25 Maggio 2025
 
VI Domenica di Pasqua
 
At 15,1-2.22-29; Salmo Responsoriale dal Salmo 66 (67); Ap 21,10-14.22-23; Gv 14,23-29
 
Colletta
O Dio, che hai promesso di stabilire la tua dimora
in coloro che ascoltano la tua parola
e la mettono in pratica,
manda il tuo santo Spirito,
perché ravvivi in noi la memoria
di tutto quello che Cristo ha fatto e insegnato.
Egli è Dio, e vive e regna con te. 
 
Catechismo della Chiesa Cattolica 260 Il fine ultimo dell’intera economia divina è che tutte le creature entrino nell’unità perfetta della Beatissima Trinità. Ma fin d’ora siamo chiamati ad essere abitati dalla Santissima Trinità. Dice infatti il Signore: «Se uno mi ama, o serverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui» (Gv 14,23): «O mio Dio, Trinità che adoro, aiutami a dimenticarmi completamente, per stabilirmi in te, immobile e serena come se la mia anima fosse già nell’eternità; nulla possa turbare la mia pace né farmi uscire da te, o mio Immutabile, ma che ogni minuto mi porti più addentro nella profondità del tuo mistero! Pacifica la mia anima; fanne il tuo cielo, la tua dimora amata e il luogo del tuo riposo. Che io non ti lasci mai sola, ma che sia lì, con tutta me stessa, tutta vigile nella mia fede, tutta adorante, tutta offerta alla tua azione creatrice».
263 La missione dello Spirito Santo, che il Padre manda nel nome del Figlio e che il Figlio manda «dal Padre» (Gv 15,26), rivela che egli è con loro lo stesso unico Dio. «Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato».
2615 Ancor più, quando la nostra preghiera è unita a quella di Gesù, il Padre ci dà un «altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità» (Gv 14,16-17). Questa novità della preghiera e delle sue condizioni appare attraverso il discorso di addio. Nello Spirito Santo, la preghiera cristiana è comunione di amore con il Padre, non solamente per mezzo di Cristo, ma anche in lui: «Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena» (Gv 16,24).
 
I Lettura: Oltre a mettere in evidenza la comunione ecclesiale, Luca sottolinea con l’espressione - Abbiamo deciso, lo Spirito Santo e noi -, la consapevolezza della assistenza particolarissima dello Spirito Santo nella guida della comunità cristiana dei credenti. La soluzione delle difficoltà generate dai fratelli «venuti dalla Giudea» permette alla gerarchia ecclesiale - apostoli e anziani - di esercitare la sua funzione di guida illuminante e correttiva. Le note peculiari contenute nella lettera pastorale - astenersi dal sangue - sono da addebitare alla sensibilità semitica che vedeva nel sangue il principio della vita e la vita apparteneva a Dio (Lev 17,14).
 
II Lettura: Il tema del brano apocalittico è la visione della Gerusalemme messianica come simbolo di perfezione. L’angelo che aveva mostrato a Giovanni la visione della grande prostituta Babilonia ora gli mostra in contrapposizione la città santa nella quale risplende la gloria di Dio. Gli elementi della descrizione sono presi dal libro del profeta Ezechiele (40-48). Nella città santa non v’è «alcun tempio» perché il luogo del nuovo culto spirituale (cfr. Gv 4,23-24; Rom 12,1) è ormai il corpo del Cristo immolato e risuscitato.
 
Vangelo
Lo Spirito Santo vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
 
Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto - Mario Galizzi (Vangelo secondo Giovanni): Quante volte si dice che i Vangeli debbono essere letti nella luce di Pasqua sotto la guida dello Spirito Santo. Il fondamento di questa verità è nella parola stessa di Gesù che affida i suoi discepoli all’azione dello Spirito.
Gli interventi di Pietro (13,36), Tommaso (14,5), Filippo (14,8) e Giuda (14,22) hanno messo in evidenza che non sono in situazione di capire, per ora. Non riescono a superare le idee del loro tempo sul Messia. Ma Gesù non si perde d’animo e continua a parlare loro, mentre ancora è con loro, e li assicura che quando lui se ne sarà andato, il Padre manderà ad essi il «Difensore». È una nuova promessa dello Spirito che ora viene chiamato «Santo» e che avrà il compito di insegnare e ricordare.
La parola «Santo» non indica solo una qualità dello Spirito: è santo perché appartiene alla sfera del divino; ma anche una sua funzione: è santo perché santifica, separa, consacra i discepoli per un compito nella storia. Essi infatti dovranno continuare l’opera di Gesù, cioè come Gesù ha fatto e insegnato quello che faceva il Padre, così essi dovranno fare come ha fatto Gesù e insegnare quello che ha insegnato Gesù. È in questo compito che si inserisce l’azione dello Spirito, il quale insegnerà loro «ogni cosa», si intende tutto ciò che Gesù ha insegnato, aiutandoli a capire il vero senso del suo insegnamento, e lo farà ricordando loro quanto ha detto Gesù.
La promessa viene fatta a un ristretto gruppo di discepoli, ma non si limita a loro. Gesù sta parlando a coloro che sono la sua comunità ed è alla comunità che fa questa promessa. Lo dimostra il libro degli Atti, scritto assai prima del nostro vangelo, quando racconta che anche altri agiscono e insegnano sotto l’azione dello Spirito (si pensi a Stefano: At 6-7; alla chiesa di Antiochia, dove ci sono «profeti e maestri» e lo Spirito si rivela loro: 13,1-2). È lo Spirito che sostiene in ogni tempo i discepoli del Signore realizzando in continuità la sua missione, dando sempre maggiori capacità per approfondire la conoscenza di Gesù e il suo insegnamento e per testimoniarlo.
 
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 14,23-29
 
In quel tempo, Gesù disse [ai suoi discepoli]: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».
 
Parola del Signore.
 
Alcuni venuti dalla Giudea - Nel mondo ci saranno sempre coloro che verranno dalla Giudea, i quali, approfittando del buio, invaderanno la vigna del Signore per seminare nel suo campo la zizzania. Il mondo ha odiato Cristo e odia coloro che nel nome di Gesù si oppongono risolutamente al mondo, alla sua filosofia, alla sua morale, al suo dogmatismo. Sacerdoti, suore e religiosi ammazzati; cristiani sgozzati; persecuzioni dove regna il materialismo, il comunismo, l’integralismo religioso; la corruzione lì dove la morale cede al capriccio, alla immoralità, al pervertimento. Uno scenario che ormai è diventato pane quotidiano. Nonostante gli altisonanti proclami del guru di turno, la Chiesa deve opporsi risolutamente e “discutere animatamente contro costoro”. Nonostante l’albagia e la tracotanza di alcuni venuti dalla Giudea, la Chiesa deve continuare a possedere la franchezza del linguaggio, il dono della libertà, l’amicizia con lo Spirito Santo: «Abbiamo deciso, lo Spirito Santo e noi». «Il discepolo di Cristo non deve soltanto custodire la fede e vivere di essa, ma anche professarla, darne testimonianza con franchezza e diffonderla: “Devono tutti essere pronti a confessare Cristo davanti agli uomini, e a seguirlo sulla via della Croce attraverso le persecuzioni, che non mancano mai alla Chiesa”. Il servizio e la testimonianza della fede sono indispensabili per la salvezza: “Chi mi conoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli, chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli”» (CCC 1816). Nonostante i tanti maestrucoli di verità mondane, la Chiesa deve essere luce, verità. Non può dimenticare la sublime vocazione a cui è chiamata: la Chiesa nelle mani di Cristo è «“strumento della Redenzione di tutti”, “il sacramento universale della salvezza”, attraverso il quale Cristo “svela e insieme realizza il mistero dell’amore di Dio verso l’uomo”» (CCC 776). Dunque, Cristiano, non temere ciò che soffri per Cristo... Sii fedele fino alla morte e presto ti sarà donata la corona della vita (cfr. Ap 2,10).
 
Compostella (Messale per la Vita Cristiana): Un’antica leggenda racconta che san Giovanni evangelista, vecchio e ormai sul suo letto di morte, continuava a mormorare: «Figli miei, amatevi gli uni gli altri, amatevi gli uni gli altri ...». Questo testamento di Gesù, che egli ci ha trasmesso, era per lui molto importante. E, certamente, questo amore non era facile nemmeno in quei tempi. Non è mai così necessario parlare d’amore come là dove non ce n’è. È la stessa cosa che succede per la pace: non si è mai parlato tanto di pace come oggi, e intanto si continua a fare la guerra in moltissimi luoghi.
Ma, proprio su questo punto, il Vangelo di Giovanni pone un’importante distinzione: c’è una pace di Gesù e un’altra pace, data dal mondo. San Giovanni attira la nostra attenzione sul fatto che noi non dobbiamo lasciarci accecare dalle parole, dobbiamo tenere conto soprattutto dello spirito nel quale esse sono dette. Dio ci ha mandato lo Spirito Santo per insegnarci la sua volontà. Il suo Spirito ci insegna anche a penetrare il senso delle parole. Possiamo allora rivolgerei a lui quando siamo disorientati, quando ci sentiamo deboli, quando non sappiamo più cosa fare. È un aiuto al quale possiamo ricorrere quando ci aspettano decisioni diffiçili da prendere. Egli ci aiuta!
 
L’effusione dello Spirito Santo: Ad gentes 3-4: Tutto quanto il Signore ha una volta predicato o in lui si è compiuto per la salvezza del genere umano, deve essere annunziato e diffuso fino all’estremità della terra, a cominciare da Gerusalemme. In tal modo quanto una volta è stato operato per la salvezza di tutti, si realizza compiutamente in tutti nel corso dei secoli. Per il raggiungimento di questo scopo, Cristo inviò da parte del Padre lo Spirito Santo, perché compisse dal di dentro la sua opera di salvezza e stimolasse la Chiesa a estendersi. Indubbiamente lo Spirito Santo operava nel mondo prima ancora che Cristo fosse glorificato. Ma fu nel giorno della Pentecoste che esso si effuse sui discepoli, per rimanere con loro in eterno; la Chiesa apparve ufficialmente di fronte alla moltitudine ed ebbe inizio attraverso la predicazione la diffusione del Vangelo in mezzo ai pagani; infine fu prefigurata l’unione dei popoli nell’universalità della fede attraverso la Chiesa della Nuova Alleanza, che in tutte le lingue si esprime e tutte le lingue nell’amore intende e abbraccia, vincendo così la dispersione babelica.
 
Sono venuti a turbarvi con i loro discorsi - La responsabilità di difendere la fede - Giovanni Crisostomo (Contro gli Anomei 2,4-5): Avete ricevuto come patrimonio il compito di impedire che l’insegnamento delle nostra fede degeneri nell’eresia. Cosa dunque lo rende limpido? Al tempo dei vostri avi giunsero in queste terre dalla Giudea delle persone che stavano intorpidendo le acque limpide della dottrina insegnata dagli Apostoli. Essi esortavano i vostri antenati a praticare la circoncisione e ad osservare la Legge mosaica. Coloro, allora, che vivevano nella vostra città non rimasero in silenzio né accettarono tali novità. Erano come coraggiosi cani da caccia che vedevano i lupi attaccare e distruggere l’intero gregge. Saltarono addosso ai lupi e non smisero di dargli la caccia e di metterli in fuga. Agirono in tutto secondo le disposizioni che gli Apostoli in forma di lettera inviarono loro da ogni angolo del mondo proteggendoli così da ogni attacco scagliato contro i fedeli da quegli innovatori e da chiunque sarebbe venuto da quel momento in poi.
 
Il Santo del Giorno - 25 Maggio 2025 - San Gerio (Girio): Gerio, o Girio, era un nobile francese originario della Linguadoca, il quale lasciò tutti i suoi beni per vivere da eremita. Nato tra il 1270 e il 1274, per una serie di acquisizioni e cessioni territoriali della famiglia, divenne conte di Roccaforte. Volendo vivere da solitario, si recò con il fratello in una zona piena di caverne. Lì rimasero a lungo isolati per la piena di un fiume e furono due serpenti a salvarli, portando del pane. Recatisi nella vicina chiesa per la Messa, raccontarono il miracolo.
Presto la notizia si diffuse e molta gente li cercava. Allora partirono col desiderio di recarsi in Palestina. Prima, però, vollero visitare Roma. Qui Gerio seppe che ad Ancona un sant’uomo, Liberio, voleva partire per Gerusalemme. Pensando di viaggiare con lui, andò nelle Marche. Ma a Tolentino si sentì male e morì nei pressi di Potenza Picena (allora Monte Santo), che lo venera come patrono. Il culto è stato confermato nel 1742. (Avvenire)
 
Dio onnipotente,
che nella risurrezione di Cristo
ci fai nuove creature per la vita eterna,
accresci in noi i frutti del sacramento pasquale
e infondi nei nostri cuori la forza di questo nutrimento di salvezza.
Per Cristo nostro Signore.