2 APRILE 2024
 
MARTEDÌ FRA L’OTTAVA DI PASQUA
 
At  2,36-41; Salmo Responsoriale Dal Salmo 32 (33); Gv 20,11-18
 
Colletta
O Dio, che ci hai donato i sacramenti pasquali,
assisti questo popolo con la tua grazia,
perché, raggiunta la libertà perfetta,
possa godere in cielo
quella gioia che ora pregusta sulla terra.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
 
Le apparizioni del Risorto - Catechismo della Chiesa Cattolica 641: Maria di Magdala e le pie donne che andavano a completare l’imbalsamazione del corpo di Gesù, sepolto in fretta la sera del Venerdì Santo a causa del sopraggiungere del Sabato, sono state le prime ad incontrare il Risorto. Le donne furono così le prime messaggere della risurrezione di Cristo per gli stessi Apostoli. A loro Gesù appare in seguito: prima a Pietro, poi ai Dodici. Pietro, chiamato a confermare la fede dei suoi fratelli, vede dunque il Risorto prima di loro ed è sulla sua testimonianza che la comunità esclama: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone» (Lc 24.34).
 
Prima Lettura: La prima lettura è la conclusione del discorso di Pietro tenuto il giorno di Pentecoste. La parola di Pietro è particolarmente efficace: toccando il cuore della folla, la dispone ad accogliere con gioia il dono della salvezza. Ritroviamo l’atmosfera degli inizi del Vangelo, quando Giovanni Battista invitava il popolo d’Israele alla conversione, alla penitenza, al battesimo (cfr. Lc 3,10).
 
Vangelo
Ho visto il Signore e mi ha detto queste cose.
 
Compostella (Messale per la Vita Cristiana): Il quarto evangelista racconta a modo suo l’esperienza pasquale di Maria di Magdala, che ha vissuto con i discepoli il dolore della separazione e dell’esclusione quando Gesù si è ritrovato solo con le sue sofferenze e con la morte. La sera del venerdì santo, le autorità restituiscono il suo corpo morto. Giuseppe di Arimatea e Nicodemo lo portano alla tomba.
Se la sua tomba e il suo corpo dovessero essere tutto quello che resta ai discepoli, potrebbero diventare il pegno del ricordo, il luogo della commemorazione e il centro di una comunità legata a una reliquia.
E Maria è in lacrime vicino alla tomba. Non sente nulla dell’esultanza pasquale, né della risurrezione. Gli angeli seduti, uno al posto della testa e l’altro al posto dei piedi di Gesù, li nota appena. Essa non vede che lo spazio vuoto tra i messaggeri di Dio: « Hanno portato via il mio Signore ... », ecco la sua pena. Vuole sapere dove lo hanno messo, assicurarsene, tenerlo e restare vicino a lui ... Questo futuro che lei si è immaginata distrugge Maria nel momento di lasciare tomba.
È in questo momento che i suoi occhi si aprono. Che sente il timbro di quella voce familiare: che lo riconosce vivo. Egli non le parla del loro passato comune, ma del suo avvenire che sarà anche l’avvenire dei discepoli che hanno fede. Le dice che va verso Dio, suo Padre, che è anche nostro Dio e nostro Padre.
 
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 20,11-18
In quel tempo, Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto».
Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» - che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”».
Maria di Màgdala andò subito ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.
Maria di Màgdala andò subito ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.

Parola del Signore.
 
Henri van den Bussche (Giovanni): Maria di Magdala è tornata alla tomba. Il testo sembra far capire che i due discepoli vi si trovavano ancora. Ma questi la lasciano e se ne vanno. Senza dubbio non hanno detto a Maria la loro intuizione oppure essa è rimasta insensibile.
È venuta per fare le lamentazioni secondo il costume; resta dunque a piangere presso la tomba, benché il corpo non vi sia più. Le lacrime attestano la sua profonda affezione. Ma non è questo il momento di versare delle lacrime. Esse impediscono a Maria di vedere chiaramente nella tomba vuota. Al discepolo prediletto è bastato guardare: ha creduto, ricordando la Scrittura.
Per Maria è necessario il rinforzo di due angeli. Apparizione molto significativa: sono vestiti di bianco, come si addice a personaggi celesti. Con la loro disposizione incorniciano il luogo preciso dove era deposto il corpo di Gesù (Lc 24, 4): così la realtà celeste delimita quello che fu il luogo della sepoltura di Gesù. Questo segno sarebbe potuto bastare a Maria per capire. Ma ancora una volta la sua reazione umana fa ostacolo all’intellinza della fede. Alla domanda degli angeli, essa dà libero corso al suo smarrimento e dimostra così di non aver capito nulla. Hanno portato via il suo Signore: dove l’hanno messo?
Il suo Signore è il rabbì amatissimo. Per l’evangelista e i suoi lettori si tratta del risorto. Ma Maria è lontana al pensare a una risurrezione! È il tema giovanneo della incomprensione (cfr. 11, 23-24).
Poiché le cose stanno così, appare Gesù stesso ... , ma lei non lo riconosce ancora! Non a causa dell’incerto chiarore dell’alba. Come ì pellegrini di Emmaus, i suoi occhi erano ugualmente «impediti» dal riconoscerlo.
Gesù risorto si fa riconoscere soltanto da coloro ai quali la fede apre gli occhi. Ora Maria non pensa a una risurrezione. La risurrezione, per quanto autentica, resta una verità di fede. Non stiamo a raffigurarci Gesù travestito da giardiniere! Maria, tutta presa dalla sua sensibilità umana, è incapace di riconoscere Gesù, e poiché si trovano in un giardino, prende Gesù per un giardiniere.
Gesù le rivolge la stessa domanda: Perché piangi? E di nuovo, ancora con maggior. veemenza, essa dà sfogo alla sua costernazione. Vuole ritrovare il corpo. Forse il giardiniere lo ha cambiato di posto? Essa vuole prenderlo per seppellirlo in un luogo dove possa sempre andare a piangerlo. Cerca un morto, mentre egli è vivo!
Maria non lo riconosce, ma lui, come la conosce! Dice il suo nome: un giorno rivelò anche a Natanaele che lo conosceva (1,47-48). I suoi occhi si illuminano: Maestro mio! Il termine rabbuni è più solenne di «rabbì», lo si
usa soprattutto quando si tratta di Dio. Ma Maria non è ancora al punto a cui arriverà Tommaso dopo aver toccato cato le piaghe (20, 28). È felice, ma non ha riconosciuto
Gesù per quello che egli è realmente. Pensa che sia tornato. I tre ultimi giorni sono stati un incubo spaventoso! Ora la vita può riprendere. Il maestro amato e venerato è nuovamente qui!
Ma Gesù non è tornato! La sua passione e la sua morte non sono annullate, ridotte a un’illusione dei sensi. Anzi, non si tratta nemmeno di un ritorno, ma di una venuta: soltanto ora si può dire veramente che Gesù viene.
Un tempo i discepoli l’avevano seguito senza comprenderlo; avevano applaudito alle sue parole, si erano entusiasmati dei suoi miracoli, l’avevano guardato a bocca aperta come una delle meraviglie del mondo. Ma egli era rimasto per loro un estraneo, e lo era infatti. I suoi amici non erano mai penetrati nella sua personalità reale, fino al Padre presente in lui. Essi non avevano veduto di lui che l’esteriore. Ora eccolo vicino a loro, pienamente se stesso. Ciò che viene chiamato ritorno è in realtà la sua venuta.
 
Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro - Salvatore Alberto Panimolle (Lettura Pastorale del Vangelo di Giovanni Vol. III): Matteo narra che le pie donne abbracciarono i piedi di Gesù, appena lo incontrarono (Mt 28,9); Giovanni fa intendere un gesto del genere da parte della Maddalena, perché il Risorto le dice: «Non trattenermi, infatti non sono ancora salito al Padre» (Gv 20,17). Quindi Gesù affida alla discepola una missione per i suoi fratelli: annunziare loro che sta per ascendere dal Padre. Nel primo vangelo le discepole sono costituite messaggere del Risorto per informare i seguaci del Cristo di recarsi in Galilea, dove lo avrebbero visto (Mt 28,10). La frase di Gv 20,17c è formata da un parallelismo sinonimico, come mostra il testo strutturato:
Salgo al PADRE mio e Padre vostro,
Dio mio e Dio vostro.
La collocazione dell’ascensione di Gesù nel giorno della sua risurrezione è un elemento caratteristico della cristologia giovannea. Secondo Luca, il Risorto è salito al cielo quaranta giorni dopo (At 1,3ss). Gesù deve tornare al Padre prima dell’incontro con i discepoli, perché non può donare lo Spirito, prima della sua ascensione gloriosa, che corona la sua esaltazione; dal cielo egli manderà il Paraclito, perché sarà stato glorificato in modo perfetto (Gv 16,7); in effetti la sera di pasqua il Cristo glorioso apparirà ai discepoli per donare loro lo Spirito santo (Gv 20,22), che era già stato consegnato alla chiesa nell’istante della sua morte (Gv 19,30).
I discepoli sono i fratelli di Gesù, perciò il Dio e Padre del Cristo è Dio e Padre dei cristiani (Gv 20,17). Evidentemente il Verbo incarnato è il Figlio unigenito del Padre («huiòs monoghenês») (cf. Gv 1,14.18; 3,16.18 ecc.) in senso unico, mentre i credenti sono figli («tékna») di Dio (cf. Gv 1,12s; 11,52) per partecipazione, se così possiamo esprimerci. Ad ogni modo Dio è vero Padre dei cristiani, anche se solo per Gesù Dio è Padre per essenza o per natura, se è lecito adoperare termini metafisici (cf. Gv 5,17ss). Perciò la formula veterotestamentaria «il Signore, tuo Dio» e simili (cf. Es 20,2; Dt 26,5-11; Rut 1,16; Ger 24,7) con l’incarnazione del Verbo acquista un significato nuovo.
Maria Maddalena esegue l’ambasciata affidatale dal Risorto, annunziando ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e raccontando ciò che le aveva detto (Gv 20,18).
Questo lieto messaggio costituisce il vertice di tutto il dramma rappresentato in Gv 20,1-18. Esso è aperto dalla costatazione del sepolcro vuoto con l’esclamazione: «Hanno portato via il Signore!» (Gv 20,ls) ed è concluso dalla frase: «Ho visto il Signore!» (Gv 20,18). Le scene intermedie mostrano in modo vivo le varie peripezie che preparano l’incontro della Maddalena con Gesù. Nei vangeli sinottici troviamo un dato analogo: le pie donne eseguirono il comando del Risorto, a nunciando ai discepoli il messaggio di Gesù (Lc 24,10s e par.).
 
La risurrezione e il discepolo - I frutti della risurrezione hanno inizio con la comunione vitale con il Signore Gesù, mediante il battesimo, per terminare con la comunione totale alla sua gloria nel Regno del Padre. Coloro che ascoltano Pietro, nel giorno di Pentecoste, nel sentirsi “trafiggere il cuore” (“compúncti sunt corde” Atti 2,37), chiedono: “Che cosa dobbiamo fare, fratelli?”. Pietro risponde loro di fare penitenza e farsi battezzare. Coloro che acquisivano la fede nella Buona Novella non potevano che entrare immediatamente in una “comunità di salvezza” mediante il battesimo. Ma non si trattava più di un battesimo di penitenza, come quello di Giovanni Battista, ma di un battesimo “in Spirito santo e fuoco” (Mt 3,11). Le acque salutari del battesimo cristiano immergono l’uomo nella vita di Cristo facendogli fruire abbondantemente dei frutti dell’incarnazione, della morte e della risurrezione del Verbo di Dio. Nella lettera ai Romani, Paolo fornisce una spiegazione teologica di questo nesso. “Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova” (Rom 6,4). San Paolo, con queste parole, tenendo presente che l’immersione era la modalità del battesimo delle origini, vuole affermare che il battesimo seppellisce realmente il peccatore nella morte del Cristo (Col 2,12), da dove esce realmente, mediante la resurrezione con lui (Rm 8,11), come “nuova creatura” (2Cor 5,17), “uomo nuovo” (Ef 2,15), membro del corpo unico animato dall’unico Spirito (1Cor 12,13; Ef 4,4s). Questa resurrezione che sarà totale e definitiva solo alla fine dei tempi (1Cor 15,12s), si realizza già fin d’ora mediante una vita nuova secondo lo Spirito (Rom 8,2s; Gal 5,16-24).
 
Croce e risurrezione son figure della vita cristiana: “Tutto ciò che è avvenuto sulla croce di Cristo, nella sepoltura, nella risurrezione il terzo giorno, nell’ascensione al cielo, nel trono alla destra del Padre, sta a raffigurare la vita cristiana, non solo con le parole ma anche con le azioni. Infatti in riguardo a quella croce è detto: Coloro che sono di Gesù Cristo hanno crocifisso la loro carne con le sue passioni e concupiscenze [Gal 5,24]. Per la sua sepoltura: Siamo stati consepolti con Cristo attraverso il Battesimo per la morte. Per la sua risurrezione: Come Cristo risorse dai morti per la gloria del Padre, anche noi comminiamo in novità di vita. Per l’ascensione al cielo e il trono alla destra del Padre: Se siete risorti con Cristo, cercate le cose del cielo, dove Cristo siede alla destra del Padre gustate le cose del cielo non quelle della terra: siete morti, infatti, e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio” (Agostino, De spe, fide, caritate, 14,53)
 
Il Santo del giorno - 2 Aprile 2024 - Sant’Abbondio, Vescovo: A lui si ispirò certamente il Manzoni nel dare il nome al suo celebre personaggio sul «ramo del lago di Como». Di Abbondio si sa che fu vescovo dal 440, mentre non si conoscono con certezza data di nascita e morte. Come ignoto è il luogo di origine. Conosceva bene il greco e, perciò, prima di dedicarsi a tempo pieno al servizio episcopale (e all’attività missionaria nelle zone montuose vicino Lugano ancora scristianizzate), fu mandato dal Papa Leone I Magno a Costantinopoli per dirimere, con successo, la questione dottrinale sulle due nature di Cristo suscitata da Nestorio ed Eutiche. I resti del patrono sono nella basilica di Como. (Avvenire)
 
Esaudisci, Dio onnipotente, le nostre preghiere
e guida alla beatitudine eterna
questa tua famiglia
che hai ricolmato della grazia del Battesimo.
Per Cristo nostro Signore.