvidenza mandi dal cielo i tuoi Angeli a nostra custodia e protezione, fa’ che nel cammino della vita siamo sempre sorretti dal loro aiuto per essere uniti con loro nella gioia eterna. Per il nostro Signore Gesù Cristo...