12 GIUGNO 2024
 
MERCOLEDÌ X SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B
 
1 Re 18,20-39; Salmo Responsoriale Dal Salmo 15 (16); Mt 5,17-19
 
Colletta
O Dio, sorgente di ogni bene,
ispiraci propositi giusti e santi
e donaci il tuo aiuto,
perché possiamo attuarli nella nostra vita.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
 
Catechismo degli Adulti - Gesù perfeziona la Legge [155]  La posizione di Gesù è molto originale e non può essere affatto qualificata come permissivismo; anzi, per certi aspetti, è assai più esigente di qualsiasi altra: «Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento» (Mt 5,17). Per accogliere il regno di Dio occorre una giustizia superiore a quella degli scribi e dei farisei.
Ben sei volte nel discorso della montagna ritorna la formula «Ma io vi dico», per radicalizzare le prescrizioni della legge antica d’Israele e rivelare le esigenze di perfezione contenute nella volontà di Dio: «Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere... Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio» (Mt 5,21-22); «Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore» (Mt 5,27); «Fu pure detto: Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto di ripudio; ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio» (Mt 5,31-32); «Avete anche inteso che fu detto agli antichi: Non spergiurare...; ma io vi dico: non giurate affatto... Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no» (Mt 5,33-37); «Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente; ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l’altra» (Mt 5,38-39); «Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti» (Mt 5,43-45).
Gesù condanna non solo l’omicidio e l’adulterio, ma anche l’atteggiamento interiore che sta alla loro radice; dichiara che il divorzio è fuori del progetto di Dio e ristabilisce l’indissolubilità del matrimonio; comanda la limpida veracità nel parlare e l’amore attivo verso i nemici, cercando di vincere il male con il bene. Tanto esigente, forte e autorevole è il suo insegnamento, da lasciare la gente sbalordita. Però, chi accoglie nella fede la paternità di Dio, rivelata da Gesù, non si trova davanti un ideale irrealizzabile, ma il dono di una nuova grandiosa possibilità: «Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste» (Mt 5,48).
 
I Lettura: Il popolo di Israele ancora una volta si era lasciato gabbare, e dall’amare e adorare l’unico Dio era scivolato nell’adorare dèi fattura dell’uomo. L’apostasia è un grave peccato, e il profeta Elia sfidando i sacerdoti di Baal lo vuol dimostrare. Con la sfida, non si tratta “soltanto di decidere chi, tra Jahve e Baal, è il signore della montagna o è più potente, ma assolutamente, chi è Dio: la parola di Elia, la sua preghiera (v 37), l’acclamazione del popolo (v 39) non lasciano nessun dubbio: la fede monoteista è la posta di questa competizione” (Bibbia di Gerusalemme).
 
Vangelo
 Non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento.
 
In che senso Gesù dà pieno compimento alla Legge e ai Profeti? Al di là delle tante risposte, si può rispondere facendo ricorso al comandamento dell’amore dal quale tutti gli altri comandamenti traggono il loro significato e la loro forza: «Allora i farisei, avendo udito che egli [Gesù] aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: “Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?”. Gli rispose: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti”» (Mt 22,34-40). Se non si fa ricorso a questa soluzione si corre il rischio di scivolare in una casistica nella quale il credente si troverebbe a vivere una fede asfittica, lontana dalle vere esigenze evangeliche. Solo l’amore permette al discepolo di Gesù che la sua giustizia superi quella degli scribi e dei farisei: unica condizione per entrare nel regno dei cieli.
 
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 5,17-19
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento.
In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto.
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».

Parola del Signore.
 
Benedetto Prete (I Quattro Vangeli): 17 Non sono venuto ad abrogare, ma a compire: Gesù dichiara la sua posizione nei confronti dell’Antico Testamento (la Legge ed i Profeti); egli afferma di non voler abrogare quanto era stato detto dalla Legge e dai Profeti, ma di perfezionarlo. Quest’opera di perfezionamento, come risulta dagli esempi esplicativi che seguiranno (5, 21-48), si rivolge alla parte morale e consiste nell’inserire uno spirito nuovo nei precetti dell’antica legge.
18 Una sola trattina, così abbiamo tradotto il termine κεραία (letteralmente: cornuncolo); il vocabolo può esprimere quella piccola trattina che distingue nella scrittura ebraica quadrata la consonante kaph dal beth. In linguaggio moderno si direbbe: non passerà un i, né un punto sopra l’i. Il senso del detto di Gesù è il seguente: tutti i precetti morali della Legge antica saranno elevati alla perfezione evangelica la quale, essendo definitiva, non passerà mai.
19 Chi dunque avrà trasgredito... Il nuovo spirito che perfeziona l’antica legge non dispensa dalle opere. Anche la minima inadempienza di un precetto sarà notata e condizionerà l’appartenenza più o meno fervida al regno.
 
In verità io vi dico - Wolfgang Trilling (Vangelo secondo Matteo): L’immagine è solenne. Sparirà l’universo prima che cada, della legge, una pur minima parte, anzi la più piccola lettera Lo iota è la lettera più piccola dell’alfabeto ebraico, mentre i segni sono dei piccoli fregi che si usavano nella scrittura dei sacri testi per renderne più agevole la lettura. Ogni parte e ogni lettera è Parola di Dio, santa e intangibile. Mai si potrà privare tutto questo del suo valore, poiché è Dio che ha parlato. Se le parole dell’uomo volano e sono passeggere, la Parola di Dio è, al contrario, stabile e duratura. Ma Dio non ha parlato soltanto attraverso la legge e i profeti; «ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio» (Eb 1,1). Questa è la sua «ultima Parola», dopo la quale egli non ne dirà altre con uguale autorità. Quest’ultima parola completa le precedenti e le colloca nella loro vera luce: la legge rimane, ma ha bisogno di essere completata e compiuta. Ciò è espresso dalla piccola aggiunta: «Senza che tutto sia compiuto»; cioè: tutta la legge deve essere portata a quella perfezione che, in questo istante, inizia con la dottrina di Gesù. Ma anche: tutto quello che era stato predetto e riguardava il futuro, ora deve adempiersi. Infatti Gesù non solo porta la legge alla perfezione con la sua dottrina, ma la attua nella sua persona, nel suo vivere e nel suo morire. Quando tutto questo avverrà -la perfetta dottrina e la perfetta attuazione in Gesù - allora tutto sarà veramente compiuto.
Nelle pagine che seguono dovremo sempre vedere Gesù in questo grande contesto e in questa prospettiva; non è il fondatore di una setta, né un «genio religioso», come si sente dire talvolta, egli è l’ultimo profeta, l’ultima Parola di Dio, il rivelatore definitivo della volontà di Dio - e quindi la nostra via e la nostra verità.
 
GESÙ E LA NUOVA LEGGE - Pierre Grelot: L’ATTEGGIAMENTO PERSONALE DI GESÙ 1Nei confronti della legge antica, l’atteggiamento di Gesù è netto ma con sfumature diverse. Se egli si oppone con forza alla tradizione degli antichi, di cui gli scribi ed i farisei sono i paladini, non fa però altrettanto per la legge. Al contrario: rifiuta questa tradizione perché porta gli uomini a violare la legge e ad annullare la parola di Dio (Mc 12, 28-34 par.). Ora, nel regno di Dio, la legge non dev’essere abolita, ma portata a compimento sino all’ultimo iota (Mt 5, 17 ss), e Gesù stesso l’osserva (cfr. 8, 4). Nella misura in cui gli scribi sono fedeli a Mosè, la loro autorità deve quindi essere riconosciuta, anche se non bisogna imitare la loro condotta (23, 2 s). E tuttavia, annunziando il vangelo del regno, Gesù inaugura un regime religioso radicalmente nuovo: la legge ed i profeti hanno avuto fine con Giovanni Battista (Lc 16, 16 par.); il vino del vangelo non può essere versato negli otri vecchi del regime sinaitico (Mc 2, 21 s par.). In che consiste quindi il compimento della legge che Gesù apporta sulla terra? Anzitutto nel rimettere in ordine i diversi precetti. Tale ordine differisce molto dalla gerarchia dei valori che gli scribi hanno stabilita, trascurando il principale (giustizia, misericordia, buona fede) per salvare l’accessorio (Mt 23, 16-26). Inoltre le imperfezioni che la legge antica comportava ancora a a motivo della durezza dei cuori» (19, 8) devono sparire nel regno: la regola di condotta che vi si osserverà è una legge di perfezione, ad imitazione della perfezione di Dio (5, 21-48). Ideale impraticabile se lo si commisura alla condizione attuale dell’uomo (cfr. 19, 10). Gesù quindi, assieme a questa legge, apporta un esempio trascinatore ed una forza interna che permetterà di osservarla: la forza dello Spirito (Atti 1, 8; Gv 16, 13). Infine, la legge del regno si riassume nel duplice comandamento, già formulato anticamente, che prescrive all’uomo di amare Dio e di amare il prossimo come se stesso (Mc 12, 28-34 par.); tutto viene ordinato attorno a questo, tutto ne deriva. Nei rapporti degli uomini tra loro, questa regola aurea di carità positiva contiene la legge e i profeti (Mt 7, 12).
2. Attraverso queste prese di posizione, Gesù appare già sotto i tratti di un legislatore. Senza contraddire affatto. Mosè, lo spiega, lo continua, ne perfeziona gli insegnamenti; come quando proclama la superiorità dell’uomo sul sabato (Mc 2, 23-27 par.; Gv 5, 18; 7, 21 ss). Capita tuttavia che, andando oltre la lettera dei testi, egli vi oppone norme nuove; ad esempio, sconvolge le regole del codice di purità (Mc 7, 15-23 par.). Simili atteggiamenti stupiscono i suoi uditori, perché contraddicono quelli degli scribi e rivelano la consapevolezza di un’autorità singolare (1, 22 par.). Ora Mosè si eclissa; nel regno non c’è più che un solo dottore (Mt 23, 10). Gli uomini devono ascoltare la sua parola e metterla in pratica (7, 24 ss), perché in tal modo faranno la volontà del Padre (7, 21 ss). E come i Giudei fedeli, secondo l’espressione rabbinica, si addossavano il giogo della legge, così ora bisogna prendere il giogo di Cristo e mettersi alla sua scuola (11, 29). Più ancora, come la sorte eterna degli uomini era sino allora determinata dal loro atteggiamento nei confronti della legge, così ormai lo sarà dal loro atteggiamento nei confronti di Gesù (10, 32 s). Indubbiamente c’è qui più che Mosè; la nuova legge annunziata dai profeti è ora promulgata.
 
Amore per la Legge di Dio: «Chi ama la legge di Dio, onora anche ciò che in essa non comprende. Ciò che gli pare poco logico, giudica piuttosto di non averlo compreso e pensa che vi si trovi celato qualcosa di grande. Non gli è dunque di scandalo la legge del Signore; e per non soffrire scandalo, soprattutto egli non bada agli uomini - per quanto sia santa la loro vocazione -, tanto da far dipendere la loro fede dai loro costumi. Perciò, se alcuni di loro cadono, egli non se ne scandalizza e non rovina così se stesso. Al contrario, egli ama la legge del Signore per se stessa, e in lui vi è sempre grande pace e mai scandalo. L’ama senza preoccupazioni, perché sa che anche se molti peccano contro la legge, essi non peccano certo a causa della legge» (Agostino, Esposizioni sui Salmi, 118).
 
Santo del giorno - 12 Giugno 2024 - San Gaspare Luigi Bertone, Sacerdote: Nato a Verona il 9 ottobre 1777, a 18 anni risponde alla chiamata al sacerdozio, ma proprio mentre inizia il corso di teologia la sua città subisce l’invasione straniera. Il giovane chierico si distingue per l’assistenza ai malati e ai feriti, entrando a far parte dell’«Evangelica Fratellanza degli Spedalieri». Ordinato sacerdote il 20 settembre 1800, gli viene affidata la cura spirituale della gioventù. Nel maggio 1808 viene chiamato a dirigere spiritualmente la nascente Congregazione delle Figlie della Carità, fondate da santa Maddalena di Canossa; guida anche la serva di Dio Leopoldina Naudet, fondatrice delle Sorelle della Sacra Famiglia. Con alcuni compagni formati nei suoi Oratori, nel 1816 dà inizio “presso la Chiesa delle Stimmate di San Francesco” all’istituto religioso dei «Missionari apostolici in aiuto dei vescovi», detto poi delle «Stimmate di Nostro Signore Gesù Cristo». Provato da continue malattie, muore a Verona il 12 giugno 1853. Giovanni Paolo II lo proclama santo il 1° ottobre 1989. (Avvenire)
 
O Signore, la tua forza risanatrice,
operante in questo sacramento,
ci guarisca dal male e ci guidi sulla via del bene.
Per Cristo nostro Signore.