8 GIUGNO 2024
 
CUORE IMMACOLATO DELLA BEATA VERGINE MARIA – MEMORIA
 
Is 61,9-11; Salmo Responsoriale 1Sam 2,1.4-8; Lc 2,41-51
 
Cuore Immacolato di Maria - Nino Grasso: La vicinanza delle due feste riconduce a S, Giovanni Eudes, il quale nei suoi scritti non separò mai i due Cuori di Gesù e di Maria e sottolinea l’unione profonda della madre col Figlio di Dio fatto carne, la cui vita pulsò per nove mesi ritmicamente con quella del cuore di Maria.
La Liturgia della festa sottolinea il lavorio spirituale del cuore della prima discepola di Cristo e presenta Maria come protesa, nell’intimo del suo cuore, all’ascolto e all’approfondimento della parola di Dio.
Maria medita nel suo cuore gli eventi in cui è coinvolta insieme a Gesù, cercando di penetrare il mistero che sta vivendo: conservare e meditare nel suo cuore tutte le cose, le fa scoprire la volontà del Signore, come un pane che la nutre nell’intimo, come un’acqua zampillante in un fecondo terreno. Con questo suo modo di agire, Maria ci insegna a nutrirci in profondità del Verbo di Dio, a vivere sfamandoci e abbeverandoci di lui e soprattutto a trovare Dio nella meditazione, nella preghiera e nel silenzio. Maria, infine, ci insegna a riflettere sugli avvenimenti della nostra vita quotidiana e a scoprire in essi Dio che si rivela, inserendosi nella nostra storia.
 
Colletta
O Dio,
che hai preparato una degna dimora dello Spirito Santo
nel cuore della beata Vergine Maria,
per sua intercessione concedi a noi
di essere tempio vivo della tua gloria.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
 
Giovanni Paolo II (Omelia 12 Giugno 1999): “Sua madre gli disse: Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo” (Lc 2, 48).
Oggi la Liturgia della Chiesa fa memoria del Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria. Volgiamo il nostro sguardo verso Maria che, piena di premura e di preoccupazione, cerca Gesù smarrito durante il pellegrinaggio a Gerusalemme. Come devoti israeliti, Maria e Giuseppe si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando Gesù ebbe dodici anni andò con loro per la prima volta. E proprio allora ebbe luogo l’evento che contempliamo nel quinto mistero glorioso del santo Rosario, il mistero del ritrovamento. San Luca lo descrive in modo molto toccante, in base alle notizie, come si può supporre, ricevute dalla Madre di Gesù: «Figlio, perché ci hai fatto così? (...) angosciati ti cercavamo». Maria, che aveva portato Gesù sotto il suo cuore e lo aveva protetto contro Erode fuggendo in Egitto, confessa umanamente la sua grande angoscia per il Figlio. Sa di dover essere presente sul suo cammino. Sa che mediante l’amore e il sacrificio collaborerà con Lui all’opera della Redenzione. Entriamo così nel mistero del grande amore di Maria verso Gesù, dell’amore che abbraccia con il suo Cuore Immacolato l’Amore ineffabile, il Verbo dell’eterno Padre.
 
I Lettura: Il testo isaiano, nel contesto della memoria del Cuore Immacolato, viene riferito alla Vergine Maria, e qui va letto come una profezia: “Sarà famosa tra le genti la loro stirpe, la loro discendenza in mezzo ai popoli” (cfr. Lc 1,48: D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata). Il Magnificat  comincia proprio con una espressione simile a quella contenuta nel testo isaiano: “la mia anima esulta nel mio Dio, perché mi ha rivestito delle vesti della salvezza, mi ha avvolto con il mantello della giustizia” (cfr. Lc 1,46-47).
 
Vangelo
Tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo.
 
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 2,41-51
 
I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.
Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.
Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.
Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore.
 
Parola del Signore.
 
Perché mi cercavate? Non sapevate che io debbo occuparmi delle cose del Padre mio? - L’evangelista Luca ama presentare Giuseppe e Maria fedeli osservanti della Legge del Signore: così ricorda la circoncisione di Gesù (1,21), la presentazione del bambino al tempio e l’offerta dei colombi per la purificazione della madre (1,22).
Era anche scritto nella Legge di Mosè: «Tre volte all’anno ogni tuo maschio si presenterà davanti al Signore tuo Dio, nel luogo che Egli avrà scelto» (Dt 16,16). Giuseppe e Maria compivano questo pellegrinaggio ogni anno, così anche quando Gesù ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa.
All’interno della famiglia c’erano quattro eventi che segnavano il procedere della vita: la nascita, il raggiungimento della maturità, il matrimonio e la morte. Questi eventi erano sottolineati con particolari riti sociali. Quando poi si credeva che Dio fosse coinvolto nel processo della vita, l’evento assumeva anche un carattere religioso. Tali riti sono conosciuti con il nome di riti di passaggio. A 12 anni Gesù, come tutti i ragazzi ebrei, si preparava ad acquistare la condizione di adulto in seno alla comunità religiosa, il viaggio a Gerusalemme rivestiva perciò un significato speciale per il “figlio di Maria” (Mc 6,3). Questo è il primo episodio che ci mostra come Gesù fosse cosciente della sua particolare relazione verso Dio.
Si preferiva viaggiare in gruppi, cioè in carovane, per tanti motivi ed uno era costituito dalla pericolosità del viaggio. I viaggiatori temevano soprattutto i banditi e gli animali feroci. Non di rado ci si poteva imbattere in famelici leoni che si aggiravano anche nelle valli (Cf. Is 30,6).
Nel loro pellegrinaggio, Giuseppe e Maria «viaggiavano con i parenti e conoscenti. Ce n’era un numero sufficiente per far sì che non lo vedessero per un’intera giornata, e Maria e Giuseppe erano in rapporto sufficientemente stretto con questi membri della famiglia allargata, tanto da non preoccuparsene» (Ralph Gower).
Perché mi cercavate? La risposta di Gesù alla domanda della Madre, espressa anche a nome di Giuseppe, contiene una esplicita rivelazione della sua identità: egli è il Figlio di Dio in modo trascendente. Manifesta, molto chiaramente, la consapevolezza che Gesù aveva di se stesso fin da allora.
Nell’Antico Testamento «sono chiamati con il nome e il titolo di “figlio di Dio” tutto il popolo eletto, e, nel suo seno, in modo particolare, il giusto, il re, il messia. Il modo però con cui Gesù all’età di dodici anni denomina Dio suo Padre, e pone tale Padre in distinzione rispetto a colui, che Maria nell’interrogazione aveva chiamato padre secondo la legge, cioè Giuseppe, è un fatto unico. Perciò nella parola di Gesù che chiama Dio suo padre occorre vedere la iniziale rivelazione contenuta in tutta la serie dei testi nei quali Gesù parla di Dio denominandolo sempre “il Padre mio” e distinguendolo sempre dal “Padre vostro”» (Giuseppe Ferraro).
Non sapevate che io devo occuparmi... A Maria che parlava dei “doveri filiali” pensando al quinto comandamento (Cf. Es 20,12), Gesù risponde rimandando al primo: il dovere verso Dio (Cf. Es 20,3-6), egli è il figlio obbediente del suo Padre celeste. È da notare anche che in questa risposta risuona il verbo “devo”, che troveremo in altri nove casi, ciò dimostra che la missione di Gesù (Cf. Lc 4,43), e soprattutto la sua passione-resurrezione (Cf. Lc 9,22; 24,26), rientrano nel piano divino della salvezza che egli accetta sovranamente libero. Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. Pur non comprendendo non ostacolano la volontà del Figlio: sua Madre, custodendo tutte queste cose nel suo cuore, attende fiduciosa di comprendere per aderire al progetto con generosità e maggiore responsabilità.
Luca dopo aver rilevato l’incapacità di comprendere dei genitori, mostra Gesù, rientrato a Nazaret, che torna a una scrupolosa osservanza della pietà filiale in conformità alla legge. Maria, intanto, continua la sua riflessione nel mistero che si concluderà, come per i  discepoli, solo dopo la luce pasquale con il dono dello Spirito Santo (Cf. At 1,14; 2,1ss).
 
Perché mi cercavate? Non sapevate? - Richard Gutzwiller (Meditazioni su Luca): La parola di Maria: «Figlio, perché ci hai fatto così?» aveva l’accento di un accorato rimprovero. La sua risposta è altrettanto piena di meraviglia e nasconde parimenti un leggero rimprovero. Perché lo si cerca là dove in realtà non dovrebbe stare? Se lo si cerca, bisogna cercarlo presso il Padre. Quello è il suo posto. Essi dovevano ben sapere quale fosse il suo posto e dove quindi dovessero cercarlo e trovarlo. Anche noi spesso non cerchiamo Cristo nel vero posto. Riteniamo che egli debba venire là dove si svolgono i nostri avvenimenti, in apparenza così seri, ma in realtà così banali; là dove ci turbano le nostre preoccupazioni apparentemente enormi, ma in realtà minime; là dove riteniamo la vita tanto importante e invece, appunto perché noi la riteniamo tale, tanto insignificante. In verità dobbiamo cercare il Signore là dove non ci siamo noi, ma dove c’è lui, presso il Padre, nella volontà e nello spirito del Padre.
La parola di Gesù importa ancora un evidente distacco. Gesù non appartiene ai suoi genitori umano-terreni. Egli non rimarrà nella piccola Nazaret, nell’ambito di questa Sacra Famiglia che vive nel nascondimento. Anche se ora vi ritorna ed obbedisce, essi sanno tuttavia da questo giorno che questo suo ritorno non è duraturo, ma provvisorio ed ha carattere di preparazione. Sanno che in realtà egli è stato affidato loro solo perché essi lo donino di nuovo. Egli è in mezzo a loro, perché lo lascino andare tra il suo popolo, in mezzo all’umanità. Non vi deve essere nessun egoismo religioso, non vi deve essere nessun monopolio della grazia, ma solo un ridare e un ridonare.
«Io devo occuparmi delle cose del Padre mio». Egli appartiene al Padre e a tutta la grandezza e l’estensione del Regno di Dio.
Al Padre suo appartiene l’universo e tutta l’umanità. Tutto è di suo Padre. Quindi egli sta qui per l’universo e per l’umanità, per tutti e per tutto. La sua missione abbraccia tutti. Seduto sotto il portico del tempio in mezzo ai dottori, interrogando e  rispondendo, egli dà un segno esterno che si trova in mezzo all’umanità per domandare e per rispondere. Alle sue domande però gli uomini per lo più non sanno rispondere e con le sue risposte suscita sempre nuove meraviglie da parte dei saggi e dei dotti.
Da quando furono pronunciate queste parole di distacco da Nazaret e dalla sua permanenza nel tempio, tutti quelli che Iddio chiama al suo servizio nel sacerdozio e nella vita religiosa sanno di dover rinunciare all’agiatezza che potrà loro derivare da una bella e ristretta vita familiare, per dedicarsi a combattere nel mondo vasto ed inquieto dell’umanità, con la sola certezza della protezione del Padre.
Questo episodio straordinario della prima festa di Pasqua è un inizio. L’altro episodio straordinario dell’ultima festa di Pasqua della vita terrena di Gesù sarà fine e al tempo stesso inizio di un nuovo essere presso il Padre.
Il Vangelo aggiunge: «Essi non compresero le sue parole».
Maria e Giuseppe, benché sapessero e capissero, non compresero il suo agire e il suo parlare in quella festa di Pasqua. Non è facile capire anche solo approssimativamente il segreto di Gesù ed intendere in qualche modo il meraviglioso contenuto delle sue parole. Solo poco alla volta Maria riesce a coglierne e a intenderne lo spirito. E ciò le sarà possibile perché lei, come nota il Vangelo, «serbava tutte queste cose nel suo cuore». Solo quando con sincerità di spirito e con cuore aperto torna più volte a considerare le parole di Dio e a ponderare il loro vero significato, l’uomo può introdursi poco alla volta nel mondo dei segreti di Dio.
 
Bernardo da Chiaravalle (Hom. I sup. Miss.): Chi era sottomesso? E a chi? Dio agli uomini; Dio - dico -a cui gli Angeli sono sudditi, a cui i Principati e le Potestà obbediscono. Era sottomesso a Maria, ma non soltanto a Maria, bensì anche a Giuseppe, a causa di Maria. Ammira quindi e scegli se venerare di più la benigna degnazione del Figlio o la sublime dignità della Madre ... Impara, uomo, ad obbedire; impara, terra, a sottometterti; impara, polvere, a ottemperare ... Dio si umilia e tu, uomo, ti esalti? Dio si sottomette agli uomini e tu vuoi dominarli mettendoti al di sopra del tuo Autore? Se tu, o uomo, rifiuterai di imitare l’esempio dell’uomo, certo non ti sarà più spregevole seguire il tuo Creatore.
 
Il Santo del giorno - 8 Giugno 2022 - Beato Nicola da Gesturi, Religioso: L’umile figura di un questuante. Elevato alla gloria degli altari da Giovanni Paolo II. È la storia di fra’ Nicola da Gesturi, al secolo Giovanni Medda (1882-1958), che consumò tutta la sua vita tra il paese natale (Gesturi, appunto, nell’arcidiocesi di Oristano) e il convento di Cagliari. La sua fu quella che oggi definiremmo una vocazione «adulta»: rimasto orfano giovanissimo, aveva vissuto in maniera molto semplice, lavorando da contadino. Sempre più attratto da una vita interamente donata al Signore bussò alla porta dei cappuccini a 29 anni, assai maturo dunque per l’epoca.
Vestito il saio, per 34 anni svolse l’umile incarico di questuante. Senza alcun risalto esteriore, ma aiutando spiritualmente un gran numero di persone. Con il suo esempio di virtù e di bontà incoraggiò infatti molti alla carità verso i poveri. Morì nel 1958 a 76 anni. Papa Wojtyla l’ha beatificato il 3 ottobre 1999. (Avvenire)
 
O Signore,
che ci hai resi partecipi della redenzione eterna,
concedi a noi,
che facciamo memoria della Madre di Cristo tuo Figlio,
di gloriarci per la pienezza della tua grazia
e di sperimentare sempre più il beneficio della salvezza.
Per Cristo nostro Signore.