24 Giugno 2024
 
Natività San Giovanni Battista - Solennità
 
Is 49, 1-6; Salmo Responsoriale dal Salmo 138 (139); At 13,22-26; Lc 1,57-66.80
Colletta
O Dio, che hai suscitato san Giovanni Battista
per preparare a Cristo Signore un popolo ben disposto,
concedi alla tua Chiesa la gioia dello Spirito,
e guida tutti i credenti sulla via della salvezza e della pace.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
 
Testimoni di Gesù Cristo: Giovanni Paolo II (Angelus, 24 giugno 1984): “Il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fin dal grembo di mia madre ha pronunziato il mio nome” (Is 49,1). Oggi la Chiesa celebra la natività di san Giovanni Battista. Questa natività è, al tempo stesso, vocazione. Già nel grembo di sua madre Elisabetta, moglie di Zaccaria, Giovanni è stato chiamato per nome da Dio. Egli doveva presentarsi sulla strada della divina rivelazione come l’ultimo dei profeti dell’Antica Alleanza e, al tempo stesso, come il precursore di Gesù Cristo, nel quale si compie la nuova ed eterna alleanza di Dio con l’umanità. Nel giorno della circoncisione di Giovanni, suo padre Zaccaria, nell’inno di ringraziamento a Dio, pronunciò le seguenti parole: “E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade” (Lc 1,76). La Chiesa, fin dai tempi più antichi, ha circondato di particolare venerazione san Giovanni Battista, la sua vocazione e la sua speciale missione. In questa vocazione e missione la Chiesa ritrova se stessa come l’erede dell’antica alleanza e, in pari tempo, si sente chiamata a rendere testimonianza a Gesù Cristo, agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo (cfr. Gv 1,29).
 
I Lettura: Il secondo canto del ‘servo del Signore’ descrive alcuni tratti della sua missione: la sua predestinazione (vv. 1.5) e la sua missione estesa non solo a Israele che deve radunare (v. 5), ma anche alle nazioni per illuminarle (v. 6). La sua parola sarà «viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio» (Eb 4,12; v. 2) e la sua predicazione apporterà luce e salvezza (v 6). Il canto parla anche di un suo insuccesso (vv. 4.7), della sua fiducia in Dio solo (vv. 4.5) e di un trionfo finale (v. 7). La missione di Giovanni il Battista, come quella del Servo, è accomunata dal fallimento, ma è da questo apparente insuccesso umano che nasce per gli  uomini una «cosa nuova» (Is 43,19).
 
II Lettura: Inizialmente la predicazione apostolica sarà volta a scuotere il mondo giudaico, ma i frutti saranno molto scarsi. Il testo lucano riporta uno di questi tentativi. Paolo, fariseo, cerca con un ragionamento fondato sul dato biblico, quindi assimilabile dalle menti dei Giudei, di convincere il popolo che Cristo è il Messia: annunciato da Davide, ora, «nella pienezza dei tempi» (Gal 4,4), è «apparso per togliere i peccati» (1Gv 3,5). Questa è la Buona Novella, la «parola di salvezza», che viene annunciata al popolo d’Israele depositario delle promesse divine.
 
Vangelo
Giovanni è il suo nome.
 
La missione del Battista, come quella del Servo del Signore, avrà il sigillo della sofferenza e del fallimento. A differenza di tanti profeti, Giovanni avrà il felice compito di chiudere le porte dell’Antico Testamento per spalancare agli uomini i battenti del Nuovo. La sua alta missione sarà quella di indicare ad un «popolo che camminava nelle tenebre» (Is 9,1) «la luce vera, quella che illumina ogni uomo» [Gv 1,9]: solo «Gesù è la luce vera venuta in questo mondo e che illumina di se medesimo ogni uomo. Giovanni si limitò ad additare a tutti il Sole [Lc 1,79]. Giovanni fu testimone della luce con le parole e con i fatti, con la penitenza, con la santità, con la sua fortezza eroica: “Era una lampada che arde e risplende” [Gv 5,35]» (Vincenzo Raffa).
 
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 1,57-66.80
 
Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.
Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.
Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.
 
Parola del Signore.
 
Giovanni è il suo nome - Angelico Poppi (I Quattro Vangeli): Il dittico delle nascite, che forma il secondo parallelismo dell’infanzia di Giovanni e di Gesù, rappresenta l’adempimento degli annunzi fatti dall’angelo a Zaccaria e a Maria. Però la simmetria dei due pannelli risulta più generica rispetto al dittico degli annunzi. Mentre per la nascita di Giovanni il racconto ruota intorno all’imposizione del nome in occasione della circoncisione e alla reazione della gente, piena di stupore, nella nascita di Gesù viene dato più rilievo alle circostanze storiche, topografiche, e all’annuncio dell’angelo ai pastori. Il Benedictus di Zaccaria, con cui si conclude l’episodio, ha un riscontro nel Nunc dimittis di Simeone. Il nome Giovanni significa «JHWH è misericordia». Il tema della misericordia è un motivo ricorrente nel vangelo dell’infanzia. Anche Maria aveva celebrato la potenza e la misericordia di Dio nel Magnificat (v. 50). Questi, rendendo feconda Elisabetta, benché avanzata in età, aveva magnificato la sua misericordia con lei (v. 58). Egli manifestò le sue «viscere di misericordia», attuando le promesse di salvezza fatte ai padri, attraverso la visita dall’alto del Sole che stava per sorgere sull’orizzonte (vv. 72 e 78). La convergenza di Elisabetta con Zaccaria per la scelta del nome di Giovanni non presuppone un miracolo (v. 63). Zaccaria, benché muto, aveva potuto comunicare in antecedenza a Elisabetta il nome rivelato dall’angelo (v. 13). Lo stupore e il timore dei vicini, la grande eco provocata dall’evento costituiscono motivi ricorrenti nei racconti di miracoli in Luca. La nascita del Battista da genitori anziani e sterili provocò in tutti ammirazione per le meraviglie compiute dal Signore. - L’espressione «posero nel loro cuore» (v. 66) ricompare in riferimento a Maria come ritornello altre due volte (2,19.51).
 
Giovanni nel quadro della storia della salvezza - Giuseppe Barbaglio: Luca si preoccupa espressamente di assegnare a Giovanni un posto preciso nel vasto quadro della storia della salvezza. Nella suddivisione in grandi tappe il Battista fa parte della prima, cioè dell’AT, essendo Cristo l’inauguratore di una nuova era, quella della pienezza dei giorni: «La legge e i profeti vanno fino a Giovanni; da allora in poi viene annunziato il regno di Dio e ognuno si sforza per entrarvi» (Lc 16,16). Giovanni è collocato nella scia del profetismo veterotestamentario: l’ultimo della serie, ma sempre incluso nella serie. Con lui è l’AT che si chiude, dando avvio all’annuncio del regno di Dio proclamato da Gesù. Egli segna la continuità della storia della salvezza. Negli Atti degli apostoli la predicazione apostolica prende il suo punto di partenza proprio dal Battista: «Voi conoscete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, incominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni» (10,37; cf. 1,21-22; 13,24-25). La stessa continuità è sottolineata dai primi due capitoli del vangelo di Luca, che costruisce parallelamente le scene dell’infanzia di Cristo con quelle dell’infanzia del Battista: annunciazione della nascita di Giovanni (1,5-25) e annunciazione della nascita di Gesù (1,26-38), nascita e circoncisione del Battista (1,57-66) e nascita e circoncisione di Gesù (2,1-21), crescita di Giovanni (1,80) e crescita di Gesù (2,40), canto di Maria (1,46-56) e inno del padre di Giovanni (1,67-79). Mostra così che Gesù ha origine dal mondo giudaico, è il frutto dell’AT e della sua attesa impersonata dai «poveri di Dio» (= i genitori del Battista, Maria, i pastori, Simeone ed Anna). Ma ha anche lo scopo di far apparire la superiorità di Gesù sul Battista: Gesù è l’atteso dell’AT; Giovanni ha la missione di preparare la sua venuta (cf. il canto di Simeone: 2,2932 e l’inno Benedictus: 1,67-79). In questo duplice rapporto di continuità e di trascendenza del tempo neotestamentario di Cristo su quello veterotestamentario di Giovanni, Luca vede la reciproca posizione dei due nel disegno divino di salvezza attuantesi nella storia. Marco, invece, tende a introdurre la figura del Battista nella pienezza dei tempi, affermando che la sua apparizione costituisce l’«inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio» (cf. 1,1-4). Giovanni introduce i tempi evangelici. Su questa linea, e ancor più chiaramente, è anche Matteo con la sua espressa identificazione di Giovanni con Elia, figura escatologica e precursore del Messia. Né è senza significato che per il primo vangelo l’annuncio del Battista è ripreso, tale e quale, da Gesù (Mt 3,2; 4,17).
 
Catechismo della Chiesa Cattolica 522 La venuta del Figlio di Dio sulla terra è un avvenimento di tale portata che Dio lo ha voluto preparare nel corso dei secoli. Riti e sacrifici, figure e imboli della «prima Alleanza», li fa convergere tutti verso Cristo; lo annunzia per bocca dei profeti che si succedono in Israele; risveglia inoltre nel cuore dei pagani l’oscura attesa di tale venuta.
523 San Giovanni Battista è l’immediato precursore del Signore, mandato a preparargli la via. «Profeta dell’Altissimo» (Lc l 76), di tutti i profeti è il più grande e l’ultimo; egli inaugura il Vangelo; saluta la venuta di Cristo fin dal seno di sua madre e trova la sua gioia nell’essere «l’amico dello sposo» (Gv 3,29), che designa come «l’Agnello di Dio [ ... ] che toglie il peccato del mondo » (Gv 1,29). Precedendo Gesù «con lo spirito e la forza di Elia» (Lc 1,17), gli rende testimonianza con la sua predicazione, con il suo battesimo di conversione ed infine con il suo martirio.
524 La Chiesa, celebrando ogni anno la liturgia dell’Avvento, attualizza questa attesa del Messia: mettendosi in comunione con la lunga preparazione della prima venuta del Salvatore, i fedeli ravvivano l’ardente desiderio della sua seconda venuta. Con la celebrazione della nascita e del martirio del Precursore, la Chiesa si unisce al suo desiderio: «Egli deve crescere e io invece diminuire» (Gv 3,30).
 
Parallelo fra Giovanni e Gesù - Efrem Siro, Commento al Diatessaron 1, 31: L’anziana Elisabetta ha dato alla luce l’ultimo dei profeti e Maria, una fanciulla, il Signore degli angeli. La figlia di Aronne ha dato alla luce la voce nel deserto (cf. Is 63,9), ma la figlia di Davide il potente Dio della terra. La sterile ha dato alla luce colui che rimette i peccati, ma la Vergine colui che li toglie dal mondo (cf. Cv 1, 29). Elisabetta ha partorito colui che ha riconciliato il popolo tramite il pentimento, ma Maria ha partorito colui che ha purificato le terre da ogni macchia. Il più anziano ha acceso una lampada nella casa di Giacobbe, suo padre, perché Giovanni era questa lampada (cf. Gv 5,35), mentre il più giovane ha acceso il Sole di giustizia per tutte le nazioni (cf. Gv l4,2). L’angelo ha portato l’annuncio a Zaccaria, così che il decapitato proclamasse il crocifisso e l’odiato proclamasse l’invidiato. Colui che stava per battezzare con acqua avrebbe proclamato colui che doveva battezzare nel fuoco e con lo Spirito Santo (cf. Mt 3,11). La luce, che non era oscura, avrebbe proclamato il Sole di Giustizia. Colui che era stato riempito dallo Spirito avrebbe proclamato colui che dona lo Spirito. Il sacerdote che chiama con la tromba avrebbe proclamato colui che verrà alla fine al suono della tromba. La voce avrebbe proclamato il Verbo e colui che vide la colomba avrebbe proclamato colui sul quale la colomba si posò, come il lampo prima del tuono.
 
Il santo del Giorno - 24 Giugno 2024 - Natività di san Giovanni Battista - Un bimbo che riunisce generazioni e popoli: Egli «sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio»: la nascita di san Giovanni Battista è annunciata come un prodigio e suscita meraviglia, come racconta il Vangelo di Luca. Quando Giovanni viene al mondo il padre, Zaccaria, riacquista la parola e canta la lode del Dio della misericordia. Fin dal principio la vocazione di Giovanni è chiara: riportare a Dio il popolo che spesso pare aver perso la speranza. Una missione che si realizza a partire proprio dalla sua nascita: davanti a quel bambino le generazioni si riconciliano, i lontani si riavvicinano, la potenza dell’amore di Dio mostra i suoi effetti. La nascita del Battista, insomma, è il segno della possibilità per il mondo di ritrovare la via per l’amore vero. In quel bambino è svelato il mandato affidato a ogni credente: andare «innanzi al Signore a preparargli le strade», testimoniando la sua misericordia. (Autore Matteo Liut)
 
O Signore, che ci hai nutriti alla cena dell’Agnello,
concedi alla tua Chiesa,
in festa per la nascita di san Giovanni Battista,
di riconoscere come autore della propria rinascita il Messia,
di cui egli annunciò la venuta nel mondo.
Per Cristo nostro Signore.