IL PENSIERO DEL GIORNO
27 LUGLIO 2017
Oggi Gesù ci dice: “A voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli” (Mt 13,11).
Benedetto Prete (Vangelo secondo Matteo): I misteri del regno dei cieli; il regno dei cieli è un segreto piano (misterion) di Dio. Gli Ebrei erano impreparati per una rivelazione diretta ed immediata di un mistero cosi profondo e divino. Per essi era opportuno ricorrere all’insegnamento indiretto delle parabole, perché la rivelazione diretta del piano misericordioso che Dio attua nel mondo li avrebbe accecati e scandalizzati. Per i discepoli, desiderosi di essere illuminati da Gesù e destinati a diventare maestri degli altri, era conveniente manifestare direttamente la verità sul regno dei cieli.
Anselm Urban (prontuario della Bibbia): Regno di Dio. L’espressione greca basileia theou (“regalità di Dio” ebr. “malkut JHWH”) designa in primo luogo il potere esercitato, l’effettivo governare di Dio. In genere sarebbe consigliabile la traduzione “signoria di Dio”. Tuttavia s’intende talvolta un particolare ambito o stato nel quale la sovranità di Dio si esplica pienamente, in tal caso si parla di regno. “Regno dei cieli” (in Mt; meglio: “signoria dei cieli”) perifrasa soltanto il nome di Dio e sarebbe totalmente frainteso se fosse concepito come un “regno al di sopra delle nubi”: si tratta della pretesa di governo che Dio avanza su questo mondo. Nell’Antico Testamento si parla molto della sovranità regale di JHWH, ma raramente nel senso di “regno”. In 1Cr 17,14 viene chiamato così il regno davidico (idealizzato teocraticamente); nelle visioni di Dn i regni di questo mondo vengono sostituiti dal regno del figlio dell’uomo (7,14 - e rispettivamente del popolo dei santi, come accenna il v. 27). Mentre nel giudaismo rabbinico la “signoria dei cieli” è piuttosto un’entità spirituale, nell’apocalittica vive e si sviluppa ulteriormente (naturalmente accanto a speculazioni escatologiche) la grande visione dei profeti (per es. Is 11): un regno universale di pace e di salvezza che trasforma anche la creazione, una vita purificata degli uomini al di là della colpa e del peccato, sotto l’ordine onnicomprensivo della legge divina. Gesù non annuncia né un regno politico, né puramente spiritualemorale, ma si ricollega alle visioni profetiche. La novità è che tutto ciò è “vicino” (Mc 1,15), “è alle porte” (13,19). Il regno non viene attraverso i nostri sforzi, per quanto noi siamo assegnati al lavoro nella vigna (Mt 20,1ss), ma cresce soltanto ad opera di Dio (cf. Mc 4,26-29). SI può essere certamente “collaboratori per il regno” (Col 4,11), ma “edificare il regno” lo può soltanto Dio stesso. A noi rimane l’umile invocazione: “Venga il tuo regno!” (Mt 6,10).
Catechismo degli Adulti
Il regno di Dio - La posizione di Gesù: 117 Gesù si inserisce nel suo ambiente, inquieto e pieno di aspettative, con continuità e originalità. Il suo passaggio desta nella gente interesse, stupore, entusiasmo; a volte perfino un misterioso timore. Provoca in molti diffidenza, delusione, rifiuto e ostilità. Non lascia però indifferente nessuno.
Il suo annuncio è che il regno di Dio non è più solo da attendere nel futuro; è in arrivo, anzi in qualche modo è già presente. Viene in modo assai concreto, a risanare tutti i rapporti dell’uomo: con Dio, con se stesso, con gli altri e con le cose. Vuole attuare una pace perfetta, che abbraccia tutto e tutti. Al suo confronto l’esodo dall’Egitto e il ritorno da Babilonia erano solo pallidi presagi. Tuttavia il Regno non comporta né il trionfo della legge mosaica, né la rivoluzione nazionale, né gli sconvolgimenti cosmici. Bisogna credere innanzitutto all’amore di Dio Padre, che si manifesta attraverso Gesù, e convertirsi dal peccato, che è la radice di tutti i mali.
La nostra cooperazione: 141 In Gesù, Dio Padre inaugura la sua nuova presenza nella storia e offre a noi la possibilità di entrare in un rapporto di comunione con lui. Il suo regno non ha un carattere spettacolare; ama nascondersi nella semplicità delle cose ordinarie. E tuttavia possiamo farne l’esperienza subito, se lo accogliamo liberamente e attivamente
Per avere un raccolto soddisfacente, non basta che il seminatore getti il seme con abbondanza; occorre che il terreno sia buono. Il Regno è interamente dono, ma ha bisogno della nostra cooperazione: la esige e la provoca nello stesso tempo. Dio non solo rispetta, ma suscita la libertà; non salva l’uomo dall’esterno, come fosse un oggetto, ma lo rigenera interiormente, e poi attraverso di lui rinnova la società e il mondo. La lieta notizia del regno di Dio che viene implica un appello: «Convertitevi e credete al vangelo» (Mc 1,15). La nuova prossimità di Dio mediante Gesù rende possibile una radicale conversione.
Catechismo della Chiesa Cattolica: I SEGNI DEL REGNO DI DIO
547 Gesù accompagna le sue parole con numerosi «miracoli, prodigi e segni» (At 2,22), i quali manifestano che in lui il Regno è presente. Attestano che Gesù è il Messia annunziato.
548 I segni compiuti da Gesù testimoniano che il Padre lo ha mandato. Essi sollecitano a credere in lui.? A coloro che gli si rivolgono con fede egli concede ciò che domandano. Allora i miracoli rendono più salda la fede in colui che compie le opere del Padre suo: testimoniano che egli è il Figlio di Dio. Ma possono anche essere motivo di scandalo. Non mirano a soddisfare la curiosità e i desideri di qualcosa di magico. Nonostante i suoi miracoli tanto evidenti, Gesù è rifiutato da alcuni; ma lo accusano a perfino di agire per mezzo dei demoni.
549 Liberando alcuni uomini dai mali terreni della fame, dell’ingiustizia, della malattia e della morte, Gesù ha posto dei segni messianici; egli non è venuto tuttavia per eliminare tutti i mali di quaggiù, ma per liberare gli uomini dalla più grave delle schiavitù: quella del peccato,che li ostacola nella loro vocazione di figli di Dio e causa tutti i loro asservimenti umani.
550 La venuta del regno di Dio è la sconfitta del regno di Satana: «Se io scaccio i demoni per virtù dello Spirito di Dio, è certo giunto fra voi il regno di Dio» (MI 12.28). Gli esorcismi di Gesù liberano alcuni uomini dal tormento dei demoni. Anticipano la grande vittoria di Gesù sul « principe di questo mondo». II regno di Dio sarà definitivamente stabilito per mezzo della croce di Cristo: « Regnavit a ligno Deus - Dio regnò dalla croce».
Giovanni Paolo II (Udienza Generale, 4 Novembre 1987): L’instaurazione del regno di Dio nella storia dell’umanità è lo scopo della vocazione e della missione degli apostoli - e quindi della Chiesa - in tutto il mondo (cf. Mc 16,15; Mt 28,19-20). Gesù sapeva che questa missione, al pari della sua missione messianica, avrebbe incontrato e suscitato forti opposizioni. Fin dai giorni dell’invio nei primi esperimenti di collaborazione con lui, egli avvertiva gli apostoli: “Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe” (Mt 10,6).
Nel testo di Matteo è condensato anche ciò che Gesù avrebbe detto in seguito sulla sorte dei suoi missionari (cf. Mt 10,17-25); tema sul quale egli ritorna in uno degli ultimi discorsi polemici con “scribi e farisei”, ribadendo: “Ecco io vi mando profeti, sapienti e scribi; di questi alcuni ne ucciderete e crocifiggerete, altri ne flagellerete nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città...” (Mt 23,34). Sorte che del resto era già toccata ai profeti e ad altri personaggi dell’antica alleanza, ai quali accenna il testo (cf. Mt 23,35). Ma Gesù dava ai suoi seguaci la sicurezza della durata dell’opera sua e loro: “et portae inferi non praevalebunt...”.
Malgrado le opposizioni e contraddizioni che avrebbe conosciuto nel suo svolgersi storico, il regno di Dio, instaurato una volta per sempre nel mondo con la potenza di Dio stesso mediante il Vangelo e il mistero pasquale del Figlio, avrebbe sempre portato non solo i segni della sua passione e morte, ma anche il suggello della potenza divina, sfolgorata nella risurrezione. Lo avrebbe dimostrato la storia. Ma la certezza degli apostoli e di tutti i credenti è fondata sulla rivelazione del potere divino di Cristo, storico, escatologico ed eterno, sul quale il Concilio Vaticano II insegna: “Cristo, fattosi obbediente fino alla morte e perciò esaltato dal Padre (cf. Fil 2,8-9), entrò nella gloria del suo regno; a lui sono sottomesse tutte le cose, fino a che egli sottometta al Padre se stesso e tutte le creature affinché Dio sia tutto in tutti (cf. 1Cor 15,27-28)” (Lumen Gentium, 36).
Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
**** La venuta del regno di Dio è la sconfitta del regno di Satana.
Questa parola cosa ti suggerisce?
Ora nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.
Preghiamo con la Chiesa: Dio dei nostri padri, che ai santi Gioacchino e Anna hai dato il privilegio di avere come figlia Maria, madre del Signore, per loro intercessione concedi ai tuoi fedeli di godere i beni della salvezza eterna. Per il nostro Signore Gesù Cristo...