IL PENSIERO DEL GIORNO
6 Agosto 2017
Oggi Gesù ci dice: «Alzatevi e non temete» (Mt 17,7).
Ortensio da Spinetoli (Matteo): Ormai «solo Gesù» è il legislatore e il profeta voluto dal Padre. L’interruzione di Pietro serve a ribadire questa suprema decisione divina. La caduta a terra degli apostoli non è causata, in Matteo, dalla vista della nube o dello smarrimento (il «non sapeva quello che dicesse» si trova in Luca) ma dalle parole del Padre. Mentre Pietro vuole assegnare a tutti e tre un’eguale mansione per perpetuare quindi la legge e il profetismo, Iddio fa intendere di aver costituito «solo Gesù» suo unico plenipotenziario e intermediario tra gli uomini. Cadendo a terra (in Matteo solo dopo questo annuncio) essi fanno un atto di sottomissione alla volontà di Dio e all’autorità del suo inviato. La voce del Padre li ha riempiti di timore ma non ha impedito di esprimere il loro omaggio al dottore loro proposto da Dio (cfr. Gen 17,3; 1Sam 24,9; 2Sam 9,8; Dan l0,9 ecc.).
Il monte della trasfigurazione da cui Gesù impartisce i suoi insegnamenti, ha sostituito il monte Sinai e il monte Sion. La gloria di Jahve anch’essa cessa di risiedere nel santuario gerosolimitano e comincia a espandersi sui tre apostoli e su tutti gli uomini.
La trasfigurazione è l’anticipata apoteosi di Cristo. Egli vi appare in tutte le sue attribuzioni: figlio dell’uomo, servo di Jahve, messia, figlio di Dio e con i suoi legami nella storia della salvezza.
Trasfigurazione. In tutti i sinottici il racconto della trasfigurazione di Gesù (Mt 17,1-9 par) è in stretta connessione col precedente primo annuncio della passione, che per i discepoli rimaneva ancora incomprensibile. Nella trasfigurazione, Gesù doveva esser loro rivelato come il vero messia, dapprima per mezzo della testimonianza di Mosè ed Elia (Legge e Profeti), poi dallo stesso Padre (dalla nube luminosa della “gloria” di JHWH). Mt 16,28 (diversamente Mc 9,1) vuole offrire un’interpretazione dell’evento: i discepoli vedono in Gesù il “figlio dell’uomo” che “viene sulle nubi del cielo tratteggiato da Dn 713. Al di là di tutti i racconti tramandati, si deve certamente ammettere un evento straordinario. Il v. 2 parla di una “trasformazione” (metamorfosi) di Gesù. È difficile richiamare paralleli storico-religiosi (metamorfosi degli iniziati nei culti misterici). Il v. 9 chiama “visione” (soltanto Mt) l’esperienza vissuta dai discepoli, che deve esser stata chiaramente affine alle apparizioni pasquali.
La trasfigurazione di Gesù è un’epifania del “Figlio diletto”, la cui gloria si manifesta proprio mentre è incamminato verso la croce. (UR)
Catechismo della Chiesa Cattolica
Un anticipo del Regno: la Trasfigurazione
554 Dal giorno in cui Pietro ha confessato che Gesù è il Cristo, il Figlio del Dio vivente, il Maestro «cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme, e soffrire molto [...] e venire ucciso e risuscitare il terzo giorno» (Mt 16,21). Pietro protesta a questo annunzio, gli altri addirittura non lo comprendono. In tale contesto si colloca l’episodio misterioso della trasfigurazione di Gesù su un alto monte, davanti a tre testimoni da lui scelti: Pietro, Giacomo e Giovanni. Il volto e la veste di Gesù diventano sfolgoranti di luce, appaiono Mosè ed Elia che parlano «della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme» (Lc 9,31). Una nube li avvolge e una voce dal cielo dice: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo» (Lc 9,35).
555 Per un istante, Gesù mostra la sua gloria divina, confermando così la confessione di Pietro. Rivela anche che, per «entrare nella sua gloria» (Lc 24,26), deve passare attraverso la croce a Gerusalemme. Mosè ed Elia avevano visto la gloria di Dio sul monte; la Legge e i profeti avevano annunziato le sofferenze del Messia. La passione di Gesù è proprio la volontà del Padre: il Figlio agisce come Servo di Dio. La nube indica la presenza dello Spirito Santo: «Tota Trinitas apparuit: Pater in voce, Filius in homine, Spiritus in nube clara – Apparve tutta la Trinità: il Padre nella voce, il Figlio nell’uomo, lo Spirito nella nube luminosa»: «Tu ti sei trasfigurato sul monte, e, nella misura in cui ne erano capaci, i tuoi discepoli hanno contemplato la tua gloria, Cristo Dio, affinché, quando ti avrebbero visto crocifisso, comprendessero che la tua passione era volontaria ed annunziassero al mondo che tu sei veramente l’irradiazione del Padre».
556 Alla soglia della vita pubblica: il battesimo; alla soglia della pasqua: la trasfigurazione. Col battesimo di Gesù «declaratum fuit mysterium primae regenerationis – fu manifestato il mistero della prima rigenerazione»: il nostro Battesimo; la trasfigurazione «est sacramentum secundae regenerationis – è il sacramento della seconda rigenerazione»: la nostra risurrezione. Fin d’ora noi partecipiamo alla risurrezione del Signore mediante lo Spirito Santo che agisce nel sacramento del corpo di Cristo. La trasfigurazione ci offre un anticipo della venuta gloriosa di Cristo «il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso» (Fil 3,21). Ma ci ricorda anche che «è necessario attraversare molte tribolazioni per entrare nel regno di Dio» (At 14,22): «Pietro non lo capiva ancora quando sul monte desiderava vivere con Cristo. Questa felicità Cristo te la riservava dopo la morte, o Pietro. Ora invece egli stesso ti dice: Discendi ad affaticarti sulla terra, a servire sulla terra, a essere disprezzato, a essere crocifisso sulla terra. È discesa la vita per essere uccisa; è disceso il pane per sentire la fame; è discesa la via, perché sentisse la stanchezza del cammino; è discesa la sorgente per aver sete; e tu rifiuti di soffrire?».
† Marcello Semeraro, vescovo
Meditando sul mistero della Trasfigurazione...
Meditando sul mistero della Trasfigurazione, noi possiamo muoverci in più direzioni, tutte indicateci dal Prefazio di questa festa. Una ci conduce a considerare la gloria di Gesù che si rivela agli Apostoli: “Dinanzi ai testimoni da lui prescelti, egli rivelò la sua gloria”. Quale gloria? Non si tratta di un bagliore materiale, per quanto l’evangelista, come abbiamo ascoltato, accumulando i superlativi si diffonda nel darci dei paragoni: gli abiti di Gesù appaiono splendenti, di un candore che umanamente è impossibile realizzare (cfr. Mc 9,3). In realtà dobbiamo entrare nella dimensione della fede, perché, come leggiamo all’inizio del Quarto Vangelo, si tratta della “gloria di Figlio unico che viene dal Padre” (Gv 1,14; cfr. 2Pt 1,17). Come l’evangelista san Giovanni - che fu uno dei testimoni della Trasfigurazione - anche noi, dunque, professiamo che Gesù è il Figlio di Dio.
C’è poi una seconda direzione e questa ci riguarda in prima persona, perché Gesù “nella sua umanità, in tutto simile alla nostra, fece risplendere una luce incomparabile” (Prefazio). Nel mistero della sua Trasfigurazione Gesù compie l’annuncio della nostra trasformazione. Anzi, non solo della nostra: nella sua Trasfigurazione Gesù volle pure “anticipare… la meravigliosa sorte della Chiesa, suo mistico corpo”. Come, dunque, sono colmi di speranza questa festa e il Mistero che essa celebra! La Trasfigurazione, infatti, ci rivela il senso intimo del cristianesimo, che è essenzialmente la rivelazione del nuovo, del creativo, della risurrezione nella vita eterna e nella gloria, come scrive l’apostolo Paolo: “La nostra cittadinanza… è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che egli ha di sottomettere a sé tutte le cose” (Fil 3,20-21).
Si apre, così, una terza direzione poiché la Trasfigurazione ci permette di scorgere, nella luce di Cristo risorto, quali saranno gli uomini glorificati e il mondo trasformato; e non solo quali saranno alla fine dei tempi, ma addirittura quali possono essere già da oggi come un rapido anticipo della gloria futura, se ascolteranno la Parola del Figlio prediletto. Quando, cioè, sono uomini nuovi, perché questo ci ha promesso Gesù: “Quando il tuo occhio è semplice, anche tutto il tuo corpo è luminoso… Se dunque il tuo corpo è tutto luminoso, senza avere alcuna parte nelle tenebre, sarà tutto nella luce, come quando la lampada ti illumina con il suo fulgore” (Lc 11,34-36).
Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
*** Se dunque il tuo corpo è tutto luminoso, senza avere alcuna parte nelle tenebre, sarà tutto nella luce, come quando la lampada ti illumina con il suo fulgore.
Questa parola cosa ti suggerisce?
Ora nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.
Preghiamo con la Chiesa: O Dio, che nella gloriosa Trasfigurazione del Cristo Signore, hai confermato i misteri della fede con la testimonianza della legge e dei profeti e hai mirabilmente preannunziato la nostra definitiva adozione a tuoi figli, fa’ che ascoltiamo la parola del tuo amatissimo Figlio per diventare coeredi della sua vita immortale. Egli è Dio, e vive e regna con te...