28 MAGGIO 2025
 
Mercoledì VI Settimana di Pasqua

At 17,15.22-18,1; Salmo Responsoriale dal Salmo 148; Gv 16,12-15
 
Colletta
O Padre, che ci doni la grazia di celebrare nel mistero
la risurrezione del tuo Figlio,
fa’ che possiamo rallegrarci
con tutti i santi nel giorno della sua venuta nella gloria.
Egli è Dio, e vive e regna con te.
 
Dio creò da uno solo tutte le nazioni degli uomini, perché abitassero su tutta la faccia della terra - Nostra aetate 1: Nel nostro tempo in cui il genere umano si unifica di giorno in giorno più strettamente e cresce l’interdipendenza tra i vari popoli, la Chiesa esamina con maggiore attenzione la natura delle sue relazioni con le religioni non-cristiane. Nel suo dovere di promuovere l’unità e la carità tra gli uomini, ed anzi tra i popoli, essa in primo luogo esamina qui tutto ciò che gli uomini hanno in comune e che li spinge a vivere insieme il loro comune destino.
I vari popoli costituiscono infatti una sola comunità. Essi hanno una sola origine, poiché Dio ha fatto abitare l’intero genere umano su tutta la faccia della terra hanno anche un solo fine ultimo, Dio, la cui Provvidenza, le cui testimonianze di bontà e il disegno di salvezza si estendono a tutti finché gli eletti saranno riuniti nella città santa, che la gloria di Dio illuminerà e dove le genti cammineranno nella sua luce.
Gli uomini attendono dalle varie religioni la risposta ai reconditi enigmi della condizione umana, che ieri come oggi turbano profondamente il cuore dell’uomo: la natura dell’uomo, il senso e il fine della nostra vita, il bene e il peccato, l’origine e lo scopo del dolore, la via per raggiungere la vera felicità, la morte, il giudizio e la sanzione dopo la morte, infine l’ultimo e ineffabile mistero che circonda la nostra esistenza, donde noi traiamo la nostra origine e verso cui tendiamo.
 
I lettura: L’apostolo Paolo ad Atene annuncia il Vangelo presentandolo come la filosofia vera, senza affatto attuarne la trascendenza e il carattere soprannaturale. San Paolo elogia l’indole e la disposizione religiosa degli Ateniesi: «Ateniesi, vedo che, in tutto, siete molto religiosi. Passando infatti e osservando i vostri monumenti sacri, ho trovato anche un altare con l’iscrizione: “A un dio ignoto”», ma, allo stesso tempo, “rivela che la religione da essi praticata è ancora molto imperfetta, perché, non dà loro una sufficiente conoscenza di Dio e del culto  che gli è dovuto, non li libera dai peccati né li rende capaci di vivere degnamente secondo lo spirito” (Bibbia di Navarra).
Proprio partendo da questa premessa, Paolo annuncia agli Ateniesi colui che essi adorano senza conoscerlo. Il discorso di Paolo si compone di due parti, nella prima parla della conoscenza naturale di Dio, nella seconda espone la conoscenza di Dio mediante la fede. Ma è la conclusione a costituire per gli Ateniesi un vero ostacolo perché essi possano accettare le parole di Paolo: e questo ostacolo è il pensiero della risurrezione.
“La  presentazione di Cristo risuscitato provocò un’aperta opposizione nell’Areopago. E Luca ha testimoniato in questo discorso che la risurrezione era la pietra dello scandalo. Dio si è manifestato a Israele, ma s’è fatto conoscere anche ai pagani. Nessuno, quindi, potrebbe rifugiarsi nella sua ignoranza quando è accusato delle sue deviazioni sul piano culturale e morale. Stando così le cose, l’unica cosa che era lecito attendersi era la serietà del giudizio terribile di Dio; ma questo sarebbe stato eccessivamente duro. II fatto che Dio si sia fatto conoscere a tutti, anche se solo parzialmente, deve far pensare che egli abbia tracciato riguardo agli uomini qualche piano migliore che la loro condanna. Tutto il mondo può essere salvo, se si converte al Dio vero. E la necessità di convertirsi è provata qui con la considerazione del giudizio che compirà l’uomo approvato da Dio con la risurrezione dai morti” (Felipe F. Ramos).
 
Vangelo
Lo Spirito della verità vi guiderà a tutta la verità.
 
Lo Spirito della verità, che guiderà i credenti a tutta la verità, “glorificherà Gesù manifestando le ricchezze del suo mistero. Gesù stesso glorifica il Padre [Gv 14,13; 17,4]. La rivelazione è dunque perfettamente una: avendo origine nel Padre e realizzandosi per mezzo del Figlio, si compie nello Spirito, per la gloria del Figlio e del Padre” (Bibbia di Gerusalemme).
 
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 16,12-15
 
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
 
Parola del Signore.
 
Siamo nel contesto del discorso di addio dell’Ultima Cena: agli Apostoli affranti, a motivo della imminente dipartita del Maestro (Gv 16,6), Gesù promette il dono dello Spirito Santo. Quando «verrà lo Spirito di verità», saranno ricolmi di gioia e saranno guidati «a tutta la verità» (Gv 16,13). Lo Spirito Santo prenderà il posto di Cristo nella guida dei discepoli, «sarà il loro pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita» (Ap 7,17). La missione dello Spirito Santo sarà parallela a quella di Gesù. Annuncerà ai discepoli le cose future: non nel senso di nuove rivelazioni riguardanti il futuro, ma nel senso che donerà l’intelligenza per capire e interpretare quanto è già avvenuto o è stato detto o insegnato dal Cristo. Lo Spirito Santo glorificherà Gesù manifestando le ricchezze del suo mistero. Il verbo annunziare è usato negli scritti apocalittici (cfr. Dn 2,2.4.7.9), «dove indica le interpretazioni delle visioni e delle rivelazioni dei misteri. In questo senso, lo Spirito non rivelerebbe qualcosa di nuovo, ma interpreterebbe la rivelazione storica di Gesù, in relazione al futuro escatologico. Lo Spirito espleterà questa funzione mediante gli Apostoli, che avranno una missione particolare nei riguardi della rivelazione di Gesù in quanto furono testimoni fin dall’inizio [Gv 15,27] ... Non solo mediante gli Apostoli, ma nella vita della Chiesa espleterà la sua missione di verità mediante la guida nell’interpretare la rivelazione di Gesù in relazione al futuro e al futuro ultimo» (Giuseppe Segalla). Tutto quello che lo Spirito Santo prende dal Figlio proviene dal Padre, in questo modo la «rivelazione è dunque perfettamente una: avendo origine nel Padre e realizzandosi per mezzo del Figlio, si compie nello Spirito, per la gloria del Figlio e del Padre» (Bibbia di Gerusalemme). Le ultime parole di Gesù (v. 15: Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà di quel che è mio e ve l’annuncerà) hanno una portata particolarmente trinitaria, ma «la prospettiva rimane cristologica: nel Cristo, interpretato dallo Spirito, si svela il mistero di Dio» (A. Marchadour).

Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità ... - Richard Gutzwiller (Meditazioni su Giovanni): Questo è vero anzitutto per i singoli: si tratta di una luce interiore, come di un nuovo principio di conoscenza. Il cristiano segue una via di mezzo tra il razionalismo che nega qualsiasi illuminazione interiore ed il settarismo che fonda tutto sulla luce interiore, cadendo nel soggettivismo e nell’individualismo.
Realmente la luce interiore c’è. L’uomo che nella preghiera si apre allo Spirito Santo acquista delle conoscenze che gli altri non possono raggiungere; ha delle illuminazioni di cui gli altri non dispongono; penetra verità, che per gli altri rimangono enigmi; possiede chiarezza e lucidità di spirito, mentre gli altri si smarriscono nella problematica. Ma nello stesso tempo sa che questa conoscenza interiore è in dipendenza dell’azione dello Spirito nella Chiesa infallibile, nel senso che sottostà al controllo ed alla sicura garanzia di questa.
Ai singoli si aggiunge dunque la Chiesa, pervasa essa pure dalla luce dello Spirit Santo: «Egli (lo Spirito Santo) mi glorificherà perché riceverà del mio e ve lo farà conoscere». L ‘opera sua nella Chiesa consiste nella spiegazione della dottrina annunciata da Cristo. La potenza dello Spirito Santo, anima della Chiesa, spiega e sviluppa tutto quello che il Cristo è venuto a portare sulla terra: dottrina, liturgia, pietà, organizzazione e, soprattutto, santità.
Anche in questo caso il fedele tiene il giusto mezzo tra i due estremi: evita l’ostinato irrigidimento e la insistente ripetizione del passato, ma anche la sfrenata corsa verso tutte le novità ed il falso adattamento.
Questa posizione d’equilibrio si raggiunge solo per mezzo del principio ordinatore e formativo che fa della pura organizzazione della Chiesa un vero organismo, vale a dire mediante la forza vitale dello Spirito Santo.
I discepoli di Cristo non hanno dunque solo un baluardo che li mette al riparo dalle insidie dei nemici, ma sono difesi anche interiormente, nell’intimo delle singole anime e dentro la comunità ecclesiale. Anche in questa parte il discorso del Signore contiene accenni, germi, abbozzi di una potenza e di una capacità di sviluppo straordinarie.
 
… ho trovato anche un altare con l’iscrizione: “A un dio ignoto”: Catechismo della Chiesa Cattolica 27: Il desiderio di Dio è inscritto nel cuore dell’uomo, perché l’uomo è stato creato da Dio e per Dio; e Dio non cessa di attirare a sé l’uomo e soltanto in Dio l’uomo troverà la verità e la felicità che cerca senza posa: «La ragione più alta della dignità dell’uomo consiste nella sua vocazione alla comunione con Dio. Fin dal suo nascere l’uomo è invitato al dialogo con Dio: non esiste, infatti, se non perché, creato per amore da Dio, da lui sempre per amore è conservato, né vive pienamente secondo verità se non lo riconosce liberamente e non si affida al suo Creatore».
28: Nel corso della loro storia, e fino ai giorni nostri, la ricerca di Dio da parte degli uomini si è espressa in molteplici modi, attraverso le loro credenze ed i loro comportamenti religiosi (preghiere, sacrifici, culti, meditazioni, ecc). Malgrado le ambiguità che possono presentare, tali forme d’espressione sono così universali che l’uomo può essere definito un essere religioso: Dio «creò da uno solo tutte le nazioni degli uomini, perché abitassero su tutta la faccia della terra. Per essi ha stabilito l’ordine dei tempi e i confini del loro spazio, perché cercassero Dio, se mai arrivino a trovarlo andando come a tentoni, benché non sia lontano da ciascuno di noi. In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo» (At 17,26-28).   
 
Quando però verrà lo Spirito di Verità, vi insegnerà la Verità tutta intera ... - Bonaventura (Sermones dominicales, 25,1): Gesù Cristo, vedendo che i discepoli erano desolati per la sua partenza fisica, promette loro, per consolarli, un premio regale, un dono imperiale, cioè lo Spirito Santo ... ma per stimolare i loro animi a desiderarlo, lo descrive nella sua triplice proprietà ... Prima nella benignità, con le parole quando verrà ... perché un tale e così grande Maestro non sdegna di venire ai suoi discepoli ... poi lo descrive come nobilissimo per l’eccellenza della dignità della Persona, quando soggiunge: lo Spirito di Verità … Infine lo descrive come liberalissimo per la sovrabbondanza della dottrina, aggiungendo: vi insegnerà la Verità tutta intera. Da questo Maestro, sorgente somma, derivano tutti i rivi di sapienza e di conoscenza.
 
Il Santo del Giorno - 28 Maggio 2025 - Beata Maria Bartolomea Bagnesi Domenicana (Firenze, 1514 - 1577): La fiorentina Maria Bartolomea Bagnesi trascorse gran parte dell’esistenza immobilizzata a letto dalla malattia. Dopo morta, compì un miracolo in favore di un’altra donna che sarebbe divenuta santa dopo aver vissuto anche lei nella sofferenza, Maria Maddalena de’ Pazzi (che di poco la precede nel calendario, il 25 maggio). Quest’ultima nel 1582 era entrata nel monastero fiorentino delle Carmelitane di Santa Maria degli Angeli, dove Maria Bartolomea era stata sepolta pochi anni prima, nel 1577, e dove ancora oggi si venera il suo corpo incorrotto. La beata era nata nel 1514 e a diciott’anni era stata colpita da una grave, misteriosa malattia che si intensificava ogni venerdì, nella Settimana Santa e in varie altre solennità liturgiche. Lei la sopportò con fede.
A 33 anni il male le diede una tregua, permettendole di vestire l’abito di Terziaria domenicana. Il culto è stato approvato dal 1804. (Avvenire)
 
Ricolmi della pienezza della tua grazia,
ti chiediamo, o Signore, che i tuoi figli,
sostenuti dalla forza del convito eucaristico,
siano coraggiosi testimoni della verità del Vangelo,
e nel nostro tempo
rendano sempre presente e operante la tua Chiesa.
Per Cristo nostro Signore.