IL PENSIERO DEL GIORNO

6 Marzo 2018


MARTeDÌ FERIA III SETTIMANA QUARESIMA


Oggi Gesù ci dice: “Se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello, il Padre non vi perdonerà” (Vangelo).


Dal Vangelo secondo Matteo 18,21-35: «Il perdono incondizionato e costante è l’elemento fondamentale per l’appartenenza al Regno dei cieli, in quanto è la condizione indispensabile per ottenere il perdono del Padre celeste, e, quindi, la salvezza» (P. Benito Camporeale).


Perdono - Eleonore Beck: La Bibbia usa diversi termini per perdono, i quali spesso sono tradotti in maniera diversa: annullare, allontanare, rimettere, coprire, velare, togliere, riconciliare, cancellare, pagare, estinguere, a) Il problema del perdono si fa grave soltanto sullo sfondo della colpa nella quale l’uomo incorre in rapporto agli altri, e con ciò stesso nei confronti di Dio. La colpa fa indissolubilmente parte dell’esistenza dell’uomo, nessuno può liberarsene da solo. La colpa distorce il rapporto dialogico fra gli uomini e il rapporto con Dio; il perdono lo ristabilisce, b) L’Antico Testamento riserva il perdono a Dio (Es 34,9; Ger 5,1 ecc.); la sua misericordia è maggiore di ogni colpa, egli rinuncia al castigo, il suo perdono copre la colpa (Sal 32,1; 103,8-18). Egli perdona a chi si converte, e gli dona una vita nuova. I sacrifici possono ottenere la riconciliazione e conseguire il perdono per il peccatore, c) Nel Nuovo Testamento il perdono non è più riservato solo a Dio. Gesù ha il potere sulla terra di rimettere i peccati (Mc 12,5,10s ecc.). Egli frequenta pubblicani e peccatori (Mt 9,9-13 ecc.), Sulla croce egli implora perdono per coloro che lo perseguitano (Lc 23,34), dalla croce il suo perdono dei peccati vale per i giudei (At 13,38) e per i pagani (At 10,34 ecc.). Nella vita e nella morte di Gesù avviene la riconciliazione definitiva e insopprimibile (Mc 10,45). d) Il potere di rimettere i peccati è conferito agli apostoli (Gv 20,23); presupposto del perdono è la conversione e la confessione del peccato (Lc 24,47; At 2,38 ecc.). Il perdono è reso possibile dal fatto che Gesù, soffrendo e morendo, ha ottenuto da Dio la riconciliazione. Senza spargimento di sangue non si dà riconciliazione (Eb 9,22). Noi otteniamo il perdono in Cristo (Mt 11,7), per mezzo del suo nome (At 10,43), mediante il battesimo (At 2,38). e) Il perdono viene offerto a tutti gli uomini mediante l’annuncio delle azioni salvifiche di Dio. Coloro che I personalmente hanno ottenuto il perdono hanno il compito di trasmettere il messaggio (Gv 21,15-17; 1Tm 1,12-16) a tutti gli uomini (Lc 24,47). A loro s’impone anche di perdonarsi vicendevolmente, così come essi ricevono perdono (Mt 18,21; Ef 4,32; Col 3,12ss; ecc.). L’uomo che si rifiuta di perdonare non può ottenere il perdono da Dio (Mt 6,12.14-15; 18,23ss).


... quante volte dovrò perdonargli? - A porre la domanda è Pietro. Gesù aveva insegnato ai discepoli l’urgente necessità della correzione fraterna, e a Pietro, che certamente faceva riferimento ad una Legge con spirito ben diverso, sembrò forse un po’ esagerato tutta la trafila da fare prima di arrivare ad un giudizio. Comunque, Pietro  pensa di essere molto magnanimo nel dichiararsi disposto a perdonare fino a sette volte (Cf. Prov 24,16).
La risposta di Gesù, Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette (Cf. Gen 4,24), è palese per un semita: bisogna perdonare non per un numero limitato di casi, sette volte, ma senza limiti, cioè sempre, settanta volte sette! Questo è il vino nuovo che va versato in otri nuovi (Mt 19,17; Mc 2,22; Lc 5,37-38).
Non più la Legge del taglione (Cf. Es 21,23), ma la carità  fraterna, l’amore vicendevole, il perdono senza limiti. Il perdono è la «buona novella» già presente nella predicazione del Battista, e che Gesù non solo ratifica con la sua predicazione (Cf. Lc 4,18-19), ma con le opere lo esercita, dimostrando a tutti gli uomini che Dio non vuole che alcuno si perda (Cf. Mt 18,14; Gv 6,39). E anche se viene esatto dal peccatore il pentimento, la fede e una vita nuova, il perdono dei peccati è sempre opera della pazienza di Dio (Cf. Rom 3,25): è un libero e gratuito dono di Dio, non dovuto ai meriti o al pentimento del peccatore, ed è ottenuto dal peccatore per mezzo di Cristo, unicamente per mezzo della sua morte redentrice. Ecco, quindi, per il discepolo l’esigenza di superare le prescrizioni dell’Antico Testamento, tra le quali la Legge del taglione (Es 21,23). Ora v’è una nuova Legge: amare, perdonare come ama e perdona Dio. Il comportarsi diversamente smentisce sul piano dei fatti ogni sforzo di evangelizzazione e compromette la credibilità stessa del Vangelo.
La parabola del servo spietato sposta la domanda di Pietro su un binario ben diverso: quello di Dio, cioè esplicita «non la quantità del perdono [sette volte] ma la qualità dando il motivo per il “nessun limite”: se Dio non pone alcun limite, l’uomo non può porre un limite. D’altra parte, quelli che pongono limiti alla loro disponibilità a perdonare gli altri saranno perdonati da Dio in misura limitata» (Daniel J. Harrington, S.J.).
Diecimila talenti (circa 340 tonnellate d’oro), è una somma astronomica, un debito che il servo non avrebbe mai potuto pagare. Da qui l’ordine che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito (la norma di estendere la pena alla famiglia del reo non è conosciuta dal diritto veterotestamentario, ma è mutuata dal codice penale ellenistico [Cf. Dan 6,25]). Come ultima tavola di salvezza non restava quindi che implorare pietà: la supplica arriva immantinente al cuore del re-padrone il quale ebbe compassione, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Una bella lezione di magnanimità, ma il servo non vuole intenderla e nell’incontrare un pari suo che gli doveva cento denari, ben misera cosa perché l’equivalente di circa mezzo Kg d’argento, non vuol sentire ragione e fa applicare la pena che gli era stata condonata.
Ma l’epilogo della parabola stravolge tutto: il servo spietato viene punito perché incapace di perdonare e in questo modo codifica una norma squisitamente cristiana: Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello.
Tale sentenza è il più bel commento al Padre nostro e in particolare a quella petizione che ci fa dire rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori (Mt 6,12).
Dalle parole di Gesù si esplicita una condizione per essere raggiunti dal perdono del Padre: se perdonerete di cuore, in questo modo la «legge del perdono che Gesù impone ai suoi non si ferma alla superfice, ma raggiunge le profondità più intime dell’essere umano: mente, volontà, sentimento. Il cristiano... deve rivestirsi di tenera compassione, sopportare e perdonare: proprio come il Signore ha perdonato... Se c’è una misura, essa è quella del perdono di Dio: “Siate misericordiosi, come misericordioso è il Padre celeste [Lc 6,36]» (Angelo Lancellotti).


Compostella (Messale per la Vita Cristiana): Quante volte devo perdonare? Buon senso, opportunità, giustizia umana sono termini insufficienti per comprendere adeguatamente la morale cristiana; e non solo perché Cristo è venuto a perfezionare la legge. “Occhio per occhio e dente per dente”, come fu detto agli antichi è una norma che Cristo, nella sua autorità di legislatore supremo, dichiara superata. Ma c’è qualche cosa di più. Dopo la morte redentiva di Cristo l’uomo si trova in una situazione nuova: l’uomo è un perdonato. Il debito gli è stato rimesso, la sua condanna cancellata. “Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio” (2Cor 5,21). Il Padre ormai ci vede in Cristo: figli giustificati. Il mio peccato può ancora indebolire il mio rapporto filiale con il Padre, ma non può eliminarlo. Più che dal suo peccato l’uomo è determinato dal perdono infinitamente misericordioso di Dio: “Il peccato dell’uomo è un pugno di sabbia - così san Serafino di Sarov - la misericordia divina un mare sconfinato”. La miseria umana s’immerge nell’accoglienza purificatrice di Dio. Se questa è la novità portata da Cristo, anche il perdono umano deve adeguarsi ai parametri divini: “Siate misericordiosi come misericordioso è il Padre vostro” (Lc 6,36). Se il Padre guarda l’uomo come perdonato in Cristo, io non lo posso guardare come un condannato. Se il Padre ci accoglie in Cristo così come siamo per trasfigurarci in lui, l’accoglienza benevola diventa un bisogno della vita, una beatitudine. La comunità cristiana non pretende di essere una società di perfetti, ma vuole essere un luogo di perdono, una società di perdonati che ogni giorno gusta la gioia della benevolenza paterna e desidera renderla manifesta nel perdono reciproco.


Papa Francesco (Angelus, 11 Settembre 2017): Il brano evangelico di questa domenica (cfr Mt 18,21-35) ci offre un insegnamento sul perdono, che non nega il torto subito ma riconosce che l’essere umano, creato ad immagine di Dio, è sempre più grande del male che commette. San Pietro domanda a Gesù: «Se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?» (v. 21). A Pietro sembra già il massimo perdonare sette volte a una stessa persona; e forse a noi sembra già molto farlo due volte. Ma Gesù risponde: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette» (v. 22), vale a dire sempre: tu devi perdonare sempre. E lo conferma raccontando la parabola del re misericordioso e del servo spietato, nella quale mostra l’incoerenza di colui che prima è stato perdonato e poi si rifiuta di perdonare.
Il re della parabola è un uomo generoso che, preso da compassione, condona un debito enorme - “diecimila talenti”: enorme - a un servo che lo supplica. Ma quello stesso servo, appena incontra un altro servo come lui che gli deve cento denari – cioè molto meno –, si comporta in modo spietato, facendolo gettare in prigione. L’atteggiamento incoerente di questo servo è anche il nostro quando rifiutiamo il perdono ai nostri fratelli. Mentre il re della parabola è l’immagine di Dio che ci ama di un amore così ricco di misericordia da accoglierci, e amarci e perdonarci continuamente.
Fin dal nostro Battesimo Dio ci ha perdonati, condonandoci un debito insolvibile: il peccato originale. Ma, quella è la prima volta. Poi, con una misericordia senza limiti, Egli ci perdona tutte le colpe non appena mostriamo anche solo un piccolo segno di pentimento. Dio è così: misericordioso. Quando siamo tentati di chiudere il nostro cuore a chi ci ha offeso e ci chiede scusa, ricordiamoci delle parole del Padre celeste al servo spietato: «Io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?» (vv. 32-33). Chiunque abbia sperimentato la gioia, la pace e la libertà interiore che viene dall’essere perdonato può aprirsi alla possibilità di perdonare a sua volta.
Nella preghiera del Padre Nostro, Gesù ha voluto inserire lo stesso insegnamento di questa parabola. Ha messo in relazione diretta il perdono che chiediamo a Dio con il perdono che dobbiamo concedere ai nostri fratelli: «Rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori» (Mt 6,12). Il perdono di Dio è il segno del suo straripante amore per ciascuno di noi; è l’amore che ci lascia liberi di allontanarci, come il figlio prodigo, ma che attende ogni giorno il nostro ritorno; è l’amore intraprendente del pastore per la pecora perduta; è la tenerezza che accoglie ogni peccatore che bussa alla sua porta. Il Padre celeste - nostro Padre - è pieno, è pieno di amore e vuole offrircelo, ma non lo può fare se chiudiamo il nostro cuore all’amore per gli altri.
La Vergine Maria ci aiuti ad essere sempre più consapevoli della gratuità e della grandezza del perdono ricevuto da Dio, per diventare misericordiosi come Lui, Padre buono, lento all’ira e grande nell’amore.


Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
**** L’uomo che si rifiuta di perdonare non può ottenere il perdono da Dio (Mt 6,12.14-15; 18,23ss).
Questa parola cosa ti suggerisce?
Ora nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.


Preghiamo con la Chiesa: Non ci abbandoni mai la tua grazia, o Padre, ci renda fedeli al tuo santo servizio e ci ottenga sempre il tuo aiuto. Per il nostro Signore Gesù Cristo...