IL PENSIERO DEL GIORNO

27 Ottobre 2017


Oggi Gesù ci dice: «Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo?» (Lc 12,56).


Dal Vangelo secondo Luca 12,54-59: Gesù, si rivolge alla folla partendo da elementi ben sperimentabili. In Palestina, le grandi piogge vengono da sud-ovest, dal mare; lo scirocco, dal sud, porta il caldo.
Con profonda amarezza Gesù deve costatare che la folla, pur essendo ben preparata a cogliere i cambiamenti climatici, non è affatto capace di rilevare la presenza in mezzo ad essa di Colui che ha disposto con sapienza «l’avvicendarsi dei tempi e delle stagioni» (Prefazio V Domenica T. O.).
Colui, per mezzo del quale «sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili» (Col 1,16), vero Dio e vero Uomo (cfr. Gv 1,14; Rom 9,5), è «disceso sulla terra» (Ef 4,9) ed è decisivo ai fini della salvezza pronunziarsi su di lui. È di massima urgenza perché è in gioco la salvezza, la decisione non va presa secondo preconcetti e velleità che nulla hanno a che fare con un giusto giudizio (cfr. Lc 4,16-30).
Questa incapacità è anche ipocrisia perché i segni, attraverso i quali dare un giusto giudizio, nella vita di Gesù sono evidentissimi: «Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non volete credere a me, credete almeno alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me e io nel Padre» (Gv 10,36-38).
Respingendo Gesù, gli uomini si perdono senza speranza; peccano contro la verità. È il peccato contro lo Spirito Santo che non sarà perdonato né in questo secolo, né in quello futuro (cfr. Mt 12,32).


Bibbia di Navarra (I Quattro Vangeli - Nota a Lc 12,56: Coloro che ascoltavano Gesù sapevano, in forza dell’esperienza, predire il tempo. Benché invece conoscessero i segni annunziati dai profeti circa la venuta del Messia, e benché ora ne ascoltino gli insegnamenti e ne vedano i miracoli, non vogliono riconoscerli né trarre le ovvie conseguenze; mancano loro la buona volontà e la rettitudine d’intenzione, e pertanto chiudono gli occhi alla luce del vangelo (cfr Rm 1,18ss.).
Questo atteggiamento non fu solo di molti tra i contemporanei di Gesù Cristo; si ripropone in modo affatto peculiare ai nostri giorni, assumendo alcune delle forme di ateismo deplorate dal Concilio Vaticano II: «Coloro che volontariamente cercano di tenere lontano Dio dal proprio cuore e di evitare i problemi religiosi, non seguendo l’imperati a della loro coscienza. non sono e enti da colpa» (Gaudium et spes. n. 19).


I segni dei tempi - Leggere le indicazioni - Basilio Caballero (La Parola per ogni giorno): Il vangelo di oggi contiene due «detti» di Gesù, senza apparente connessione reciproca: la lettura dei segni dei tempi e la riconciliazione fraterna. È chiaro, tuttavia, che una buona lettura del presente induce ad approfittare dell’opportunità di riconciliarsi con il fratello. Nel vangelo di Matteo, la prima massima è pronunciata da Gesù quando farisei e sadducei gli chiedono un segno dal cielo (Mt 16,1ss), e la seconda nella prima antitesi del discorso della montagna (Mt 5,25s). La nostra riflessione verterà sui segni dei tempi … Grazie alla scienza e alla tecnica, l’uomo attuale può leggere nella natura e nella storia i segni del futuro attraverso l’analisi delle indicazioni offerte dal presente, sia sul terreno meteorologico che nel campo della ricerca, dell’economia e della politica. La programmazione s’impone a tutti i livelli, ma non c’è pianificazione possibile del futuro senza lettura del presente.
È quello che dice Gesù ai suoi contemporanei: «Sapete giudicare l’aspetto della terra e del cielo, e come mai questo tempo non sapete giudicarlo? E perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?». Gesù invita a interpretare il tempo presente; e per designare questo «tempo» l’originale greco non usa il termine chronos (periodo del calendario), ma kairos, che è il vocabolo abituale nel Nuovo Testamento per esprimere l’ora compiuta del regno di Dio: tempo di grazia e opportunità di salvezza. Perciò, è arrivato il tempo della decisione; e davanti all’annuncio del Battista e di Gesù, segno evidente dell’arrivo del regno, i contemporanei di Cristo avrebbero dovuto trarre una conclusione sicura: la conversione.


Catechismo della Chiesa Cattolica

Le vie che portano alla conoscenza di Dio

n. 31 Creato a immagine di Dio, chiamato a conoscere e ad amare Dio, l’uomo che cerca Dio scopre alcune “vie” per arrivare alla conoscenza di Dio. Vengono anche chiamate “prove dell’esistenza di Dio”, non nel senso delle prove ricercate nel campo delle scienze naturali, ma nel senso di “argomenti convergenti e convincenti” che permettono di raggiungere vere certezze.
Queste “vie” per avvicinarsi a Dio hanno come punto di partenza la creazione: il mondo materiale e la persona umana.

n. 32 Il mondo: partendo dal movimento e dal divenire, dalla contingenza, dall’ordine e dalla bellezza del mondo si può giungere a conoscere Dio come origine e fine dell’universo.
San Paolo riguardo ai pagani afferma “Ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha loro manifestato. Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l’intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità” (Rm 1,1920). E sant’Agostino: “Interroga la bellezza della terra, del mare, dell’aria rarefatta e dovunque espansa; interroga la bellezza del cielo... interroga tutte queste realtà. Tutte ti risponderanno: guardaci pure e osserva come siamo belle. La loro bellezza è come un loro inno di lode [“confessio”]. Ora, queste creature, così belle ma pur mutevoli, chi le ha fatte se non uno che è bello [Pulcher] in modo immutabile?”

n. 33 L’ uomo: con la sua apertura alla verità e alla bellezza, con il suo senso del bene morale, con la sua libertà e la voce della coscienza, con la sua aspirazione all’infinito e alla felicità, l’uomo si interroga sull’esistenza di Dio. In queste aperture egli percepisce segni della propria anima spirituale. “Germe dell’eternità che porta in sé, irriducibile alla sola materia”, la sua anima non può avere la propria origine che in Dio solo.

n. 34 Il mondo e l’uomo attestano che essi non hanno in se stessi né il loro primo principio né il loro fine ultimo, ma che partecipano all’Essere in sé, che non ha né origine né fine. Così, attraverso queste diverse “vie”, l’uomo può giungere alla conoscenza dell’esistenza di una realtà che è la causa prima e il fine ultimo di tutto “e che tutti chiamano Dio”.

n. 35 L’uomo ha facoltà che lo rendono capace di conoscere l’esistenza di un Dio personale. Ma perché l’uomo possa entrare nella sua intimità, Dio ha voluto rivelarsi a lui e donargli la grazia di poter accogliere questa Rivelazione nella fede. Tuttavia, le prove dell’esistenza di Dio possono portare alla fede ed aiutare a constatare che questa non si oppone alla ragione umana.


La fede e l’intelligenza

n. 156: Il motivo di credere non consiste nel fatto che le verità rivelate appaiano come vere e intelligibili alla luce della nostra ragione naturale. Noi crediamo “per l’autorità di Dio stesso che le rivela, il quale non può né ingannarsi né ingannare”. “Nondimeno, perché l’ossequio della nostra fede fosse conforme alla ragione, Dio ha voluto che agli interiori aiuti dello Spirito Santo si accompagnassero anche prove esteriori della sua Rivelazione”. Così i miracoli di Cristo e dei santi le profezie, la diffusione e la santità della Chiesa, la sua fecondità e la sua stabilità “sono segni certissimi della divina Rivelazione, adatti ad ogni intelligenza”, sono “motivi di credibilità” i quali mostrano che l’assenso della fede non è “affatto un cieco moto dello spirito”.


Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
****  Le prove dell’esistenza di Dio possono portare alla fede ed aiutare a constatare che questa non si oppone alla ragione umana.
Questa parola cosa ti suggerisce?
Ora nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.


Preghiamo con la Chiesa: Dio onnipotente ed eterno, crea in noi un cuore generoso e fedele, perché possiamo sempre servirti con lealtà e purezza di spirito. Per il nostro Signore Gesù Cristo...