21 Giugno 2025
Sabato XI Settimana T. O.
2Cor 12,1-10; Salmo Responsoriale Dal Salmo 33 (34); Mt 6,24-34
O Dio, fonte di ogni dono del cielo,
che in san Luigi [Gonzaga] hai unito in modo mirabile
l’innocenza della vita e la penitenza,
per i suoi meriti e la sua intercessione
fa’ che, se non l’abbiamo imitato nell’innocenza,
lo seguiamo sulla via della penitenza evangelica.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
l’innocenza della vita e la penitenza,
per i suoi meriti e la sua intercessione
fa’ che, se non l’abbiamo imitato nell’innocenza,
lo seguiamo sulla via della penitenza evangelica.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Dio realizza il suo disegno: la provvidenza divina - Catechismo della Chiesa Cattolica 302 La creazione ha la sua propria bontà e perfezione, ma non è uscita dalle mani del Creatore interamente compiuta. È creata «in stato di via» («in statu viae») verso una perfezione ultima alla quale Dio l’ha destinata, ma che ancora deve es ere raggiunta. Chiamiamo divina provvidenza le disposizioni per mezzo delle quali Dio conduce la creazione verso questa perfezione.
303: La testimonianza della Scrittura è unanime: la sollecitudine della divina Provvidenza è concreta e immediata: essa si prende cura di tutto, dalle più piccole cose fino ai grandi eventi del mondo e della storia. Con forza, i Libri Sacri affermano la sovranità assoluta di Dio sul corso degli avvenimenti: «Il nostro Dio è nei cieli, egli opera tutto ciò che vuole» (Sal 115,3), e di Cristo si dice: «Quando egli apre, nessuno chiude, e quando chiude, nessuno apre» (Ap 3,7): «molte sono le idee della mente dell’uomo, ma solo il disegno del Signore resta saldo» (Prov 19,21).
I Lettura: Se bisogna vantarsi, ma ciò conviene …, tuttavia per non dare spazio ai suoi detrattori san Paolo continua il proprio elogio ricordando le visioni e le rivelazioni del Signore. Soprattutto ricorda un rapimento estatico, che narra in terza persona. Tuttavia si vanterà soltanto delle sue debolezze, fare diversamente potrebbe correre il rischio di montare in superbia. E per evitare questo che Dio permette sapientemente che egli venga percosso da un inviato di Satana.
Vangelo
Non preoccupatevi del domani.
Gesù non dice di imitare i clochard, ma invita l’uomo a mettere Dio al centro della sua vita. Il credente ha fiducia nella Provvidenza, ma non è una fiducia passiva, tantomeno non è disprezzo delle necessità materiali.
Fidarsi di Dio per il cristiano significa ricercare nella vita ciò che è essenziale, tenendo ben piantati i piedi sulla terra con lo sguardo fisso al Cielo. Ciò che rovina tutto sono le preoccupazioni e gli affanni per il domani, così come insegna Gesù: la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto (cfr. Mt 13,22).
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 6,24-34
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza.
Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito?
Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre.
Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita?
E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano.
Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede?
Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno.
Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.
Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena».
Parola del Signore.
Non preoccupatevi per la vostra vita... - Il brano evangelico di Matteo può essere diviso in due parti: la prima parte (v. 24), una nota negativa sulla ricchezza presentata come padrone, fa da introduzione alla seconda parte (vv. 25-34) nella quale Gesù invita i suoi discepoli a non affannarsi per i beni terreni e, affidandosi alla Provvidenza divina, a cercare anzitutto il regno di Dio e la sua giustizia.
Quindi, la ricchezza non era ritenuta cattiva in se stessa, ma diventava malvagia invece se invadeva il cuore dell’uomo permettendole di distorcere le relazioni con il prossimo, sopra tutto se indigente, e con Dio: «È meglio la preghiera con il digiuno e l’elemosina con la giustizia, che la ricchezza con l’ingiustizia. Meglio praticare l’elemosina che accumulare oro» (Tb 12,8).
Agli empi, maledetti perché confidano nella loro forza e si vantano della loro grande ricchezza (Sal 49,7; Cf. Sal 52,9), spesso viene rivolto questo consiglio: «Non confidate nella violenza, non illudetevi della rapina; alla ricchezza, anche se abbonda, non attaccate il cuore» (Sal 62,11).
Poiché la ricchezza rende perfidi (Ab 2,5), prima o poi chi confida nella propria ricchezza, assoggettandosi al suo fascino, cadrà, mentre i giusti rinverdiranno come foglie (Pro 11,28).
Molto vicino a questa affermazione è l’insegnamento che il credente trae dalla parabola del seminatore: «Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto» (Cf. Mt 13,22).
E poiché in medio stat virtus, il vero anelito dell’uomo giusto può essere racchiuso in questa preghiera: «Signore, io ti domando due cose, non negarmele prima che io muoia: tieni lontano da me falsità e menzogna, non darmi né povertà né ricchezza, ma fammi avere il mio pezzo di pane» (Pro 30,8).
Da questa breve introduzione possiamo comprendere la brutta fama che si era rovesciata sulla ricchezza e il suo accumulo nella riflessione veterotestamentaria. L’esortazione che Gesù rivolge ai suoi discepoli verrà raccomandata con insistenza ai cristiani soprattutto se convertiti di fresco: poiché l’avidità del denaro è la radice di tutti i mali; e alcuni presi da questo desiderio, hanno deviato dalla fede e si sono procurati molti tormenti... a «quelli che sono ricchi in questo mondo ordina di non essere orgogliosi, di non porre la speranza nell’instabilità delle ricchezze, ma in Dio, che tutto ci dà con abbondanza perché possiamo goderne. Facciano del bene, si arricchiscano di opere buone, siano pronti a dare e a condividere: così si metteranno da parte un buon capitale per il futuro, per acquistarsi la vita vera» (1Tm 6,9-10.17-19).
Gli uccelli del cielo non seminano e non mietono, né raccolgono nei granai eppure il Padre celeste li nutre. Quanto più egli provvederà ai discepoli di Gesù. La vita è nelle mani di Dio e nessuno, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita. La similitudine dei gigli del campo si riferisce alla preoccupazione del vestito.
I discepoli, anziché affannarsi per le necessità materiali, devono imparare ad avere fiducia in Dio che conosce i bisogni dell’uomo e di accontentarsi quando hanno di che mangiare e di che coprirsi (1Tm 6,8). Una essenzialità, quest’ultima, non fine a se stessa ma tesa a liberare la mente e il cuore da tante preoccupazioni, molto spesso inutili, per donarsi totalmente alla causa del Vangelo.
L’insegnamento si conclude con una massima sapienziale con la quale Gesù invita i suoi discepoli a mettere al bando ogni forma di ansia, perché ad ogni giorno basta la sua pena.
Marc-François Lacan - La Provvidenza esige la fedeltà costante. - Dio, infatti, non invita l’uomo alla passività, né a una dimissione della sua libertà; vuole al contrario educarlo. Con le prove, lo mette in condizione di collaborare con lui attraverso le sue libere iniziative, mentre, con le promesse, ne suscita la fiducia e lo libera così dalle paure che potrebbero paralizzarlo di fronte ai rischi di una tale collaborazione. Sovviene alle necessità di coloro che chiama ad essere suoi figli, proprio perché possano essere fedeli alla propria vocazione di testimoni del suo amore.
Il bene e il male dipendono da noi - Anonimo, Opera incompleta su Matteo omelia 16: se dunque Dio assiste in questo modi fiori che nascono soltanto per essere visti e da morire, trascurerà gli uomini che ha creato tali che non compaiono per un po’di tempo ma durino in eterno?
Santo del giorno - 21 Giugno 2025 - San Luigi Gonzaga - Figlio del marchese Ferrante Gonzaga, nato il 19 marzo del 1568, fin dall’infanzia il padre lo educò alle armi, tanto che a 5 anni già indossava una mini corazza ed un elmo e rischiò di rimanere schiacciato sparando un colpo con un cannone. Ma a 10 anni Luigi aveva deciso che la sua strada era un’altra: quella che attraverso l’umiltà, il voto di castità e una vita dedicata al prossimo l’avrebbe condotto a Dio. A 12 anni ricevette la prima comunione da san Carlo Borromeo, venuto in visita a Brescia. Decise poi di entrare nella compagnia di Gesù e per riuscirci dovette sostenere due anni di lotte contro il padre. Libero ormai di seguire Cristo, rinunciò al titolo e all’eredità ed entrò nel Collegio romano dei gesuiti, dedicandosi agli umili e agli ammalati, distinguendosi soprattutto durante l’epidemia di peste che colpì Roma nel 1590. In quell’occasione, trasportando sulle spalle un moribondo, rimase contagiato e morì. Era il 1591, aveva solo 23 anni. (Avvenire)
O Signore, che ci hai nutriti con il pane degli angeli,
fa’ che ti serviamo con purezza di vita
e, sull’esempio di san Luigi [Gonzaga],
viviamo in perenne rendimento di grazie.
Per Cristo nostro Signore.
viviamo in perenne rendimento di grazie.
Per Cristo nostro Signore.