IL VANGELO DEL GIORNO

28 Marzo 2018
  


MERCOLEDÌ SETTIMANA SANTA


Oggi Gesù ci dice: “Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all’estremità della terra” (I Lettura).


Dal Vangelo secondo Matteo 26,14-25: La morte avida già si appresta a ghermire la preda, tanta agognata e desiderata. Soltanto l’evangelista Matteo precisa la somma offerta dai capi dei sacerdoti a Giuda per tradire Gesù. Per indicare il tradimento di Giuda viene usato lo stesso verbo (consegnare) utilizzato per esprimere l’iniziativa di Dio che conduce gli eventi pasquali di Gesù orientandoli a un fine di salvezza, il piano di Dio “si realizza attraverso strumenti umani, anche se tali strumenti sono condannabili” (Felipe F. Ramos). Due personaggi calcano la scena di questi ultimi giorni che hanno un appuntamento con il sangue: Giuda il traditore, colui che consegna per denaro il Figlio dell’uomo ai carnefici, Gesù, il Figlio di Dio, che si consegna volontariamente agli aguzzini per liberare il mondo dal peccato e dalla morte. Sulla notte della cattiveria dell’uomo, brilla sempre il  bel sole della misericordia divina, che tutto illumina e tutto redime con il suo amore.  


Messale dell’Assemblea Cristiana (Feriale - ELLEDICI): Nel tradimento di Giuda vediamo l’intrecciarsi dei disegni di Dio e del «libero» agire dell’uomo. Nessuno può negare che Giuda abbia agito liberamente; eppure il suo gesto è stato preannunciato e non è sfuggito neppure alla volontà di Gesù: è stato consumato quando per Gesù è venuta «l’ora».È pericoloso scherzare con se stessi: la libertà è un dono, ma il suo retto esercizio è una conquista, è frutto di corrispondenza alla grazia divina. Nulla è più pericoloso dell’assuefarsi alla grazia: può riuscire irreparabile. Eppure si può fare il callo anche a forza di maneggiare l’Eucaristia. La settimana santa è la celebrazione più tragica della libertà dell’uomo nel suo mistero più profondo: nel libero ed irrevocabile «no» di Giuda e nel libero ed irrevocabile «sì» di Cristo alla volontà del Padre.


Giuda: Benedetto XVI (Udienza Generale, 18 Ottobre 2006): Si tratta ... di una figura appartenente al gruppo di coloro che Gesù si era scelti come stretti compagni e collaboratori. Ciò suscita due domande nel tentativo di dare una spiegazione ai fatti accaduti. La prima consiste nel chiederci come mai Gesù abbia scelto quest’uomo e gli abbia dato fiducia. Oltre tutto, infatti, benché Giuda fosse di fatto l’economo del gruppo (cfr Gv 12,6b; 13,29a), in realtà è qualificato anche come “ladro” (Gv 12,6a). Il mistero della scelta rimane, tanto più che Gesù pronuncia un giudizio molto severo su di lui: “Guai a colui dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito!” (Mt 26,24). Ancora di più si infittisce il mistero circa la sua sorte eterna, sapendo che Giuda “si pentì e riportò le trenta monete d’argento ai sommi sacerdoti e agli anziani, dicendo: «Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente»” (Mt 27,3-4). Benché egli si sia poi allontanato per andare a impiccarsi (cfr Mt 27,5), non spetta a noi misurare il suo gesto, sostituendoci a Dio infinitamente misericordioso e giusto.
Una seconda domanda riguarda il motivo del comportamento di Giuda: perché egli tradì Gesù? La questione è oggetto di varie ipotesi. Alcuni ricorrono al fattore della sua cupidigia di danaro; altri sostengono una spiegazione di ordine messianico: Giuda sarebbe stato deluso nel vedere che Gesù non inseriva nel suo programma la liberazione politico-militare del proprio Paese. In realtà, i testi evangelici insistono su un altro aspetto: Giovanni dice espressamente che “il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo” (Gv 13,2); analogamente scrive Luca: “Allora satana entrò in Giuda, detto Iscariota, che era nel numero dei Dodici” (Lc 22,3). In questo modo, si va oltre le motivazioni storiche e si spiega la vicenda in base alla responsabilità personale di Giuda, il quale cedette miseramente ad una tentazione del Maligno. Il tradimento di Giuda rimane, in ogni caso, un mistero. Gesù lo ha trattato da amico (cfr Mt 26,50), però, nei suoi inviti a seguirlo sulla via delle beatitudini, non forzava le volontà né le premuniva dalle tentazioni di Satana, rispettando la libertà umana.   
In effetti, le possibilità di perversione del cuore umano sono davvero molte. L’unico modo di ovviare ad esse consiste nel non coltivare una visione delle cose soltanto individualistica, autonoma, ma al contrario nel mettersi sempre di nuovo dalla parte di Gesù, assumendo il suo punto di vista. Dobbiamo cercare, giorno per giorno, di fare piena comunione con Lui. Ricordiamoci che anche Pietro voleva opporsi a lui e a ciò che lo aspettava a Gerusalemme, ma ne ricevette un rimprovero fortissimo: “Tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini” (Mc 8,32-33)! Pietro, dopo la sua caduta, si è pentito ed ha trovato perdono e grazia. Anche Giuda si è pentito, ma il suo pentimento è degenerato in disperazione e così è divenuto autodistruzione. E’ per noi un invito a tener sempre presente quanto dice san Benedetto alla fine del fondamentale capitolo V della sua “Regola”: “Non disperare mai della misericordia divina”. In realtà Dio “è più grande del nostro cuore”, come dice san Giovanni (1Gv 3,20). Teniamo quindi presenti due cose. La prima: Gesù rispetta la nostra libertà. La seconda: Gesù aspetta la nostra disponibilità al pentimento ed alla conversione; è ricco di misericordia e di perdono. Del resto, quando, pensiamo al ruolo negativo svolto da Giuda dobbiamo inserirlo nella superiore conduzione degli eventi da parte di Dio. Il suo tradimento ha condotto alla morte di Gesù, il quale trasformò questo tremendo supplizio in spazio di amore salvifico e in consegna di sé al Padre (cfr Gal 2,20; Ef 5,2.25). Il Verbo “tradire” è la versione di una parola greca che significa “consegnare”. Talvolta il suo soggetto è addirittura Dio in persona: è stato lui che per amore “consegnò” Gesù per tutti noi (cfr Rm 8,32). Nel suo misterioso progetto salvifico, Dio assume il gesto inescusabile di Giuda come occasione del dono totale del Figlio per la redenzione del mondo.


Benedetto Prete (Vangelo secondo Matteo): versetto 24 - Il Figlio dell’uomo se ne va, come e scritto di lui; Gesù va liberamente alla morte, poiché non si sottrae al tradimento; ma il traditore non ha nessuna scusa. Sarebbe stato meglio che non fosse mai nato quell’uomo! L’espressione rivela tutta l’amarezza del cuore di Gesù offeso dal tradimento di un suo apostolo.
Essa non è un’affermazione filosofica, come se Gesù volesse dire che per il malvagio è meglio non esser nato, bensì una triste constatazione. Per Giuda la vita è servita a rendere eterna la sua disgrazia.
versetto 25 -  Sì, proprio tu; Giuda che non poteva restare in silenzio, nel qual caso si sarebbe svelato, si associò a qualche altro apostolo oppure domandò isolatamente e sommessamente al Maestro se fosse lui il traditore. Gesù gli rispose con voce bassa, quasi sussurrando le parole; gli apostoli, che probabilmente insistevano in modo disordinato nella loro domanda, non avvertirono la risposta che il Maestro diede a Giuda. Il traditore, per sentire le parole pronunziate con tono sommesso da Gesù, doveva occupare un posto molto vicino a lui. Il quarto evangelista parla di un segno dato segretamente a Giovanni ed a Pietro dal Maestro per riconoscere il traditore (cf. Giovanni 13,24-26). Giuda, quando seppe che Gesù era al corrente del suo tradimento, dovette abbandonare la mensa; egli lasciò la sala della cena quasi subito dopo la risposta. Giuda, con molta probabilità, non partecipò all’istituzione dell’’Eucaristia; Luca (22,21) dà l’impressione che il traditore sia ancora a mensa al momento del grande atto sacramentale; Matteo (26,23) e Marco (14,18) invece mettono prima dell’istituzione eucaristica la denunzia del traditore. 


Padre Umberto Frassineti o.p.: Giuda non è un personaggio tramontato una volta per sempre nel suo tragico gesto suicida, ultimo e definitivo tradimento del suo Maestro. Resta ad ammonire ogni cristiano. Il tradimento è sempre possibile: il peccato è tradimento, l’indifferenza è tradimento, come lo è l’egoismo e l’orgoglio. E noi come «valutiamo» il nostro prossimo? Gesù ha detto «non giudicate». Abbiamo diritto a valutare, soppesare il nostro prossimo? Valutare gli altri, non è già un considerare il nostro prossimo come cosa, merce, soprattutto quando lo disprezziamo? Chi ama, non giudica, non pesa, non misura, non vende e non compra. Chi ama non traduce il suo prossimo in interesse o prezzo. Ogni prezzo è irrisorio. L’uomo vale sempre la morte di Cristo.


Catechismo della Chiesa Cattolica: 1730 Dio ha creato l’uomo ragionevole conferendogli la dignità di una persona dotata dell’iniziativa e della padronanza dei suoi atti. « Dio volle, infatti, lasciare l’uomo in balia del suo proprio volere” (Sir 15,14) perché così esso cerchi spontaneamente il suo Creatore e giunga liberamente, con l’adesione a lui, alla piena e beata perfezione »: «L’uomo è dotato di ragione, e in questo è simile a Dio, creato libero nel suo arbitrio e potere».


1739 Libertà e peccato. La libertà dell’uomo è finita e fallibile. Di fatto, l’uomo ha sbagliato. Liberamente ha peccato. Rifiutando il disegno d’amore di Dio, si è ingannato da sé; è divenuto schiavo del peccato. Questa prima alienazione ne ha generate molte altre. La storia dell’umanità, a partire dalle origini, sta a testimoniare le sventure e le oppressioni nate dal cuore dell’uomo, in conseguenza di un cattivo uso della libertà.


Siamo arrivati al terminePossiamo mettere in evidenza:
*** “Non è un mostro Giuda, è uno dei dodici, ha visto e vissuto tutto quello che ha fatto Gesù, ha intinto la mano nel suo stesso piatto, eppure ha fatto del suo cuore la casa del risentimento verso quel Signore che ha l’unica colpa di avergli voluto fin troppo bene” (Vincenzo Paglia).
Nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.


Preghiamo con la Chiesa: Padre misericordioso, tu hai voluto che il Cristo tuo Figlio subisse per noi il supplizio della croce per liberarci dal potere del nemico, donaci di giungere alla gloria della risurrezione. Per il nostro Signore Gesù Cristo...