26 Maggio 2019

VI Domenica di Pasqua


Oggi Gesù ci dice:  Lo Spirito Santo vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.” (Vangelo).

I Lettura - Atti 15,1-2.22-29: Oltre a mettere in evidenza la comunione ecclesiale, Luca sottolinea con l’espressione - Abbiamo deciso, lo Spirito Santo e noi -, la consapevolezza della assistenza particolarissima dello Spirito Santo nella guida della comunità cristiana dei credenti. La soluzione delle difficoltà generate dai fratelli «venuti dalla Giudea» permette alla gerarchia ecclesiale - apostoli e anziani - di esercitare la sua funzione di guida illuminante e correttiva. Le note peculiari contenute nella lettera pastorale - astenersi dal sangue - sono da addebitare alla sensibilità semitica che vedeva nel sangue il principio della vita e la vita apparteneva a Dio (Lev 17,14).

Salmo Responsoriale - Dal Salmo 66 (67): AA. VV. (Le più belle preghiere della Bibbia i Salmi): È una preghiera di ringraziamento comunitario con motivi innici, che invoca la benedizione di Dio per il suo popolo. E Dio ha benedetto il suo popolo quando ci ha visitati il sole che sorge dall’alto, ossia il Cristo unigenito Figlio suo, venuto a donare a ciascuno di noi la grazia della salvezza (cfr. Le 1,78). «In Lui era la vita e la vita era la luce degli uomini» (Gv 1,4). Di questa stessa luce vogliamo risplendere, ma se la luce presente in noi è tene­bra, «quanto grande sarà la tenebra!», ci ricorda Gesù (cfr. Mt 6,23). Sforziamoci, quindi, di vivere nella consapevolezza che siamo la luce del mondo e che, nella misura in cui risplendono le nostre opere buone davanti agli uomini, Dio è glorificato nelle sue creature: «perché si conosca sulla terra la tua via, la tua salvezza fra tutte le genti». Ogni cristiano è chiamato a essere figlio ed erede della benedizione, perché la terra possa “dare il suo frutto” e temano Dio tutti i suoi confini.

II Lettura - Ap 21,10-14.22-23: Il tema del brano apocalittico è la visione della Gerusalemme messianica come simbolo di perfezione. L’angelo che aveva mostrato a Giovanni la visione della grande prostituta Babilonia ora gli mostra in contrapposizione la città santa nella quale risplende la gloria di Dio. Gli elementi della descrizione sono presi dal libro del profeta Ezechiele (40-48). Nella città santa non v’è «alcun tempio» perché il luogo del nuovo culto spirituale (cfr. Gv 4,23-24; Rom 12,1) è ormai il corpo del Cristo immolato e risuscitato

Vangelo - Dal Vangelo secondo Giovanni 14,23-29: Gesù nel donare la sua pace promette il dono dello Spirito Santo. Nella Chiesa, avrà la funzione di consolare, di insegnare e donare ai credenti l’intelligenza della Parola. Un’ultima raccomandazione: «Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore». Praticamente, i discepoli devono avere la certezza che il Maestro, con la sua morte, ha vinto il mondo e nulla potrà separarli dal suo amore (cfr. Gv 16,13; Rom 8,37-38).

Dai testi di Giovanni sullo Spirito Santo si possono rilevare i tratti seguenti: lo Spirito Santo verrà quando Gesù se ne sarà «andato» (16,7). Gesù pregherà il Padre ed Egli darà ai discepoli «un altro Consolatore» (14,16.26; 15,26). I discepoli lo conoscono, perché Egli dimora presso di loro e sarà in loro (14,17). Dimorerà in loro (14,17) insegnerà ad essi ogni cosa (14,26) e li guiderà sulla via della verità (16,13). Annunzierà ai discepoli le cose future (16,13). Prenderà da Gesù per dare ai discepoli (16,14), glorificando Gesù (16,14) e rendendo testimonianza di lui, facendo ricordare ai discepoli ciò che Gesù ha fatto e ha detto loro (14,26). Non parlerà da se stesso (16,13), dirà solamente quanto sentirà. Il mondo non lo può accogliere (14,17), non lo vede e non lo conosce (14,17). Lo Spirito darà testimonianza in favore di Gesù di fronte all’incredulità e all’odio del mondo (15,26; 16,8); confuterà il mondo in fatto di peccato, di giustizia e di giudizio (16,8). Dimostrerà ai credenti che il mondo è nel peccato e in errore, e quindi in stato di condanna.

Se uno mi ama, osserverà la mia parola  - Benedetto Prete (I Quattro Vangeli):  Se uno mi ama, osserverà la mia parola; chi ama Gesù osserva la sua parola, cioè i suoi comandamenti; si noti che l’espressione «osservare la mia parola» è parallela all’altra già usata dall’evangelista: «osservare i comandamenti» (verss. 15,21). E il Padre mio lo amerà; nel credente l’osservanza dei comandamenti è in pari tempo effetto e segno dell’amore del Padre e del Figlio. Verremo a lui e dimoreremo presso di lui; Cristo risponde indirettamente a Giuda dicendogli che la manifestazione di cui si parla si identifica con la presenza del Padre e del Figlio in coloro che amano ed osservano i comandamenti. Si tratta di una presenza divina del tutto particolare e duratura. Nei verss. 15-23 si trovano le affermazioni più caratteristiche del quarto vangelo, concernenti la così detta «escatologia realizzata» (cf. Giov. 3,18; 5,25). Nella presente sezione non si parla del ritorno di Cristo, che avrà luogo alla fine dei tempi, come di esso si parla in altri testi giovannei (cf. Giov., 6,39ss.; 12,48), in passi dei vangeli sinottici e in quelli delle prime lettere di San Paolo (cf. 1Tessalonicesi, 4, 4-18), ma del ritorno che si attua già fin dall’inizio della predicazione evangelica e che si identifica con la abitazione (dimora) di Cristo nell’animo di coloro che osservano i suoi comandamenti; questa presenza di Gesù costituisce la «escatologia realizzata». Da ciò risulta come in questo stesso capitolo vi siano delle prospettive differenti per quanto riguarda l’escatologia; in Giov., 141-3 la prospettiva escatologica è quella tradizionale; in Giov.,14, 18-21 la prospettiva escatologica è quella della «escatologia realizzata».

Gesù promette lo Spirito - Jacques Guillet: Ripieno dello Spirito Santo e non agendo se non per mezzo suo, Gesù tuttavia quasi non ne parla. Lo manifesta con tutti i suoi atti, ma finché vive in mezzo a noi, non può mostrarlo distinto da sé. Affinché lo Spirito sia effuso e riconosciuto bisogna che Gesù se ne vada (Gv 7,39; 16,7); allora si riconoscerà quel che è lo Spirito e che viene da lui. Gesù quindi non parla ai suoi dello Spirito se non separandosi sensibilmente da essi, in modo temporaneo (Mt 10,20) o definitivo (Gv 14,16 s. 26; 16,13 ss). Nei sinottici sembra che lo Spirito non debba manifestarsi se non nelle situazioni gravi, in mezzo ad avversari trionfanti, dinanzi ai tribunali (Mc 13, 11). Ma le confidenze del discorso dopo la cena sono più precise: l’ostilità del mondo per Gesù non è un fatto accidentale, e se non la manifesta ogni giorno con persecuzioni violente, tuttavia ogni giorno i discepoli sentiranno pesare su di sé la sua minaccia (Gv 15, 18-21), e perciò ogni giorno anche lo Spirito sarà con essi (14,16 s).
Come Gesù ha confessato il Padre suo con tutta la sua vita (Gv 5,41; 8,50; 12,49), così i discepoli dovranno rendere testimonianza al Signore (Mc 13,9; Gv 15,27). Essi, finché Gesù viveva con loro, non temevano nulla; egli era il loro paraclito, sempre presente per prendere la loro difesa e trarli d’impaccio (Gv 17,12). Dopo la sua partenza, lo Spirito occuperà il suo posto per essere il loro paraclito (14,16; 16,7).
Distinto da Gesù, egli non parlerà in nome proprio, ma sempre in nome di Gesù, da cui è inseparabile e che egli «glorificherà» (16, 13 s). Ricorderà ai discepoli gli atti e le parole del Signore e ne darà loro l’intelligenza (14,26); darà loro la forza di affrontare il mondo nel nome di Gesù, di scoprir il senso della sua morte e di rendere testimonianza al mistero divino che si è compiuto in questo fatto scandaloso: la condanna del peccato, la sconfitta di Satana, il trionfo della giustizia di Dio (16,8-11).

Il Paràclito, lo Spirito Santo - Mario Galizzi (Vangelo secondo Giovanni): La parola «Santo» non indica solo una qualità dello Spirito: è santo perché appartiene alla sfera del divino; ma anche una sua funzione: è santo perché santifica, separa, consacra i discepoli per un compito nella storia. Essi infatti dovranno continuare l’opera di Gesù, cioè come Gesù ha fatto e insegnato quello che faceva il Padre, così essi dovranno fare come ha fatto Gesù e insegnare quello che ha insegnato Gesù. È in questo compito che si inserisce l’azione dello Spi­rito, il quale insegnerà loro «ogni cosa», si intende tutto ciò che Gesù ha insegnato, aiutandoli a capire il vero senso del suo insegnamento, e lo farà ricordando loro quanto ha detto Gesù.
La promessa viene fatta a un ristretto gruppo di discepoli, ma non si limita a loro. Gesù sta parlando a coloro che sono la sua comunità ed è alla comunità che fa questa promessa. Lo dimostra il libro degli Atti, scritto assai prima del nostro vangelo, quando racconta che anche altri agiscono e insegnano sotto l’azione dello Spirito (si pensi a Stefano: At 6-7; alla chiesa di Antiochia, dove ci sono «profeti e maestri» e lo Spirito si rivela loro: 13,1-2). È lo Spirito che sostiene in ogni tempo i discepoli del Signore realizzando in continuità la sua missione, dando sempre maggiori capacità per approfondire la conoscenza di Gesù e il suo insegnamento e testimoniarlo.

Lo Spirito Santo - il Dono di Dio - Catechismo della Chiesa Cattolica 733: «Dio è amore» (1 Gv 4,8.16) e l’amore è il primo dono, quello che contiene tutti gli altri. Questo amore, Dio l’ha «riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato donato» (Rm 5,5).
734 Poiché noi siamo morti, o, almeno, feriti per il peccato, il primo effetto del dono dell’amore è la remissione dei nostri peccati. È «la comunione dello Spirito Santo» (2Cor 13,13) che nella Chiesa ridona ai battezzati la somiglianza divina perduta a causa del peccato.
735 Egli dona allora la «caparra» o le «primizie» della nostra eredità; la vita stessa della Santissima Trinità che consiste nell’amare come egli ci ha amati. Questo amore (la carità di 1Cor 13) è il principio della vita nuova in Cristo, resa possibile dal fatto che abbiamo «forza dallo Spirito Santo» (At 1,8).
736 È per questa potenza dello Spirito che i figli di Dio possono portare frutto. Colui che ci ha innestati sulla vera Vite, farà sì che portiamo il frutto dello Spirito che «è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé» (Gal 5,22-23). Lo Spirito è la nostra vita; quanto più rinunciamo a noi stessi, tanto più lo Spirito fa che anche operiamo. 
«Con lo Spirito Santo, che rende spirituali, c’è la riammissione al paradiso, il ritorno alla condizione di figlio, il coraggio di chiamare Dio Padre, il diventare partecipe della grazia di Cristo, l’essere chiamato figlio della luce, il condividere la gloria eterna».

L’effusione dello Spirito Santo: Ad gentes 3-4: Tutto quanto il Signore ha una volta predicato o in lui si è compiuto per la salvezza del genere umano, deve essere annunziato e diffuso fino all’estremità della terra, a cominciare da Gerusalemme. In tal modo quanto una volta è stato operato per la salvezza di tutti, si realizza compiutamente in tutti nel corso dei secoli. Per il raggiungimento di questo scopo, Cristo inviò da parte del Padre lo Spirito Santo, perché compisse dal di dentro la sua opera di salvezza e stimolasse la Chiesa a estendersi. Indubbiamente lo Spirito Santo operava nel mondo prima ancora che Cristo fosse glorificato. Ma fu nel giorno della Pentecoste che esso si effuse sui discepoli, per rimanere con loro in eterno; la Chiesa apparve ufficialmente di fronte alla moltitudine ed ebbe inizio attraverso la predicazione la diffusione del Vangelo in mezzo ai pagani; infine fu prefigurata l’unione dei popoli nell’universalità della fede attraverso la Chiesa della Nuova Alleanza, che in tutte le lingue si esprime e tutte le lingue nell’amore intende e abbraccia, vincendo così la dispersione babelica.

Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
*** “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui.” (Gv 1423).
Questa parola cosa ti suggerisce?
Ora nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.

Preghiamo con la Chiesa: O Dio, che hai promesso di stabilire la tua dimora in quanti ascoltano la tua parola e la mettono in pratica, manda il tuo Spirito, perché richiami al nostro cuore tutto quello che il Cristo ha fatto e insegnato e ci renda capaci di testimoniarlo con le parole e con le opere. Per il nostro Signore Gesù Cristo...