4 MAGGIO 2024
 
SABATO DELLA V SETTIMANA DI PASQUA
 
At 16,1-10; Salmo Responsoriale dal Salmo 99 (100); Gv 15,18-21
 
Colletta
Dio onnipotente ed eterno,
che nella rigenerazione battesimale
ci hai comunicato la tua stessa vita,
concedi a coloro che hai reso giusti con la tua grazia,
disponendoli alla vita immortale,
di giungere da te guidati alla pienezza della gloria.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
 
Un servo non è più grande del suo padrone: Pio XII (Lettera Enciclica: Ecclesiae Fastos): Certo non mancano anche oggi coloro che la respingono (la Parola di Dio), che tentano di inquinarla con fallaci errori o che - calpestando la libertà che compete alla chiesa e ai cittadini - si sforzano con menzogne, persecuzioni e vessazioni di sradicarla dagli animi e di distruggerla. Eppure, voi bene lo sapete, venerabili fratelli, questa astuzia non è nuova; fu già conosciuta fin dai primordi dell’èra cristiana; già lo stesso divin Redentore aveva in antecedenza ammonito i suoi discepoli con queste parole: «Ricordatevi di quanto vi ho detto: non c’è servo maggiore del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi» (Gv 15,20). Tuttavia il nostro Redentore aggiunse a conforto queste parole: «Beati coloro che patiscono persecuzione per la giustizia, poiché di essi è il regno dei cieli» (Mt 5,10). E ancora: «Beati siete se gli uomini vi malediranno e vi perseguiteranno e diranno di voi ogni male, mentendo, per causa mia; godete ed esultate, poiché la vostra ricompensa è abbondante nei cieli» (Mt 5,11-12). Nessuna meraviglia, perciò, se anche oggi in alcuni luoghi si odia il nome cristiano, se in molte regioni la chiesa, nell’esplicare la missione divinamente ricevuta, è impedita in diversi modi e con diversi metodi, come pure se non pochi cattolici si lasciano ingannare da false dottrine e si mettono in grave pericolo di perdere l’eterna salute. A tutti noi dia forza e coraggio la promessa del divin Redentore: «Ecco io sono con voi per sempre fino alla consumazione dei secoli» (Mt 28,20).
 
I Lettura: L’attività apostolica di Paolo è molto intensa, lo troviamo inizialmente a Derbe e Listra, qui Timoteo si aggrega a Paolo e rimarrà sino alla fine uno dei suoi più fedeli discepoli. Paolo lo fa circoncidere a motivo dei Giudei che si trovavano in quelle regioni. Paolo si opponeva alla circoncisione dei cristiani provenienti dal paganesimo (cfr. Gal 2,3; 5,1-12), Timoteo però era figlio di madre giudea e perciò, secondo il diritto giudaico, era israelita.
Percorrendo le città, trasmettevano loro le decisioni prese dagli apostoli e dagli anziani di Gerusalemme, perché le osservassero; queste decisioni le troviamo nella lettera apostolica (At 15,22-29) inviata a tutte le chiese e che conteneva le indicazioni che disciplinavano l’ingresso dei pagani nella Chiesa.
Instancabile, partito da Iconio, Paolo tenta di dirigersi a ovest verso Efeso, ma impedito dallo Spirito Santo, sale verso nord e arriva in Frigia; quindi piegando verso nord-est, raggiunge la regione della Galazia, dove fu trattenuto dalla malattia (Gal 4,13-15). Paolo evangelizzò questi luoghi e più tardi vi fece ritorno per visitare i discepoli (At 18,23). Si rimane meravigliati di tanto ardore apostolico, ma è per questo zelo missionario che Luca può annotare: Le Chiese intanto andavano fortificandosi nella fede e crescevano di numero ogni giorno.
 
Vangelo
Voi non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo.
 
All’amore di Gesù e all’amore fraterno che anima la comunità cristiana si contrappone l’odio del mondo, cioè di coloro che rifiutano Gesù e che rigettano i suoi discepoli. La vicenda del Maestro si ripete anche nei discepoli perseguitati e Gesù vede in questa dura e cosciente reazione del mondo l’attuarsi di un annunzio biblico, trovato nel Salmo 69,5: “Mi odiano senza ragione”. I discepoli però devono sapere che nelle persecuzioni non saranno soli: il Paraclito sarà accanto a loro, lo Spirito di verità metterà sulle loro labbra una parola di testimonianza. Gli amici sono chiamati a condividere la dolorosa sorte dell’Amico, in questa luce di vera condivisone il martirio non è un incidente di percorso.
 
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 15,18-21
 
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia.
Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato».

Parola del Signore.
 
Benedetto Prete (I Quattro Vangeli): 18 Se il mondo vi odia...; Gesù, dopo aver indicato l’intimo rapporto di amore che intercorre tra i discepoli e lui, passa a parlare dell’odio di cui saranno oggetto i suoi discepoli nel mondo. Questa struttura del discorso di Cristo rivela un lavoro di compilazione da parte dell’autore sacro. I. discepoli saranno odiati dal mondo; il sostantivo «il mondo» qui è preso apertamente in senso peggiorativo ed ha un significato fortemente ostile; esso indica in sintesi la massa di uomini e le forze del male, le quali, sotto l’impulso d» Satana, si oppongono a Cristo ed alla sua Chiesa. L’odio del mondo si manifesterà particolarmente con le persecuzioni che dovranno subire in ogni tempo i discepoli di Cristo; sotto questo aspetto la presente sezione giovannea (15, 18-16, 4) presenta dei punti di contatto con i discorsi escatologici dei vangeli sinottici (cf. Mt., 10, 16-42; 24, 9-14; Mc., 13, 9-13; Lc., 21, 12-19). Sappiate che prima di voi ha odiato me; l’odio del mondo non deve scoraggiare, né far desistere i discepoli dal loro impegno per la causa del regno, poiché anche il loro Maestro è stato oggetto di odio ostinato e cieco. Gesù ammonisce i discepoli per premunirli contro ogni forma di disorientamento davanti alle prove che li attenderanno (cf. 1 Giov., 3, 13), poiché nulla è più amaro e sconcertante per l’uomo di vedere che il bene è spesso incompreso e combattuto.
19 Se voi foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; l’odio che il mondo ha è la conclusione di un processo logico fatale; nulla quindi di più comprensibile di questa logica dell’odio: il mondo non può amare chi non condivide i suoi principi e chi non si conforma alla sua vita («ciò che è suo»). I discepoli, a motivo della loro elezione e del loro modo di vivere, sono per il mondo come degli estranei (... non siete del mondo ma io vi ho scelti dal mondo); cf. 17, 14.
20 Il servo non è più grande del suo padrone; il Salvatore richiama un suo insegnamento precedente, cf. Giov., 13, 16; questo detto tuttavia ha qui il senso che è indicato da Mt., 10, 24-25; il servo non può sperare in una sorte differente e migliore di quella del padrone. I discepoli saranno quindi solidali in tutto con il Maestro: l’odio violento che si è riversato su Gesù si riverserà anche su di loro. Se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra; se il mondo ha osservato la parola di Gesù, osserverà anche la parola dei discepoli che parlano nel suo nome. L’espressione non considera un fatto, ma integra un concetto: la sorte degli apostoli sarà del tutto identica a quella di Cristo; il concetto espresso è il seguente: come hanno perseguitato Cristo, così perseguiteranno anche i discepoli; come hanno ascoltato Cristo, così ascolteranno anche i discepoli. Quest’ultima proposizione di fatto esprime il contrario di quello che afferma. In verità il mondo non ha osservato la parola di Gesù, ma l’ha respinta.
21 Ma vi faranno tutto questo a motivo del mio nome; il nome sta per la persona; i discepoli saranno perseguitati a motivo di Cristo, poiché i persecutori vedranno in essi Cristo stesso operante con la sua parola, con la sua grazia, con la sua Chiesa (cf. Mt., 10, 22, 24; Mc., 13, 13; Lc., 21,117). L’odio contro i discepoli non è rivolto alle loro persone, bensì a Cristo. Perché non conoscono colui che mi ha mandato; l’espressione «non conoscono» non designa qui una carenza di cognizione, ma una cecità intellettuale ostinata che si identifica con l’incredulità; l’origine dell’odio contro Cristo ed i suoi va ricercata nell’incredulità, nel non accettare per fede che Gesù è l’inviato del Padre (cf. verss. 22-25).
 
Gesù di fronte all’odio - 1. L’odio del mondo contro Gesù. - J. Brière: Comparendo in un mondo agitato dalla passione dell’odio Gesù ne vede convergere verso di sé le diverse forme: odio dell’eletto di Dio che si invidia (Lc 19,14; Mt 27,18; Gv 5,18), odio del giusto la cui presenza significa condanna (Gv 7,7; 15,24); i capi di Israele lo odiano pure perché vogliono riservare a se stessi l’elezione divina (cfr. Gv 11,50). D’altronde, dietro di essi, è tutto il mondo malvagio ad odiarlo (Gv 15,18): in lui odia la luce, perché le sue opere sono malvagie (Gv 3,20). Si compie così il mistero, annunziato nella Scrittura, dell’odio cieco, senza motivo (Gv 15,25): al di là di Gesù, esso ha di mira lo stesso Padre (Gv 15,23s). Gesù quindi muore, vittima dell’odio; ma con la sua morte uccide l’odio (Ef 2,14.16), perché questa morte è un atto di amore che introduce nuovamente l’amore nel mondo e ve lo fissa definitivamente.
2. L’odio del mondo contro i cristiani. - Chiunque segue Gesù conoscerà la stessa sorte. I discepoli saranno odiati, «a motivo del suo nome» (Mt 10,22; 24,9). Non devono stupirsene (1Gv 3,13); anzi se ne devono rallegrare (Lc 6,22), perché così sono associati al destino del loro maestro; il mondo li odia perché non sono del mondo (Gv 15,19; 17,14). Si rivela così il nemico che agiva fin dalla origine (Gv 8,44); ma Gesù ha pregato per essi, non perché siano tolti dal mondo, ma perché siano salvaguardati dal maligno.
3. Odiare il male e non gli uomini. - Come Gesù, contro il quale il principe di questo mondo non può nulla (Gv 14,30; 8,46), come il Dio santo, il Padre santo (Gv 17,11), così anche i discepoli avranno l’odio del male.
Sapranno che c’è incompatibilità radicale tra Dio ed il mondo (1Gv 2,15; Giac 4,4), tra Dio e la carne (Rom 8,7), tra Dio ed il denaro (Mt 6,24). Per sopprimere in sé ogni complicità con il male, essi rinunceranno a tutto e giungeranno fino ad odiare se stessi (Lc 14,26; Gv 12,25). Ma di fronte agli altri uomini non ci sarà odio alcuno nel loro cuore: «chi odia il proprio fratello è nelle tenebre» (1Gv 2,9-11; 3,15). L’amore è la sola regola, anche nei confronti dei nemici (Lc 6,27). Al termine di questa storia dell’odio, la situazione per il cristiano è quindi chiara, e una netta linea di condotta è stata tracciata: amare tutti gli uomini, odiare se stesso. L’uomo senza Cristo (Ef 2,11ss; Tito 3,3s) poteva immaginare di trovare nell’odio una affermazione di sé, ma il tempo di Caino è passato; il cristiano sa che solo l’amore fa vivere e rende simile a Dio (1Gv 3,11-24).
 
Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me: “Tre sono i motivi per cui il mondo odia i santi. Il primo è la diversità di condizione: perché il mondo è nella morte, mentre i santi sono nello stato di vita ... Il secondo motivo è il dispiacere del rimprovero ... Il terzo è l’iniquità della gelosia, poiché i malvagi invidiano i giusti, vedendoli crescere e affermarsi nella bontà e nella santità” (Tommaso d’Aquino, In Jo. Ev. exp., XV).
 
Il Santo del Giorno - 4 Maggio 2023 - Santa Antonina di Nicea, Martire: Nel Martirologio Romano questa santa è menzionata tre volte: il 1 marzo, il 4 maggio e il 12 giugno, e ogni volta in maniera diversa, come se si trattasse di tre persone distinte. Si tratta invece della stessa persona, il cui “dies natalis” è il 4 maggio, come appare nel Martirologio Siriaco del IV secolo. Gli elogi del Martirologio Romano rispecchiano un’antica “passio” perduta. Secondo queste fonti Antonina, cristiana di Nicea in Bitinia, durante la persecuzione di Diocleziano arrestata per ordine del prefetto Priscilliano, fu battuta con le verghe, sospesa al cavalletto, dilaniata ai fianchi e infine arsa viva. Qualche codice del Geronimiano aggiunge che Antonina fu uccisa di spada. Alcuni documenti dicono che fu rinchiusa in un sacco e gettata in una palude; sembra, però, che queste circostanze non appaiano nei documenti più antichi. Secondo il Martirologio Siriaco e molti codici del Martirologio Geronimiano il martirio sarebbe avvenuto a Nicomedia, mentre altri codici lo pongono a Nicea in Bitinia. Questo dato sembra essere abbastanza certo. (Avvenire)

O Padre, che ci hai saziati
con il sacramento del Corpo e Sangue
del tuo Figlio unigenito,
nella tua mirabile grazia concedi a noi,
illuminati dalla verità del Vangelo,
di edificare la Chiesa con la testimonianza della vita.
Per Cristo nostro Signore.