1 Giugno 2020
Beata Vergine Maria Madre della Chiesa
Gen 3,9-15.20 oppure At 1,12-14; Sal 86; Gv 19,25-34
Dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti: Per volontà del Santo Padre Francesco, la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, con Decreto in data 11 febbraio 2018 (Prot. N. 10/18), ha iscritto nel Calendario romano generale, al lunedì dopo Pentecoste, la celebrazione di Maria Madre della Chiesa con il grado di memoria. Come precisato nella successiva Notificazione del 24 marzo 2018 (Prot. N. 138/18), la variazione del Calendario è da ritenersi in vigore già da questo anno liturgico.
Colletta: Dio Padre di misericordia, il tuo unico Figlio, morente sulla croce, ha dato a noi come madre nostra la sua stessa madre, la beata Vergine Maria; fa’ che, sorretta dal suo amore, la tua Chiesa, sempre più feconda nello Spirito, esulti per la santità dei suoi figli e riunisca tutti i popoli del mondo in un’unica famiglia. Per il nostro Signore Gesù Cristo …
Paolo VI (Allocuzione 21 Novembre 1964): 25 Per la prima volta avviene - e dicendolo siamo profondamente commossi nell’animo - che un Concilio Ecumenico concentra in un’unica e così ampia sintesi la dottrina cattolica sul posto che si deve attribuire alla Beata Vergine Maria nel mistero di Cristo e della Chiesa.
26 Questo collima pienamente con ciò che è stato proposto a questo Concilio, che era cercare di manifestare il volto della santa Chiesa, alla quale la Madre di Dio è intimamente legata e della quale è “la parte più eccelsa, la parte migliore, la parte preminente, la parte più eletta”, come qualcuno ha egregiamente affermato (RUPERTO, In Apoc. 1, VII, c. 12: PL 169, 1043).
27 Ma la Chiesa stessa non si compone soltanto della sua struttura gerarchica, della sacra liturgia, dei sacramenti, dei suoi organismi; la sua forza interiore e la sua caratteristica, fonte principale dell’azione con cui santifica gli uomini, stanno nella sua mistica unione con Cristo, la quale unione non possiamo ritenere disgiunta da colei che è la Madre del Verbo Incarnato e che Cristo stesso si associò intimamente per procurare la nostra salvezza.
28 Guardando la Chiesa, dobbiamo dunque contemplare con animo amorevole le meraviglie che Dio ha operato nella sua Santa Madre. E la cognizione della vera dottrina cattolica sulla Beata Vergine Maria sarà sempre un efficace sussidio per capire esattamente il mistero di Cristo e della Chiesa.
29 Ripensando questi stretti rapporti con cui sono collegati tra loro Maria e la Chiesa, che vengono così lucidamente esposti in questa Costituzione del Concilio, esse Ci inducono a ritenere che questo momento è il più solenne e il più opportuno per adempiere il voto cui abbiamo accennato alla fine dell’ultima Sessione e che moltissimi Padri hanno anche fatto proprio, chiedendoci con insistenza che durante questo Concilio fosse dichiarata in termini espliciti la missione materna che la Beata Vergine Maria adempie nel popolo cristiano. Per questo motivo Ci sembra necessario che in questa pubblica seduta enunciamo ufficialmente un titolo con il quale venga onorata la Beata Vergine Maria, che è stato richiesto da varie parti del mondo cattolico ed è a Noi particolarmente caro e gradito, perché con mirabile sintesi esprime la posizione privilegiata che nella Chiesa questo Concilio ha riconosciuto essere propria della Madre di Dio.
30 Perciò a gloria della Beata Vergine e a nostra consolazione dichiariamo Maria Santissima Madre della Chiesa, cioè di tutto il popolo cristiano, sia dei fedeli che dei Pastori, che la chiamano Madre amatissima; e stabiliamo che con questo titolo tutto il popolo cristiano d’ora in poi tributi ancor più onore alla Madre di Dio e le rivolga suppliche.
Dal Vangelo secondo Giovanni 19,25-34: In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito. Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato - era infatti un giorno solenne quel sabato -, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.
Le parole con le quali Gesù affida sua Madre alle cure del discepolo da lui amato hanno un duplice significato. Innanzi tutto esprimono l’amore di Gesù alla Vergine Maria sua Madre, per altro verso, le parole di Gesù enunziano solennemente che Maria santissima è Madre di tutti i credenti, Madre della Chiesa: - Nella vita pubblica di Gesù la madre sua appare distintamente fin da principio, quando alle nozze in Cana di Galilea, mossa a compassione, indusse con la sua intercessione Gesù Messia a dar inizio ai miracoli (cfr. Gv 2,1-11). Durante la predicazione di lui raccolse le parole con le quali egli, mettendo il Regno al di sopra delle considerazioni e dei vincoli della carne e del sangue, proclamò beati quelli che ascoltano e custodiscono la parola di Dio (cfr Mc 3,35; Lc 11,27-28), come ella stessa fedelmente faceva (cfr. Lc 2,19 e 51). Così anche la beata Vergine avanzò nella peregrinazione della fede e serbò fedelmente la sua unione col Figlio sino alla croce, dove, non senza un disegno divino, se ne stette (cfr. Gv 19,25), soffrendo profondamente col suo Unigenito e associandosi con animo materno al suo sacrifico, amorosamente consenziente all’immolazione della vittima da lei generata; e finalmente dallo stesso Gesù morente in croce fu data quale madre al discepolo con queste parole: Donna, ecco tuo figlio (cfr. Gv 19,26-27) - Lumen gentium n. 58).
La madre di Gesù presso la croce - Angelico Poppi (Sinossi e Commento): L’affidamento di Maria al discepolo prediletto costituisce la terza scena della crocifissione, quella centrale. Siccome Giovanni rilegge in senso simbolico ogni episodio di questa sezione (19,16a-37), sembra inverosimile che qui intenda riferirsi soltanto a un gesto di pietà filiale da parte di Gesù morente, il quale si sarebbe preso cura della madre che stava per lasciare, affidandola al discepolo amato. Il senso simbolico traspare dal titolo “Donna” rivolto alla madre quale “Figlia di Sion escatologica” prefigurazione della Chiesa; il discepolo diletto rappresentava idealmente tutti i credenti futuri in Cristo.
È evidente la connessione di questa scena con le nozze di Cana; è però azzardato affermare che l’evangelista intende collegare a mo’ d’inclusione il segno di Cana con il momento culminante della missione di Gesù. Si può intravedere un legame tra questo episodio e la visione della donna coronata di stelle (Ap 12) e la similitudine della donna che gioisce dopo le doglie del parto (Gv 16,21). Nei tre i brani ricorre il vocabolo “donna” che assume una valenza teologica pregnante.
Nel presente contesto l’affidamento di Maria costituisce una scena di investitura: la madre di Gesù diventa madre spirituale di tutti i credenti, rappresentati ai piedi della croce dal discepolo diletto. Era giunta l’ ora” predetta da Gesù alle nozze di Cana: sul Calvario si attuavano le nozze tra Cristo sposo e la Chiesa sposa, di cui Maria è tipo, quale nuova Sion, e madre (“donna”), perché associata al travaglio del Figlio nella nascita della comunità messianica (Gv 16,21; Is 54,1; 66,7-11).
Gli esegeti interpretano questo episodio con sfumature diverse. In genere si sottolinea giustamente la sua dimensione cristologica, che non esclude, ma che conferisce uno spessore teologico più profondo a quella mariologica. La presenza di Maria e del discepolo diletto, le ultime parole di Gesù morente implicano nella riflessione dell’evangelista un significato denso di mistero. Benché non si debba forzare il senso simbolico del racconto, l’interpretazione della maternità spirituale di Maria approfondisce in modo coerente il pensiero giovanneo. Il ruolo che le era stato adombrato a Cana, ora diventa realtà in senso eminentemente spirituale. Maria e il discepolo amato ai piedi della croce costituivano il nucleo germinale della comunità messianica, scaturita dal dramma della passione e morte di Gesù. A entrambi è affidato un incarico importante per la vita e il cammino futuro della Chiesa. Maria, associata alle sofferenze di Gesù sul Golgota, paragonate alle doglie del parto, per la nascita della Chiesa (16,21), avrà la missione di sospingere i seguaci di Gesù a fare quanto ha detto (2,5), per essere rigenerati da lui alla vita nuova. Il discepolo diletto, che si era adagiato sul petto di Gesù (13,25), avrebbe avuto il compito di trasmettere e garantire il significato della missione del Verbo incarnato, quale attuazione del progetto salvifico di Dio.
Card. Robert Sarah: La gioiosa venerazione riservata alla Madre di Dio dalla Chiesa contemporanea, alla luce della riflessione sul mistero di Cristo e sulla sua propria natura, non poteva dimenticare quella figura di Donna (cf. Gal 4, 4), la Vergine Maria, che è Madre di Cristo e insieme Madre della Chiesa. Ciò era già in qualche modo presente nel sentire ecclesiale a partire dalle parole premonitrici di sant’Agostino e di san Leone Magno. Il primo, infatti, dice che Maria è madre delle membra di Cristo, perché ha cooperato con la sua carità alla rinascita dei fedeli nella Chiesa; l’altro poi, quando dice che la nascita del Capo è anche la nascita del Corpo, indica che Maria è al contempo madre di Cristo, Figlio di Dio, e madre delle membra del suo corpo mistico, cioè della Chiesa. Queste considerazioni derivano dalla divina maternità di Maria e dalla sua intima unione all’opera del Redentore, culminata nell’ora della croce. La Madre infatti, che stava presso la croce (cf. Gv 19, 25), accettò il testamento di amore del Figlio suo ed accolse tutti gli uomini, impersonati dal discepolo amato, come figli da rigenerare alla vita divina, divenendo amorosa nutrice della Chiesa che Cristo in croce, emettendo lo Spirito, ha generato. A sua volta, nel discepolo amato, Cristo elesse tutti i discepoli come vicari del suo amore verso la Madre, affidandola loro affinché con affetto filiale la accogliessero. Premurosa guida della Chiesa nascente, Maria iniziò pertanto la propria missione materna già nel cenacolo, pregando con gli Apostoli in attesa della venuta dello Spirito Santo (cf. At 1, 14). In questo sentire, nel corso dei secoli, la pietà cristiana ha onorato Maria con i titoli, in qualche modo equivalenti, di Madre dei discepoli, dei fedeli, dei credenti, di tutti coloro che rinascono in Cristo e anche di “Madre della Chiesa”, come appare in testi di autori spirituali e pure del magistero di Benedetto XIV e Leone XIII. Da ciò chiaramente risulta su quale fondamento il beato papa Paolo VI, il 21 novembre 1964, a conclusione della terza Sessione del Concilio Vaticano II, dichiarò la beata Vergine Maria «Madre della Chiesa, cioè di tutto il popolo cristiano, tanto dei fedeli quanto dei Pastori, che la chiamano Madre amantissima», e stabilì che «l’intero popolo cristiano rendesse sempre più onore alla Madre di Dio con questo soavissimo nome». La Sede Apostolica pertanto, in occasione dell’Anno Santo della Riconciliazione (1975), propose una messa votiva in onore della beata Maria Madre della Chiesa, successivamente inserita nel Messale Romano; diede anche facoltà di aggiungere l’invocazione di questo titolo nelle Litanie Lauretane (1980) e pubblicò altri formulari nella raccolta di messe della beata Vergine Maria (1986); ad alcune nazioni, diocesi e famiglie religiose che ne facevano richiesta, concesse di aggiungere questa celebrazione nel loro Calendario particolare. Il Sommo Pontefice Francesco, considerando attentamente quanto la promozione di questa devozione possa favorire la crescita del senso materno della Chiesa nei Pastori, nei religiosi e nei fedeli, come anche della genuina pietà mariana, ha stabilito che la memoria della beata Vergine Maria, Madre della Chiesa, sia iscritta nel Calendario Romano nel Lunedì dopo Pentecoste e celebrata ogni anno.
Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
**** I discepoli erano assidui e concordi nella preghiera con Maria, Madre di Gesù. (Cfr. At 1,14)
Nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.
O Padre, che in questo sacramento
ci hai dato il pegno di redenzione e di vita,
fa’ che la tua Chiesa, con l’aiuto materno di Maria,
porti a tutti i popoli l’annunzio del Vangelo
e attiri sul mondo l’effusione del tuo Spirito.
Per Cristo nostro Signore.
ci hai dato il pegno di redenzione e di vita,
fa’ che la tua Chiesa, con l’aiuto materno di Maria,
porti a tutti i popoli l’annunzio del Vangelo
e attiri sul mondo l’effusione del tuo Spirito.
Per Cristo nostro Signore.