24 Maggio 2025
 
Sabato V Settimana di Pasqua
 
At 16,1-10; Salmo Responsoriale dal Salmo 99 (100); Gv 15,18-21
 
Colletta
Dio onnipotente ed eterno,
che nella rigenerazione battesimale
ci hai comunicato la tua stessa vita,
concedi a coloro che hai reso giusti con la tua grazia,
disponendoli alla vita immortale,
di giungere da te guidati alla pienezza della gloria.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
 
Il mondo - Distinzione non separazione - Catechismo degli Adulti [1086]: La cultura moderna ha il merito di aver affermato la consistenza propria della vita civile rispetto a quella religiosa. Spesso però è arrivata a considerare la fede un affare privato, irrilevante in ambito sociale e politico.
Il cristiano accetta la distinzione delle realtà terrene da quelle eterne e spirituali, ma non la separazione. Sa che ogni dimensione della realtà ha leggi proprie ed esige un metodo ed una competenza specifici, ma ritiene che tutto debba essere finalizzato a obiettivi coerenti con la dignità e la vocazione dell’uomo, rivelate pienamente solo dalla parola di Dio. Egli da una parte individua nel peccato la radice profonda dei mali della società, dall’altra si rende conto che la conversione a Dio implica anche serietà di impegno per una società autenticamente umana.
 
I Lettura: L’attività apostolica di Paolo è molto intensa, lo troviamo inizialmente a Derbe e Listra, qui Timoteo si aggrega a Paolo e rimarrà sino alla fine uno dei suoi più fedeli discepoli. Paolo lo fa circoncidere a motivo dei Giudei che si trovavano in quelle regioni. Paolo si opponeva alla circoncisione dei cristiani provenienti dal paganesimo (cfr. Gal 2,3; 5,1-12), Timoteo però era figlio di madre giudea e perciò, secondo il diritto giudaico, era israelita. Percorrendo le città, trasmettevano loro le decisioni prese dagli apostoli e dagli anziani di Gerusalemme, perché le osservassero; queste decisioni le troviamo nella lettera apostolica (At 15,22-29) inviata a tutte le chiese e che conteneva le indicazioni che disciplinavano l’ingresso dei pagani nella Chiesa. Instancabile, partito da Iconio, Paolo tenta di dirigersi a ovest verso Efeso, ma impedito dallo Spirito Santo, sale verso nord e arriva in Frigia; quindi piegando verso nord-est, raggiunge la regione della Galazia, dove fu trattenuto dalla malattia (Gal 4,13-15). Paolo evangelizzò questi luoghi e più tardi vi fece ritorno per visitare i discepoli (At 18,23). Si rimane meravigliati di tanto ardore apostolico, ma è per questo zelo missionario che Luca può annotare: Le Chiese intanto andavano fortificandosi nella fede e crescevano di numero ogni giorno.
 
Vangelo
Voi non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo.
 
All’amore di Gesù e all’amore fraterno che anima la comunità cristiana si contrappone l’odio del mondo, cioè di coloro che rifiutano Gesù e che rigettano i suoi discepoli. La vicenda del Maestro si ripete anche nei discepoli perseguitati e Gesù vede in questa dura e cosciente reazione del mondo l’attuarsi di un annunzio biblico, trovato nel Salmo 69,5: “Mi odiano senza ragione”. I discepoli però devono sapere che nelle persecuzioni non saranno soli: il Paraclito sarà accanto a loro, lo Spirito di verità metterà sulle loro labbra una parola di testimonianza. Gli amici sono chiamati a condividere la dolorosa sorte dell’Amico, in questa luce di vera condivisone il martirio non è un incidente di percorso.
 
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 15,18-21
 
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia.
Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato».
 
Parola del Signore.
 
Silvano Fausti (Una Comunità legge il Vangelo di Giovanni): v. 18: Se il mondo odia voi. Per «mondo» si intende l’insieme dei valori che strutturano le nostre relazioni. In Giovanni ha un senso negativo. Infatti si fonda sull’«imitazione appropriativa» (R. Girard): ognuno imita il desiderio dell’altro, che è quello di appropriarsi di qualunque cosa l’altro desideri. È un «contagio mimetico», che ci mette gli uni contro gli altri, innescando un processo di rivalità dove domina sempre il più violento. In questo modo i valori fondamentali dell’uomo - l’accoglienza e la solidarietà, la verità e la libertà, l’amore e la vita - si dissolvono e vengono distrutti.
Per questo i dice: «Non amate né il mondo né le cose del mondo! Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui» (1Gv 2,15). Anzi, «amare il mondo è odiare Dio» (Gc 4,4). Infatti il mondo ritiene bene ciò che è male e viceversa: ha come principio di azione l’egoismo e non l’amore, il possesso e non il dono, la concorrenza e non la solidarietà, l’accumulo e non la condivisione, la violenza e non la mitezza, l’arroganza e non la semplicità, l’orgoglio e non l’umiltà, la rabbia e non la compassione. Oggi possiamo aggiungere, come punto estremo che permette ogni delirio: l’immagine e non la realtà. Il risultato è l’idolatria (= culto dell’immagine, dell’idolo), che ci rende inconsistenti e morti, come le immagini che adoriamo. «Tutto quello che è nel mondo, la concupicenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non viene dal Padre, ma dal mondo» (1Gv 2,16). Sant’Ignazio di Loyola, negli Esercizi spirituali, stigmatizza la strategia di satana come avidità di ricchezze, il cui accumulo porta alla vanagloria e alla superbia, principio di ogni male. La strategia del Regno, invece, consiste nel portare gli uomini ad apprezzare la povertà e il disprezzo che e sa comporta, per giungere all’umiltà, principio di ogni bene.
C’è una vera lotta interiore tra male e bene. «L’asse del male» non è esterno a noi, ma passa dentro il nostro cuore, attraverso la mondanità che è in noi. Quando in noi vince il bene e, invece di imitare i desideri del mondo, imitiamo quelli del Figlio, allora siamo odiati. Infatti chi non sta al gioco, lo mette in crisi. Se due lottano, vince il più forte. Ma se uno, invece di opporsi a chi gli si avventa contro, si scansa, l’altro cade abbattuto dalla sua stessa forza. La violenza non è vinta da una violenza maggiore, né l’egoismo da un egoismo maggiore: solo la mitezza e l’amore spuntano le armi del male. Proprio per questo chi è mite e ama è oggetto di violenza e odio.
prima di voi ha odiato me. Il Figlio, che imita il desiderio del Padre e ama i fratelli, ci ha aperto la via della libertà. Lui per primo è tato odiato. L’odio del mondo è, per il discepolo, contrassegno di garanzia (cf. Mt 5,11p): è simile al suo Maestro e Signore.
 
Benedetto Prete (I Quattro Vangeli): 19 Se voi foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; l’odio che il mondo ha è la conclusione di un processo logico fatale; nulla quindi di più comprensibile di questa logica dell’odio: il mondo non può amare chi non condivide i suoi principi e chi non si conforma alla sua vita («ciò che è suo»). I discepoli, a motivo della loro elezione e del loro modo di vivere, sono per il mondo come degli estranei (... non siete del mondo ma io vi ho scelti dal mondo); cf. 17, 14.
20 Il servo non è più grande del suo padrone; il Salvatore richiama un suo insegnamento precedente, cf. Giov., 13, 16; questo detto tuttavia ha qui il senso che è indicato da Mt., 10, 24-25; il servo non può sperare in una sorte differente e migliore di quella del padrone. I discepoli saranno quindi solidali in tutto con il Maestro: l’odio violento che si è riversato su Gesù si riverserà anche su di loro. Se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra; se il mondo ha osservato la parola di Gesù, osserverà anche la parola dei discepoli che parlano nel suo nome. L’espressione non considera un fatto, ma integra un concetto: la sorte degli apostoli sarà del tutto identica a quella di Cristo; il concetto espresso è il seguente: come hanno perseguitato Cristo, così perseguiteranno anche i discepoli; come hanno ascoltato Cristo, così ascolteranno anche i discepoli. Quest’ultima proposizione di fatto esprime il contrario di quello che afferma. In verità il mondo non ha osservato la parola di Gesù, ma l’ha respinta.
21 Ma vi faranno tutto questo a motivo del mio nome; il nome sta per la persona; i discepoli saranno perseguitati a motivo di Cristo, poiché i persecutori vedranno in essi Cristo stesso operante con la sua parola, con la sua grazia, con la sua Chiesa (cf. Mt., 10, 22, 24; Mc., 13, 13; Lc., 21,117). L’odio contro i discepoli non è rivolto alle loro persone, bensì a Cristo. Perché non conoscono colui che mi ha mandato; l’espressione «non conoscono» non designa qui una carenza di cognizione, ma una cecità intellettuale ostinata che si identifica con l’incredulità; l’origine dell’odio contro Cristo ed i suoi va ricercata nell’incredulità, nel non accettare per fede che Gesù è l’inviato del Padre (cf. verss. 22-25).

Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me: Giovanni Paolo II (Omelia, 6 giugno 1988): Gesù non ha nascosto ai suoi apostoli le difficoltà della missione: il rifiuto, l’ostilità, le persecuzioni che avrebbero incontrato. “Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Ricordatevi della parola che vi ho detto: Un servo non è più grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi” (Gv 15,18.20). E non c’è solo la persecuzione aperta che ha fatto e continua a fare i martiri; c’è una insidia più subdola - e, per questo, forse più pericolosa - che è comune a tanti Paesi del mondo occidentale. È quella che non vuole fare dei martiri ma degli uomini “liberi”, liberi, - si intende - da ogni religione e da ogni morale; che non soffoca l’idea di Dio nel sangue ma nell’accumulo dei beni di consumo e nell’appagamento degli istinti naturali; che non combatte l’idea cristiana ma la ignora, relegandola fra i miti del passato. Proprio perché prevedeva tutto questo, prima di affidare la sua missione alla Chiesa, Gesù ci ha dato la consolante assicurazione: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28, 20).
 
Giovanni Crisostomo (Omelie sugli Atti degli Apostoli 34) - Apparve a Paolo una visione - Lo Spirito Santo non si rivelò tramite una visione di angeli: Dopo che ebbe avuto questa visione, subito cercammo di partire per la Macedonia, ritenendo che Dio ci aveva chiamati. Osservate, non per mezzo di un angelo come avvenne nel caso di Filippo (cf. At 8,26) o di Cornelio (cf. At 10,3). Ma come? Gli appare per mezzo di una visione, in maniera ora più umana, non più divina.
Così dove l’obbedienza venne più semplicemente, la rivelazione si manifestò in forme più umane; dove invece vi era necessità di maggiore incidenza, allora la forma era più divina. Così quando era spinto solo alla predicazione, gli apparve un sogno; ma quando non poteva né sopportare né pregare, fu lo Spirito Santo a rivelarsi a lui. Così fu nel caso di Pietro: Alzati, scendi (At 10,20). Infatti lo Spirito Santo non operava in ciò che era facile; un sogno era sufficiente in questo caso. Anche a Giuseppe, che obbedì subito, si rivelò mediante un sogno, ma ad altri (cf. Mt 1,20; 2, 13.19), inclusi Cornelio e Paolo stesso, mediante una visione. Ora osservate come dica: Gli stava davanti un Macedone e lo supplicava. Non «gli ordinava», ma lo supplicava, ossia, in nome di un intero popolo bisognoso di cure. Cosa significa ritenendo? Significa che fecero una deduzione.
Dal fatto che Paolo lo vide e nessun altro, che a Paolo lo Spirito Santo non lo permise e dal fatto che si trovavano ai confini: da tutto ciò trassero le loro conclusioni.
 
Il Santo del Giorno - 24 Maggio 2025 - San Donaziano Martire a Nantes (m. 304 circa): Donaziano e Rogaziano erano fratelli che abitavano a Nantes, ma solo Donaziano aveva ricevuto il Battesimo e predicava la fede cattolica. Nel tempo di una persecuzione la cui data è ancora soggetta a discussione (sotto Diocleziano o sotto Decio) Donaziano, ancora adolescente, fu arrestato e gettato in prigione. Il legato tentò di condurre Rogaziano al culto degli idoli, ma, non essendovi riuscito, lo fece gettare nella stessa prigione. Desideroso del Battesimo, egli pensò che un bacio di suo fratello lo avrebbe sostituito. Tutti e due furono torturati qualche tempo dopo e uccisi. Dopo l’editto del 313 i corpi dei due martiri furono collocati in una chiesa più volte ricostruita, che ha il titolo di basilica minore dal 1889 e fu affidata ai monaci di San Martino di Tours. La data della festa ha subito uno spostamento dopo la Rivoluzione. Tutte le diocesi della Bretagna e anche gli altri paesi evangelizzati dai Bretoni, come il Canada, hanno luoghi di culto dedicati ai «fanciulli nantesi». (Avvenire)
 
O Padre, che ci hai saziati
con il sacramento del Corpo e Sangue
del tuo Figlio unigenito,
nella tua mirabile grazia concedi a noi,
illuminati dalla verità del Vangelo,
di edificare la Chiesa con la testimonianza della vita.
Per Cristo nostro Signore.