SANTI PIETRO E PAOLO, APOSTOLI – SOLENNITÀ (MESSA DEL GIORNO)
At 12,1-11; Sal 33 (34); 2Tm 4,6-8.17-18; Mt 16,13-19
Il Santo del Giorno - 29 Giugno 2021 - Martirologio Romano: Solennità dei santi Pietro e Paolo Apostoli: Simone, figlio di Giona e fratello di Andrea, primo tra i discepoli professò che Gesù era il Cristo, Figlio del Dio vivente, dal quale fu chiamato Pietro. Paolo, Apostolo delle genti, predicò ai Giudei e ai Greci Cristo crocifisso. Entrambi nella fede e nell’amore di Gesù Cristo annunciarono il Vangelo nella città di Roma e morirono martiri sotto l’imperatore Nerone: il primo, come dice la tradizione, crocifisso a testa in giù e sepolto in Vaticano presso la via Trionfale, il secondo trafitto con la spada e sepolto sulla via Ostiense. In questo giorno tutto il mondo con uguale onore e venerazione celebra il loro trionfo.
Colletta: O Dio, che ci doni la grande gioia di celebrare in questo giorno la solennità dei santi Pietro e Paolo, fa’ che la tua Chiesa segua sempre l’insegnamento degli apostoli, dai quali ha ricevuto il primo annuncio della fede. Per il nostro Signore Gesù Cristo.
I Lettura: Erode Agrippa, figlio di Erode il Grande, perseguita la Chiesa. Fa giustiziare Giacomo, fratello di Giovanni, e solo per compiacere il popolo fa arrestare Pietro, il quale, alla vigilia del suo processo viene liberato miracolosamente da un angelo. L’intento di Luca è quello di esaltare la provvidenza divina che mai abbandona i giusti. Un racconto che vuole alimentare e sostenere la fede dei primi cristiani sottoposti a persecuzioni e a prove di ogni genere.
II Lettura: L’apostolo Paolo è ormai alla fine del suo lungo e doloroso cammino: pur avendo la profonda consapevolezza che sta «per essere versato in offerta», non ha paura della morte. Il premio che l’Apostolo si attende è la «corona di giustizia che il Signore, giusto» gli consegnerà nel giorno della parusia. Il premio è detto «corona della giustizia, perché sarà dato solo a chi l’avrà meritato mediante la santità e la giustizia. Il passo contiene pertanto la dottrina cattolica del merito, per cui Dio si impegna con obbligo di giustizia [giusto Giudice v. 8] a premiare coloro che hanno corrisposto alla sua grazia: il merito, perciò, non è solo una pretesa dell’uomo davanti a Dio, ma l’incoronazione che Dio stesso fa dei suoi doni di grazia e di amore liberamente accettati dalla sua creatura» (Settimio Cipriani). La stessa corona di giustizia sarà donata a tutti coloro che, come Paolo, avranno atteso con amore la manifestazione di Cristo.
Vangelo: Il primato di Pietro è un potere per il bene della Chiesa, e poiché deve durare sino alla fine dei tempi, sarà trasmesso a coloro che gli succederanno nel corso dei secoli. Inferi, alla lettera «Ade» (in ebraico sheol), designa il soggiorno dei morti (Cf. Num 16,33). Le potenze degli inferi, «evocano le potenze del Male che, dopo aver trascinato gli uomini nella morte del peccato, li incatena definitivamente nella morte eterna. Seguendo il suo Signore, morto, “disceso agli inferi” [1Pt 3,19] e risuscitato [At 2,27.31], la Chiesa avrà la missione di strappare gli eletti all’impero della morte, temporale ed eterna, per farli entrare nel regno dei cieli [Cf. Col 1,3; 1Cor 15,26; Ap 6,8; 20,13]» (Bibbia di Gerusalemme).
Dal Vangelo secondo Matteo 16,13-19: In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Tu sei Pietro - Il primato di Pietro è fondante per la Chiesa, una santa cattolica e apostolica, ed è abbondantemente testimoniato dal Magistero.
Gesù, fin dagli inizi della vita pubblica, scelse dodici uomini perché stessero con lui e prendessero parte alla sua missione, facendoli partecipi della sua autorità e mandandoli ad annunziare il regno di Dio e a guarire gli ammalati (CCC 551).
Ma tra i Dodici soltanto a Pietro venne assegnato un posto preminente: «Nel collegio dei Dodici Simon Pietro occupa il primo posto. Gesù a lui ha affidato una missione unica. Grazie ad una rivelazione concessagli dal Padre, Pietro aveva confessato: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente” [Mt 16,16]. Nostro Signore allora gli aveva detto: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa” [Mt 16,18]. Cristo, “Pietra viva”, assicura alla sua Chiesa fondata su Pietro la vittoria sulle potenze di morte. Pietro, a causa della fede da lui confessata, resterà la roccia incrollabile della Chiesa. Avrà la missione di custodire la fede nella sua integrità e di confermare i suoi fratelli» (CCC 552).
E a tanto Gesù aggiunge l’autorità di governare la casa di Dio, che è la Chiesa e l’incarico “di legare e di sciogliere”, un mandato che «risulta essere stato pure concesso al collegio degli Apostoli, unito al suo capo» (LG 22). Tale incarico indica «l’autorità di assolvere dai peccati, di pronunciare giudizi in materia di dottrina, e prendere decisioni disciplinari nella Chiesa. Gesù ha conferito tale autorità alla Chiesa attraverso il ministero degli Apostoli e particolarmente di Pietro, il solo cui ha esplicitamente affidato le chiavi del Regno» (CCC 553).
Ora, questo «ufficio pastorale di Pietro e degli altri Apostoli costituisce uno dei fondamenti della Chiesa ed è continuato dai Vescovi sotto il primato del Papa» (CCC 881).
Ubi Petrus, ibi Ecclesia, ibi Deus, in tempi così burrascosi tale verità è l’unica ancora di salvezza: noi vogliamo stare con Pietro, perché con lui c’è la Chiesa, con lui c’è Dio.
La solennità dei “Santi Pietro e Paolo” ha messo sempre in evidenza l’infallibilità pontificia, che non va confusa con l’impeccabilità, e che è stata formulata dal Concilio Vaticano I e confermata dal Concilio Ecumenico Vaticano II. (LG 25). L’infallibilità del romano pontefice ha due conseguenze. Innanzi tutto, le definizioni del romano pontefice «si dicono a ragione irriformabili per se stesse, e non in forza del consenso della Chiesa, perché sono state pronunciate con l’assistenza dello Spirito Santo promesso a lui nel beato Pietro» (LG 25). Poi, «per conseguenza esse non hanno bisogno di alcuna approvazione da parte di altri, né ammettono appello alcuno ad altro giudizio» (LG 25). E questo perché «il romano pontefice non pronuncia la sua sentenza come persona privata, ma espone o difende la dottrina della fede cattolica quale maestro supremo della Chiesa universale, singolarmente insignito del carisma di infallibilità della Chiesa stessa» (LG 25). Da qui una verità molto semplice: chi dice di essere cristiano e rifiuta il magistero e il primato di Pietro inevitabilmente si pone fuori dalla Chiesa, perché dov’è Pietro ivi è la Chiesa. E poiché dov’è la Chiesa ivi è Cristo e dov’è Cristo ivi è la salvezza (Sant’Ambrogio), allora le conclusioni sono molto più semplici.
La continuità della dignità apostolica - Leone Magno (De natali Petri, V, 4 s.): Al motivo della nostra festa si aggiunge, inoltre, la dignità non solo apostolica, ma ancora episcopale di san Pietro che non cessa di sedere sulla sua Cattedra e conserva una incessante partecipazione alle prerogative del Sommo Sacerdote. La solidità che riceve dalla Pietra che è Cristo, egli, divenuto pietra a sua volta, la trasmette anche ai suoi eredi; e, dovunque compare una qualche fermezza, è la forza del pastore che si manifesta. Infatti se, per aver validamente sopportato i supplizi loro inflitti, dando così loro il modo di manifestare i propri meriti, i martiri hanno praticamente ottenuto tutti e dappertutto di poter recare soccorso agli uomini in pericolo, di scacciare le malattie e di guarire innumerevoli mali (cf. Mt 10,1), chi sarà così ignorante o così invidioso da disprezzare la gloria di san Pietro e credere che esistano porzioni di Chiesa che sfuggono alla sollecitudine del suo governo e non si accrescano grazie a lui? Eccoci di fronte ad un amore di Dio e degli uomini in pieno vigore e vita nel Principe degli apostoli, tale che neppure il carcere, le catene o le sommosse popolari, o le minacce dei re hanno potuto intimorire; così dicasi della sua fede invincibile che non ha ceduto nella lotta e non si è intiepidita nella vittoria.
Nutriti da questo sacramento, ti preghiamo, o Signore:
fa’ che viviamo nella tua Chiesa
perseveranti nello spezzare il pane
e nell’insegnamento degli apostoli,
per formare, saldi nel tuo amore, un cuore solo e un’anima sola.
Per Cristo nostro Signore.